Miracles - Tanaka Ryunosuke

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14/04/2016

"Invio la tua tempesta e il tuo fulmine per colpire proprio in mezzo agli occhi, e grido: credo nei miracoli."

• Coldplay,
Miracles •

{8 anni, primo incontro}

Rincorri Noya, l'acido lattico che ti fa dolere le ginocchia, il fiato corto, le gote arrossate... lui si gira verso di te con il suo solito sorriso birichino e furbo ad abbellirgli i tratti bambineschi del volto. Ti fermi poco distante dal tuo amico - troppo stanca per raggiungerlo - e ti pieghi sulle ginocchia, poggiando i palmi delle mani su di esse. Inizi a respirare profondamente, cercando di incanalare più ossigeno possibile per ritornare a pensare come ogni essere umano che si rispetti.

«Yuu! - urli, sprecando il poco fiato che eri riuscita a recuperare - Aspettami!» La figura, appannata alla tua vista stanca, si avvicina di più, lasciando ai tuoi occhi la possibilità di identificarne il profilo del viso. Alzi lo sguardo verso quei due occhioni nocciola, trovando sicurezza ed infinito amore fraterno. «[Nome], stai bene?» Chiede visibilmente preoccupato per lo stato in cui giaci. Le goccioline di sudore ti attaccano la stoffa leggera del semplice vestitino alla pelle, suscitando in te un fastidio enorme. Annuisci, troppo stanca per proferir parola. Quando - poi - lui ti sorride, non riesci a non alzare gli angoli della bocca in una smorfia che lo fa ridacchiare.

«Io devo tornare a casa! - esclama guardando l'orologio sulla grande facciata della chiesa, in piazza - Mia mamma mi metterà in punizione se non mi sbrigo!» Annuisci soltanto, facendogli un cenno con la mano per dirgli qualcosa come: "su, va!" prima di vederlo ringraziarti con lo sguardo. «Ci vediamo domani!» Ti saluta distrattamente, ormai con i pensieri tutti rivolti verso le possibili punizioni che sua madre avrebbe potuto infliggergli.

«Ehi!» Senti una voce alle tue spalle. Spalanchi un poco gli occhi [colore] e ti rialzi lentamente. Non starà parlando con me..., pensi ma, dato che la voce gioviale continua a chiamare, ti giri e - in mezzo a dei fiori di pesco caduti sul terreno - vedi un bambino che ti guarda con il capo leggermente piegato verso destra. «Conosci Nishinoya?» Chiede, avvicinandotisi. Cammina piano, a piccoli passi, ma in poco tempo è a poca distanza da te, lasciando che i tuoi occhi [forma] da bambina si scontrino con i suoi, di una sfumatura tendente al nero. «Sì...» Rispondi con poca convinzione, trovandoti davanti ad un bimbo della tua età. È vestito con abiti semplici, da mezzadro, quasi. Pantaloncini sporchi di terra e una maglietta a maniche corte altrettanto imbrattata di fango. Quando lui ti porge la piccola mano pallida, in un esplicito segno di voler fare amicizia, ti sorprende il fatto che - seppur si tratti di una mano da bambino - sia piena di calli e tagli.

«Mi chiamo Ryu. Tu?» Sorride mentre ti mostra gli spazi vuoti tra le sue labbra, segno che i due incisivi centrali sono caduti da poco. Tutta questa confidenza ti mette a disagio, quindi inizi a fare piccoli passi all'indietro, con l'intenzione di allontanarti il più possibile da quello strano bambino con i capelli anche più corti di quelli di tuo padre.

«Ciao Ryu, mi chiamo [nome]... - rispondi in tutta fretta, aumentando la lunghezza dei passi. Ho bisogno di una scusa... - devo andare a casa! Mia madre mi punirà se arrivo in ritardo!» Il tono di voce che utilizzi è finto da morire, e pure Ryu se ne accorge, guardandoti con un sopracciglio alzato, scettico. Gli regali il peggiore dei tuoi sorrisi - senza volerlo - prima di iniziare a correre a perdifiato verso la fine della piazza. Le gambe ricominciano a farti un male cane, la milza ti si contorce e i polmoni sembrano vogliano esplodere da un momento all'altro.

Haikyuu!! x Reader {Ita}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora