Niente di difficile

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Doveva andare tutto come previsto. Non era niente di difficile quello che dovevamo fare. In realtà, dopo che eravamo scappati per miracolo a questo – coso – come si chiama – a questo Mutapelle, niente mi sembrava difficile. I nani si erano rifugiati in casa sua, e Azog non era così imbecille da andare a chiedergli di consegnarglieli.

-La belva è di guardia – aveva borbottato, alle mie insistenze. Non potevo certo dargli del codardo. Cavolo, da come ci inseguiva latrando, un enorme orso nero con gli occhi iniettati di sangue, si direbbe che li odi proprio, gli orchi. Forse c'entra il fatto che Azog ha sterminato la sua famiglia. Hmmm.

Adesso la feccia nanica era a Bosco Atro. Stava scappando dai cancelli, in dei barili, sotto il grazioso naso di Thranduil. Sarebbe stato talmente facile sterminarli che, alla notizia dell'esploratore, io e Bolg ci eravamo guardati in faccia ed eravamo scoppiati a ridere, finché Azog non ci aveva ringhiato:- Hoshat! Silenzio!

Azog è fatto così. Ha il senso dell'umorismo di un albero, e il chiodo fisso di sterminare – la – stirpe – di – Durin. Nessuno sa perché lo scopo della sua vita sia quello. Neanche Bolg. In effetti, Azog non parla granché con suo figlio Bolg. Non si è neanche accorto che aveva un occhio completamente cieco che dopo tre giorni dall'averlo rincontrato. Non parla granché con nessuno, in realtà. La sua mente è totalmente impenetrabile.

Io sono stato reclutato nelle sue fila in quanto amico di Bolg. "Amici" per quanto possono esserlo due orchi, che è una cosa più simile alla complicità tra due criminali. Effettivamente, non sono niente di diverso, lo so. Se avessi una coscienza, avrei anche diverse cose sopra. La peggiore, o una delle peggiori, è stata massacrare, io e i miei compagni, un villaggio di elfi, più o meno seicento anni fa. Credo ci fosse anche Bolg. Io ero molto giovane, lui aveva una decina d'anni in più di me. In particolare ricordavo una famiglia che avevo sterminato. Padre, madre e due figli. C'era anche una figlia, ma era riuscita a scappare e avevamo deciso che non valeva la pena di inseguirla. Per permettere alla figlia di scappare, tra l'altro, suo padre mi aveva tenuto impegnato molto a lungo, e prima che riuscissi a tagliargli la gola, lui aveva fatto in tempo, cercando di staccarmi un braccio, a infliggermi un profondo taglio all'altezza del gomito. Ho ancora la cicatrice. Una cicatrice molto caratteristica, devo dire - eccola: quella non solo era una lama elfica, ma era pure una lama elfica seghettata. Quindi la mia cicatrice ha una forma a dir poco particolare. Bolg dice che mi dà un'aria vissuta.

Non che mi piaccia essere quello che sono, ma mi sono rassegnato, e sto lavorando perché non mi facesse più né caldo né freddo, ma certe cose non cambiano: ad esempio, il fatto che a qualsiasi altra creatura incontri– uomini, elfi, nani, hobbit, stregoni, e tutto quello che c'è nella Terra di Mezzo – cerchi di uccidermi prima ancora che io dica o faccia qualunque cosa. Ho passato la vita a sentirmi dire che devo uccidere gli altri prima che loro uccidano me, perché, anche se ho qualcosa da dire, nessuno l'ascolterà. Io sono un orco, con un nome, un aspetto, una voce, un carattere da orco. E mi faceva piacere che Azog prendesse ordini dall'Oscuro Signore, il Negromante, che avrebbe fatto finalmente girare le cose per il verso giusto. Ad Azog, beninteso, non importa un accidente che la Terra di Mezzo diventi più ospitale verso noialtri orchi e un po' meno territorio dove tutti gli altri spadroneggino: a lui importa solo uccidere Thorin Scudodiquercia, e se prendere ordini dal Negromante può facilitargli le cose, be', tanto meglio. Poi se ne andrà per la sua strada, con o senza Bolg, che ha fatto venire da lui solo dopo che i nani gli sono sfuggiti da sotto il naso portati via da delle aquile giganti. Quando si dice la sfortuna. Comunque, quei due non si parlavano da anni. Oh, no, non è successo niente tra di loro. Solo che Azog non si è fatto scrupolo ad abbandonare suo figlio non appena ha iniziato a dare la caccia ai nani. E Bolg, Bolg ha sempre avuto solo me. L'ho incontrato per la prima volta che vagava in una foresta con aria confusa e ho deciso che dato che io ero solo e lui era solo forse era meglio se rimanevamo insieme. Gli orchi nascono dal fango, lui no, lui ha un padre, e presumibilmente una madre. Bolg sa chi è, penso l'abbia conosciuta e che lei l'abbia abbandonato, o qualcosa del genere; a lui non interessa, o finge che non gli interessi. Io penso che ci sia dietro quanto meno uno stupro: nessuna donna – o di qualunque razza sia la madre di Bolg – sana di mente si innamorerebbe di un orco, tantomeno di Azog, il cui massimo gesto d'affetto è stato dare una grattatina dietro alle orecchie del suo mannaro femmina. Bianca come la neve. Anche Azog. È l'unico orco pallido che io abbia mai visto, forse per questo è tanto scontroso. Non che gli altri, me compreso, siano dei prodigi di simpatia.

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