Luke non si presentò a scuola quel giorno e neppure quello successivo.
Ashton era alquanto preoccupato e ne parlò con Calum, ma evidentemente a lui non importava, dato che rispose con una scrollata di spalle.
Ashton a malincuore annuì e cercò di non pensarci, anche se gli era difficile. Il bisogno di accertarsi che stesse bene, stava crescendo sempre di più.Così, quando l'ultima campanella suonò decise di andare a trovarlo, annullando i piani previsti con Calum.
Non aveva la macchina, così pensò di prendere l'autobus. Sperava che Luke in quel momento fosse in casa, sennò avrebbe fatto tutta quella strada per nulla.
Mentre aspettava alla fermata, prese il telefono e cercò sul GPS l'indirizzo di Luke, quello che aveva visto l'ultima volta che ci era venuto.
Salito sull'autobus, pagò il biglietto e andò a prendere posto vicino alla parte posteriore. Collegò gli auricolari al cellulare e guardò fuori dal finestrino - il paesaggio che lo circondava.Era una giornata umida e piovosa, un po' di vento era presente a causa della pioggia caduta, ma ad Ashton non importava. Lui in realtà amava di più le stagioni fredde che quelle calde.
Non era mai stato un amante degli sport all'aria aperta - o qualsiasi tipo di sport - e infatti usava la scusa del credo per rimanere a casa, per questo amava questo periodo.
In più, amava come il paesaggio cambiasse. Gli alberi erano luminosi e colorati, poco prima di perdere la loro magnificenza.
Per non parlare della neve che con quel bianco cosi bello riusciva a nascondere tutte le macerie che si nascondevano sotto.Il bus si fermò ad una fermata distante circa tra isolati dal quartiere di Luke, cosi scese dal mezzo e con l'aiuto del navigatore si incamminò. Seguendo attentamente tutte le informazioni che gli dava. Fortunatamente in giro non c'era nessuno, questo significava che non avrebbe incontrato qualcuno di familiare.
Circa venti minuti dopo di camminata, Ashton si trovò davanti casa di Luke. C'erano due macchine nel viale, cosi pensò che una fosse della madre e l'altra del ragazzo.
Camminò lentamente fino alla porta e bussò gentilmente, tre volte. E qualche secondo dopo, una donna con i tratti simili a Luke, venne ad aprire."Si?" domandò lei con uno strano sorriso.
"Uhm, salve signore. Io sono Ashton Irwin, un ami-compagno di Luke.* si corresse lui, il più veloce possibile.
Il sorriso della donna, da finto si trasformò in uno vero, appena sentì il nome di Ashton.
"Oh, si certo, ti conosco! Prego accomodati, fa come se fossi a casa tua." disse, spostandosi in modo da farlo entrare. "Luke è nella sua stanza, seconda porta alla tua sinistra, tesoro."
Ashton annuì, sorridendole. "Grazie mille, signora..."
"Oh, chiamami Liz, signora mi fa sembrare vecchia."
Ashton rise e le disse che non lo era affatto, poi salì le scale e camminò lungo il corridoio, arrivando davanti alla porta e bussando.
"Avanti!" gridò Luke.
Il riccio prese un sospiro, prima di abbassare la maniglia ed aprire la porta.
Luke era disteso sul letto, con un libro poggiato sulle gambe. La sua testa si spostò, giusto per vedere chi fosse venuto e non appena intravide Ashton, si bloccò immediatamente.
"Ma che diavolo? Ashton, perché sei qui?" quasi urlò e quasi parlò, sedendosi sul letto.
Ashton aggrottò le sopracciglia. "Sono solo venuto a vedere come stavi, dato che non sei venuto a scuola."
Luke mimò un "oh", mentre chiuse il libro.
"Scusa, ma sarebbe maleducati da dire." si scusò.
"Non è la prima volta che tu dica una cosa brutta." gli ricordò Ashton.
Luke aprì la bocca per dire qualcosa, ma subito la richiuse, distogliendo lo sguardo sui suoi fogli. Un silenzio imbarazzante riecheggiava nella stanza.
Ashton stava in piedi a guardare come Luke lo stesse ignorando, l'irritazione ormai era cresciuta. Cosi alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
"Beh, se non hai nulla da dire posso pure andarmene." annunciò girandosi.
"No! Aspetta!" lo pregò Luke, alzandosi in piedi.
Ashton si rivoltò, guardandolo infastidito. "Cosa c'è?"
"P-per favore, resta." gli occhi di Luke vagavano per tutta la camera, senza incontrare mai quelli di Ashton.
"Perché dovrei?"
"Io.." sospirò il biondo. "..io non lo so. Però, per favore resta."
Ashton sospirò ma accettò. Oltrepassò Luke e si buttò sul letto.
"Allora.." iniziò goffamente Ashton.
"Mi dispiace." sbottò Luke.
"Per cosa?"
"Per tutto." sospirò il biondo.
"Sono felice che tu abbia sentito un po' di rimorso." ammise Ashton, con la rabbia evidente nel suo tono.
Era sicuro che non lo avrebbe perdonato con tanta facilità.
Ma Luke ci avrebbe provato in ogni caso.
"Dico sul serio. Ashton, sono davvero dispiaciuto. Sono onesto. Non volevo nulla di tutto ciò, mi dispiace."
Ashton alzò di nuovo gli occhi al cielo. "Si beh, sono stanco dei tuoi 'mi dispiace', Luke."
Quest ultimo rimase in silenzio. Annuì e distolse lo sguardo.
"Allora cosa c'è che non va? Perché non sei venuto a scuola in questi ultimi due giorni?"
Luke si strinse nelle spalle. "Non mi sentivo molto bene."
"Capisco." annuì Ashton, non sapendo cosa dire. "Tua madre sembra carina."
"Lo è." confermò Luke.
Ashton si grattò la nuca. Per la seconda volta, si sentiva a disagio.
"Uhm, quando ritornerai a scuola? Abbiamo bisogno di praticare".
"Non lo so." Luca rispose.
"O-oh, va bene. Luke forse dovrei andarmene."
L'amico lo guardò con tristezza, avvicinandosi a lui e appoggiando una mano sulla sua guancia e accarezzandogliela. Inclinò la testa e prima che accadesse qualcosa, Ashton balzò giù dal letto.
Si dirise velocemente verso la porta ed uscì, scendo le scale e prima che potesse andarsene, Liz fece la sua comparsa.
"Ehi tesoro, rimani a mangiare da noi?" gli domandò lei, gentilmente.
Lui scosse la testa, uscendo infine da quella casa.
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Romeo e Giulietta » Lashton (Italian Translate)
Hayran KurguDopo un'ampia votazione di classe, Ashton, un ragazzo tranquillo che scelse teatro per provare a farsi amici, venne scelto per fare il famoso ruolo di Giulietta tratto dal classico di Shakespeare, in Romeo e Giulietta. E la cosa brutta era che, prob...