Narzug

Ponte Lagolungo

Arrivammo a Ponte Lagolungo la notte successiva. Sulle rive del fiume, trovai delle chiazze rosse per terra. Ci passai sopra le dita e le leccai.- Gijak khoizd-ob. Sangue di nano– dissi. – Hanno trovato il modo di passare il fiume.

Bolg annusò l'aria.- C' è un'altra traccia...carne umana. Quelli si sono fatti dare un passaggio.

-E noi come passiamo? – chiesi.

-A nuoto? – suggerì qualcuno dietro di me.

L'idea non andava a nessuno, quindi impiegammo un paio di giorni a fare il giro. Poi, Bolg mandò due esploratori con i mannari a sondare il terreno. Tornarono e dissero di aver visto uno dei nani nei pressi di una casa.

L'ordine di Bolg fu semplice.

-Uccidete tutti.

Attaccammo Ponte Lagolungo in massa e io e Bolg iniziammo ad aprirci la strada a colpi di mazza e spada verso la casa che gli esploratori ci avevano indicato. La gente urlava e scappava, decine e decine di orchi erano sparpagliati per le strade a uccidere.

Io ero distratto. Rischiai di morire dieci volte, perché vidi troppo tardi gli uomini che mi attaccavano armati di balestra. Bolg mi salvò tutte le volte, gridandomi di svegliarmi.

-Narzug!-. Alla fine, Bolg mi afferrò per un braccio.

-Cosa?

-Se tu riesci ad entrare lì dentro e c'è Scudodiquercia, uccidilo.

-Va bene.

-Che la golgi ci sia o meno.

-Ho detto va bene.

-Se però Scudodiquercia non c'è, e c'è la golgi...Parla con lei.

Lo fissai strabiliato.- Eh?

-Se non risolvi la cosa, finisce che ti fai ammazzare. Vai!-. Mi spinse avanti e si voltò a uccidere qualcuno schiantandogli la testa con la mazza ferrata. Io esitai, poi corsi via.

Dovetti continuare a schivare la gente e a difendermi uccidendo tutti quelli che mi capitavano davanti. Alla fine, giunsi davanti a una casa che somigliava alla descrizione degli esploratori ed era nel posto giusto, ma cosa succedeva se era la casa sbagliata e io facevo irruzione nella sala da pranzo di una famiglia amabilmente seduta a cena?

In quel momento, una sagoma bionda uscì sul balcone della casa accanto, spingendo un orco davanti a sé, tenendolo per il collo. Lo spinse di sotto. Un altro orco lo attaccò da dietro; Legolas si voltò e gli tagliò la gola, poi saltò giù dal balcone, atterrò leggermente sulla strada e corse verso di me. Feci appena in tempo a gettarmi dietro la colonna di un ponte; non mi vide e mi sfrecciò accanto, falciando tutti gli orchi che incontrava sul suo cammino. Guardai la casa, poi mi decisi. Stavo per entrare, quando con la coda dell'occhio vidi un nano salire i gradini esterni della casa accanto, e dalla porta sbucare Tauriel. Parlò col nano, prese qualcosa che aveva in mano e corse dentro. Sentii che chiudevano la porta a chiave.

Cercai con lo sguardo un altro punto e trovai il balcone. Misi via la spada, mi arrampicai sulla colonna, salii sul ponte e saltai sul balcone della casa accanto ( il pavimento era viscido di sangue); prima che mi vedessero, mi issai sul tetto e da lì saltai sul tetto della casa giusta. Quindi mi lasciai cadere sul balcone.
Quando vidi la ragazza, era troppo tardi.

Lei iniziò a strillare, indietreggiò e corse dentro. Per la fretta di allontanarsi, lasciò la porta aperta. Con l'impressione che sguainare la spada non sarebbe stata una mossa intelligente, scivolai dentro, localizzai Tauriel e mi avviai a grandi passi verso di lei. La ragazza – avrà avuto un po' meno di vent'anni – , che si trovava in mezzo, continuò a strillare, inciampò in una cassapanca e cadde all'indietro. Strisciò sotto il tavolo. Ebbi appena il tempo di rendermi conto che sembrava davvero che ce l'avessi con lei, che una bambina identica alla ragazza, solo più piccola, mi tirò un piatto in testa con un urlo. Il rumore attirò l'attenzione di Tauriel, che alzò lo sguardo – era china sul giovane nano con i capelli neri, che si contorceva per terra, e cercava di farlo alzare –giusto in tempo per vedere un nano con i capelli chiari scagliarsi contro di me con tanta forza da mandarmi a sbattere contro la parete.