Amico

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Legolas. Legolas il migliore amico di Tauriel...

Mi buttò a terra e cercò di strozzarmi. Gli mollai una gomitata nello stomaco. Lui emise un gemito e lasciò la presa; lo spinsi via e mi rialzai. Legolas balzò in piedi leggermente, la spada sguainata. Aveva un rivolo di sangue che gli colava dal naso e un'espressione di furia omicida negli occhi azzurri.

-Tu – sibilò.- Cos'hai fatto a Tauriel?

-Eh?- feci io, troppo lento a rendermi conto di cosa dovesse aver pensato Legolas – cosa dovessero aver pensato tutti – quando si erano resi conto che la mia cella era aperta, io non c'ero più, e non c'era più nemmeno Tauriel.- No, aspetta – tentai, arretrando – tu non capisci...

Mi attaccò di nuovo, infuriato, roteando la spada. Era un orso a cui avevano rapito il cucciolo. Mostrava addirittura i denti per la rabbia. Sguainai la spada in fretta, ripromettendomi di usarla solo per difendermi.

Non ucciderlo. Se lo uccidi, a Tauriel si spezza il cuore. Dopo di che, provvederà personalmente a spezzarti il collo.

Legolas, gridando, tentò un fendente dall'alto. Scattai indietro e parai il successivo.

-Cos'hai fatto a Tauriel?- mi urlò.

-Niente!-. Deviai un colpo violento diretto al mio cuore. Il colpo successivo mi disarmò.

-Non cercare di ingannarmi!-. Tentò un affondo. Mi prese di striscio al fianco. Fermai la lama con una mano, bloccandolo, e lui strattonò per liberarsi.- Sei stato tu a rapirla!

-E' lei che ha rapito me!- protestai, d'istinto. Lottammo per la sua spada per qualche attimo, poi lo afferrai ringhiando per una spalla e lo scaraventai contro un muro. Legolas perse la presa sulla spada, cadde contro la parete e si accasciò a terra con un gemito. Mi avvicinai minacciosamente a larghi passi. Lui mi guardò ansimando con uno sguardo di disgusto e odio allo stato puro.

Lo agguantai per le spalle e lo tirai su per sbatterlo contro il muro opposto e mandarlo fuori combattimento almeno per il tempo necessario a scappare. Quando, di nuovo, colpì i mattoni e finì a terra, feci per dargli un calcio, ma lui mi afferrò la gamba e mi respinse. Persi l'equilibrio e andai a sbattere contro il muro opposto. Legolas mi saltò addosso con un grido di battaglia, mi diede un pugno nello stomaco, poi mi afferrò e iniziò a sbattermi la testa contro un palo. Proprio mentre iniziavo a sentire uno scricchiolio, ma non saprei dire se era il legno o il mio cranio che si stava sgretolando, mi spinse a destra. Barcollai, recuperai l'equilibrio a fatica e cercai di mollargli un gancio destro, ma Legolas parò e contrattaccò. Schivai. Lo slancio lo fece voltare; a quel punto, io ero solo istinto. Una parte di me mi strillava di lasciarlo andare. Una parte molto più consistente mi gridava Uccidilo! Uccidilo! Uccidilo!

Mi resi conto di averlo abbrancato da dietro e che stavo cercando di stritolarlo solo tre o quattro secondi dopo averlo fatto. A quel punto, stavo già per affondargli i denti nel collo e strappare. Prima che ci riuscissi, per fortuna, o per sfortuna, non lo so, Legolas mi tirò una testata. Il dolore mi fece rinsavire. Lo mollai immediatamente e Legolas mi spinse indietro. Sguainò un lungo pugnale bianco e roteò su se stesso. Lo afferrai per le braccia e lo spinsi contro il muro ( c'era da chiedersi come mai fosse ancora in piedi, quella parete) per stordirlo, poi lo scagliai a tre metri di distanza. Legolas perse il pugnale, ma rotolò a terra, cadendo in maniera esemplare, e si rialzò come se nulla fosse. Poi fece un movimento fluido, veloce. Quando mi resi conto che aveva l'arco, l'aveva già caricato e stava già prendendo la mira.

Era finita. L'arco non potevo toglierglielo. Arretrai d'istinto, inciampai in qualcosa – forse un'asse sconnessa – e caddi indietro.

-Dimmi dov'è Tauriel – sibilò Legolas.- Adesso. Giuro che se scopro che l'hai toccata, faccio in modo che la tua morte duri fino a dopodomani.

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