Mi voltai sorpresa verso Armaros, ma a quanto pare non ero l'unica.
Tutti, sia demoni che contraenti, stavano fissando il demone dagli occhi dorati.
«Armaros...?» domandai, mentre la sfera di energia illuminava i miei occhi scuri.
Lui fece un mezzo sorriso, piantandosi davanti a me. «Vedi ragazzina, mi servivate tutti voi per aprire questa dannatissima grotta.»
Qualche ingranaggio cominciò a lavorare all'interno della mia testa.
«Ora non mi siete più utili a nulla.»
Mi scansó un gesto secco, scartandomi di lato e avvicinandosi alla sfera; era in procinto di prenderla quando una parete di roccia non si frappose tra loro.
«Quindi il tuo scopo era solo usarci per impossessarti della fonte.» mormorò cupo Amos.
Anche gli altri demoni sembrarono irritati, gli occhi scarlatti che brillavano al buio.
Armaros sorrise crudele. «Come tutti voi d'altro canto.»
In men che non si dica avvertì le auree dei cinque aumentare a dismisura, riempiendo la caverna e facendomi venire il mal di testa.
Ogni sorta di arma comparve nelle loro mani, pronta ad infilzare o a fulminare il proprio avversario.
Solo Armaros sembrò rimanere calmo, rinunciando a chiamare le sue lame.
«Cosa c'è? Già ti arrendi?» domandò arrogante Opaleye.
Avvertì l'oscurità addensarsi intorno a me, dirigendosi verso i demoni e i contraenti. La vidi avvolgerli su di loro come serpenti.
«Opaleye, vorrei ricordarti che il mio potere non si limita al controllo dell'aria.» la avvertì.
Un secondo dopo chiunque si teneva la testa tra le mani, scuotendola e lamentandosi.
Tutti si accasciarono al suolo, stretti ai propri contraenti e delirando, come se fossero costretti ad assistere ad immagini orrende.
«Che gli hai fatto?» gridai.
Armaros sorrise, sgretolando la parete di roccia e afferrando la sfera.
«Non preoccuparti: sono solo illusioni. Il vero dolore arriverà non appena avrò riacquistato il mio potere.»
Detto questo, afferrò la sferà e la inghiottì.
Lo fece per davvero!
L'oscurità piombò su di me, impedendomi di vedere qualunque cosa, ma avvertì chiaramente che qualcosa stava mutando.
Subito dopo udì un grido frustrato, seguito da un colpò molto forte alla parete.
«Non basta! Non ci sono tutti!» gridò Armaros, restituendo luce alla stanza grazie a dei fuochi fauti.
Il suoi occhi brillavano come oro liquido e il suo corpo emanava energia allo stato puro.
Nel momento stesso in cui si girò verdo di me, una lama di ghiaccio lo trapassò da parte a parte, facendolo indietreggiare.
«Sai, ora ricordo tutto.»
Hauros si fece avanti impugnando la falce gelida.
«Dovevo aspettarmelo che la tua mente non si sarebbe fatta ingannare...» mormorò Armaros.
«Dovevo aspettarmelo da un demone che manovra le emozioni.» continuò, ignorandolo. «Questo non è un mausoleo per noi demoni, ma la cassaforte nel quale Samuel Blacke aveva rinchiuso i tuoi poteri!»
Guardai scioccata i due, rivolgendomi poi ad Armaros. «Mi hai mentito? E allora tutti quegli appunti? Quelle note?»
«Sabotate, una ad una. Ci ha manovrati con le sue illusioni.» mi spiegò lui, afferrandomi per il polso e trascindomi dietro di lui. «Fu Samuel ad ordinargli di cancellarci la memoria perchè non ricordassimo nulla. Armaros, però, ci fece il lavaggio del cervello con i suoi poteri.»
Intanto il mio demone si era staccato l'enorme lama che gli aveva provocato un foro enorme nel petto e sembrava piuttosto infuriato.
In men che non si dica, entrambi stavano combattendo, scontrandosi con tanta violenza che temetti per la grotta.
«Lo vuoi sapere perchè i suoi occhi sono gialli e i nostri rossi, Faith?» domandò Hauros, menando un fendente alla testa di Armaros.«Perchè noi quattro non siamo sempre stati demoni: eravamo umani un tempo!»
Armaros rise di gusto, bloccando con la mano la lama della falce. «I peggiori! I più adatti a diventare creature sanguinarie.»
Continuai a guardarli lottare, incapace di fare qualcosa: impotente.
«Ci trasformò e ci costrinse a diventare i suoi sottoposti da cui assorbire energia.» concluse Hauros, cercando di liberare l'arma, ma Armaros la tenne ben stretta.
Vidi l'aria condensarsi attorno al suo corpo e capì che da un momento all'altro l'avrebbe infilzato. Hauros non sembrava in forma e non avrebbe certamente retto ad un attacco simile.
Nel momento stesso in cui le lame avrebbero dovuto perforare il corpo del demone albino, una luce esplose, facendo impallidire quella debole dei fuochi fauti.
«Faith?»
Ero nel mezzo, frapposta a difendere Hauros dalle lame di Armaros.
Gli occhi di Armaros si spalancarono, riempiendosi di cattività.
«Quel bastardo...» mormorò, afferrandomi per il collo.
Sentì l'aria non arrivare più ai polmoni e la faccia perdere colorito.
Probabilmente il demone dei ghiacci si mosse per attaccare il mio aguzzino, perchè Armaros materializzò un'enorme lama d'aria e lo conficcò nel muro.
Le mie orecchie pulsavano per la mancanza di ossigeno, tuttavia fui in grado di udire Hauros urlare dall'altra parte della stanza.
«Non lasciare che la prenda, Faith! Non farti rubare l'anima.»
Armaros parve infastidito perchè indirizzò un'altra lama verso Hauros, che questa volta tacque per sempre.
«Quel bastardo ha diviso i miei poteri. Sai chi ha l'altra parte, Faith?» chiese e per tutta risposta lo guardai con odio. «Tu, ragazzina. Quel delizioso aroma è dovuto ai miei poteri racchiusi nella tua anima.»
Vidi il suo viso non più umano avvicinarsi al mio, la lingua eccessivamente lunga allungarsi verso le mie labbra.
«Lo so che il contratto dice che mi impadronirò della tua anima quando morirai.» continuò. «Ma che ne dici di accellerare i tempi?»
E successe.
Qualcosa dentro di me esplose, compressa dalle emozioni che stavo vivendo in quel momento: odio, risentimento, frustrazione e disperazione fecero scoppiare ciò che si celava in me.
Armaros e tutti gli altri demoni furono scaraventati alla parete, in preda ad ustioni.
Io mi accasciai al suolo, mentre un rivolo di sangue mi colava dal naso.
Un ruggito disumano mi frantumò i timpani, facendomi voltare verso un Armaros completamente ricoperto di ustioni e fumante.
Si rialzò a fatica, raggiungendomi a grandi passi.
Io ero a terra, di nuovo, resa esausta dall'esplosione; era come se la luce avesse prosciugato tutte le mie energie e di certo non ero in grado di contrastare Armaros ancora una volta.
Era finita.
Potevo tenerlo a bada una, due volte, ma era troppo forte per me: si sarebbe rialzato ogni volta.
Fissai quei due mortali occhi d'oro venirmi incontro, pronti a succhiare via la mia vita.
Armaros parve intuire la mia resa, perchè rallentò, sicuro di sè. «Brava ragazzina. Perchè combattere una guerra non tua? Meglio morire in pace...»
Prima che potesse stringere di nuovo il mio collo in una presa mortale, una parete di roccia si frappose tra noi; seguita la scariche elettriche che si abbatterono sul demone fumante; colonne di fuoco sprigionarono calore e perfino una debole stele di ghiaccio mi raggiunse, provando a proteggermi ulteriormente.
Era l'ultima difesa, l'ultimo disperato tentativo di fermare una fine certa.
"Non doveva finire in questo modo." pensai disperata, osservando oltre le lacrime i miei compagni a terra e i loro demoni malconci.
Quella storia era andata avanti per troppo tempo, coinvolgendo la vita di innocenti e mettendola in pericolo: io stessa non avevo voluto fare un patto all'inizio.
"Con un Black tutto è cominciato e con una Black tutto finirà."
Raccolsi le mie ultime forze e mi diressi all'altare dei poteri di Armaros, mentre dietro di me le difese cedevano.
Poggiai entrambe le mani sui simboli alle pareti, i quali si illuminarono non appena entrarono in contatto con la mia pelle. Sentì il mio corpo ricaricarsi con una nuova energia, dandomi una sensazione di potenza.
Non sapevo bene cosa stessi facendo, ma sapevo che era la cosa giusta da fare.
Era il mio destino a guidarmi.
Un'esplosione di luce ancora più violenta delle altre sgretolò la grotta, sbriciolando le pareti.
Tutti ne furono investiti, me compresa.
"È davvero finita."
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Black Faith
Misteri / ThrillerLa vita di Faith è una monotona routine che si ripete da quando è venuta al mondo... O almeno fino a quando il suo defunto nonno non le lascia in eredità una chiave d'argento che apre l'unica porta della vila dei suoi nonni che è sigillata da anni. ...