Monster - Ushijima Wakatoshi

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25/04/2016

"È un mostro, un mostro bellissimo;
ma non mi importa."
• Ne-Yo,
Beautiful Monster •

Era iniziato tutto con il rumore di una porta spalancata. Spalancata con rabbia, furore; non di certo con grazia. Tu eri seduta sul divano con il portatile sulle gambe, mentre cercavi di studiare l'argomento per il prossimo esame, per l'università. Tuo padre, invece, era seduto sulla poltrona centenaria con un sigaro tra le labbra. Dopo il forte rumore sia tu che il tuo vecchio vi siete alzati di scatto, osservando con stupore la figura davanti a voi.

Subito ti eri accorta che si trattava di un ragazzo - ben piazzato e ben messo in qualunque senso, ma pur sempre un ragazzo - che stava giocherellando con la rivoltella che aveva tra le mani. Spalle larghe, fisico atletico, viso scolpito e capelli scuri... una visione.

«E così ci rivediamo, [cognome]...» La voce era bassa e cavernosa. Tuo padre si era immobilizzato sul posto, lasciandoti confusa. Perché mai un uomo ricco e potente come tuo padre si sarebbe dovuto spaventare alla presenza di un ragazzo qualunque? Non lo sapevi, ma l'espressione del ragazzo inquietava anche te, a dirla tutta.

«Cosa vuoi, Ushijima?» Il tono di tuo padre era fermo, anche se tremava tutto. Tu respiravi velocemente, cercando di far arrivare più ossigeno possibile al cervello, per ragionare meglio. Mentre il presunto Ushijima si avvicinava, tu avevi iniziato a sentire le gambe divenirti di burro. Quando i due uomini avevano iniziato a parlare - poco dopo - tu ti eri già accasciata a terra, i sensi ovattati. L'ultima cosa che sei riuscita a sentire è stato il rumore di uno sparo. Nella tua mente vari scenari con tuo padre disteso a terra, morto, si facevano uno più convincente dell'altro prima che tutto diventò buio. Prima che tutto diventò silenzio.

Ed è con il solo ricordo del viso gentile di tuo padre che ti ritrovi qui, in questa stanza ampia e ben arredata, con le vetrate alte che danno su un magnifico giardino, con un letto a baldacchino molto invitante, una scrivania con una sedia in legno di mogano, ed uno specchio che riflette la tua figura con ancora i vestiti che indossavi a casa: un dolcevita [colore] aderente ed un paio di jeans semplici.

Quando qualcuno apre la porta, il tuo istinto è quello di metterti in guardia, ma i tuoi sensi ancora troppo intorpiditi non te lo permettono. «Ben svegliata.» È la piccola frase che ti riserva l'erede di una delle più famigerate famiglie mafiose del Giappone; quella degli Ushijima. Lo ammiri in tutta la sua esemplare bellezza, ma il suo bell'aspetto non ti fa scordare il motivo per cui sei finita qui. «Mio padre...» Sussurri mentre delle lacrime solcano le tue guance, trovando fine sul tessuto dei tuoi jeans.

«Ha avuto quel che si meritava.» Il suo tono è piatto, mentre dentro te infuria una tempesta di rabbia. Gli spaccheresti volentieri la faccia, se non fosse così grande e grosso. «E SECONDO TE SI MERITAVA DI MORIRE?» Urli con tutto il fiato che hai in gola. Ora le lacrime si fanno più insistenti, e la voce inizia a tremolare. Lui non risponde ma si avvicina, cosa che ti fa indietreggiare sul morbido materasso del letto, facendoti arrivare alla testiera, che blocca la tua fuga.

«Ha pagato il prezzo delle sue azioni.» Vuoi ribattere - e sei conscia che sarebbe meglio per te non peggiorare la tua già precaria situazione - ma non ci riesci. Sai che tuo padre era un mafioso, e non hai mai approvato il suo modo di vivere, ma era comunque tuo padre. Ushijima mantiene le distanze, sta seduto sul bordo del letto e ti osserva. Ti sembra un così comune ragazzo, visto da quest'angolazione.

È bello, non lo puoi negare, ma sono le sue mani sporche di sangue che ti fanno ribrezzo. «E a me? - chiedi. Continui a piangere, ma il tono è duro come la roccia - Cos'hai fatto, a me.» Lui guarda fuori dalla finestra e prende un respiro profondo. «Hai presente il tè che hai preso, questo pomeriggio?» Inizi non capendo, poi tutto si collega e un'idea ti viene in mente. «Dimmi che non l'hai fatto.» Lui alza le spalle. «Dovevo farlo.» La rabbia si impossessa di te e ti siedi meglio sul letto, guardandolo con sguardo truce. «Dovevi drogarmi e uccidere mio padre, per portarmi qui?» Alzi la voce, anche se a lui sembra non dia troppo fastidio.

Haikyuu!! x Reader {Ita}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora