Believe - Tsutomu Goshiki

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03/12/2016

"Sei la luce che mi solleva più in alto,
così in alto nel cielo,
che io credo che insieme voleremo."
• Michael Bublè,
I Believe In You •

Sono le otto di una mattina uggiosa, e sei estremamente in ritardo. Guardi l'orologio [colore] sul polso, e rabbrividisci quando vedi l'orario. «Cazzo!» Esclami correndo verso la tua macchina. Tiri furiosamente fuori dalla borsa le chiavi, e con un sonoro Bip! la apri. Butti sui sedili posteriori la borsa, e sfrecci sulle strade di Tokyo veloce come mai prima d'ora. Hai una conferenza stampa tra un'ora esatta, e già sai che ci arriverai in ritardo.

Quando una macchina ti taglia la strada, un paio di imprecazioni colorite escono dalle tue labbra, e se tua madre fosse stata lì con te, seduta sul sedile del passeggero, ti avrebbe già tirato un bello scappellotto. Scuoti la testa mentre un'espressione di tua mamma arrabbiata ti passa per la testa, e giri il volante a sinistra. Imbuchi una strada ampia, lunga e che finisce davanti ad un palazzo tutto composto di vetro. Scendi dalla tua fedele compagna di avventure, e corri - per quanto i tacchi a spillo te lo permettono - verso l'edificio. Hai la borsa in spalla, il blocco dei fogli tra le mani, e una penna pronta per l'uso. Nonostante molti dei tuoi colleghi usino aggeggi ultra tecnologici per registrare le interviste, tu preferisci sicuramente il vecchio metodo; quello di prendere appunti mano a mano che l'intervistato parla.

Entri nel palazzo ed una donna in tailleur bianco latte ti accoglie con un sorriso. «È una giornalista?» Annuisci, e quasi ti senti una bambina davanti a lei. Avrà sicuramente la tua età, più o meno, e nonostante ciò - con il suo bel vestito firmato, la sua acconciatura elegante - sembra molto più grande di te. I tuoi jeans larghi e strappati, le tue scarpe a punta con tacco a spillo, la tua maglietta bianca e la tua giacca di pelle ti danno sì un'aria professionale, ma c'è qualcosa in questa donna davanti a te che ti mette a disagio.

«Mi può dire la stanza...?»
«Secondo piano, scesa dall'ascensore è la quarta porta a destra.» Non c'è nemmeno il bisogno che tu indichi il nome dell'intervistato, dato che ormai tutto il Giappone lo conosce. Annuisci e ti allontani da quella bambola di porcellana, chiamando l'ascensore. Lasci scendere uomini in giacca e cravatta che ti squadrano dalla testa ai piedi. Non li degni di uno sguardo, e schiacci il pulsante con un bel 2 disegnato sopra. Aspetti impaziente che le porte si aprano, a poi ti fiondi verso la porta in legno di mogano che ti è stata indicata poco prima. Guardi il tuo orologio e un sospiro di gratitudine ti esce dalle labbra, realizzando di essere in anticipo di tre minuti. «Dio esiste.» Sussurri vedendo che ti è stata anche riservata una sedia al centro della sala, proprio davanti a dove si sarebbe dovuto sedere l'atleta.

L'aula è piena di giornalisti provenienti dalle più svariate parti del mondo, e un bancone con sopra le marche degli sponsor è davanti a tutti voi. Accavalli le gambe, mettendo in silenzioso il tuo smartphone. Poggi la schiena sullo schienale comodo delle sedie, e aspetti che l'allenatore della Nazionale di Pallavolo Giapponese entri nella stanza, con la nuova stella nascente. Quando una miriade di flash riempie l'atmosfera, capisci che sono arrivati, e il tuo sguardo viene catturato dal giovane affiancato dall'uomo con la divisa giapponese.

«Ohayou gozaimasu!» Esclama il ragazzo dai capelli bruni e la carnagione pallida. Le tue gote arrossiscono appena alla vista di quel viso d'angelo. Ti emoziona ogni volta sentirlo parlare. Ha un sorriso gioioso stampato in volto, e l'emozione di un bambino davanti ad un negozio di caramelle nei tratti della faccia.

«Come si sente ad essere entrato nella Nazionale, dopo tanti sacrifici?» Ed ecco che le domande iniziano, e né tu né Tsutomu sembrate pronti. Avete entrambi la faccia completamente rossa, una per l'emozione, e l'altro un po' per l'imbarazzo. «Davvero... - sospira - spaesato. - risate generali - No seriamente - anche lui ridacchia - è tutto così bello che quasi non ci credo. Devo ancora metabolizzare il tutto. È... - sorride e alza le spalle - un sogno che si realizza. - scuoti la testa e lo guardi orgogliosa - Ora voglio impegnarmi il più possibile, ed il fatto che ci siano molti dei ragazzi che conosco, con me in squadra, è molto tranquillizzante. Sono tutti fantastici, allenatore compreso - l'uomo al suo fianco sospira divertito - e non avrei potuto chiedere di meglio.» È davvero emozionantissimo..., pensi guardandolo - ogni secondo che passa - con un'espressione sempre più ammirante.

Haikyuu!! x Reader {Ita}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora