Chapter 3.

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'Se è di nuovo quell'Harry gli mollo uno schiaffo' pensai. Mi voltai lentamente come se non volessi sapere chi fosse e me lo ritrovai d'avanti con un sorrisino imbecille e quegli occhi verdi che mi scrutavano furbamente. 

-Cos'è, mi pedini anche adesso?- Gli chiesi con un tono spazientito. 

-Non farti illusioni mora, io lavoro qui!- Mi disse indicandomi il bar alle sue spalle.

-Non mi sto facendo illusioni visto che vorrei tanto essere lasciata in pace da te!- Dissi scocciata.

-Dai, nessuna resiste al mio fascino.- Mi disse poggiandomi una mano sulla spalla.

-Non vedo nessun fascino e non toccarmi!- Dissi togliendomi la sua mano di dosso.

-Tu sei schizzata!- Mi disse toccandosi la testa.

-E se sono schizzata allora non rivolgermi più la parola riccio!- Dissi andandomene.

Non lo sopportavo per niente, più volevo scansarlo e più me lo ritrovavo davanti. Quella settimana passò veloce. Al lavoro andava tutto bene e la casa incominciava sempre di più ad avere del mio al suo interno. Non ci fu nulla di esaltante in quei giorni tranne i sogni che facevo ogni notte. Sognavo sempre quel ragazzo riccio che mi portava in posti bellissimi ma non riuscivo a vederlo mai in volto. La Domenica mattina, ritornando da una passeggiata mi accorsi che avevo della posta nella buca delle lettere. Mia mamma mi aveva spedito una lettera.

Cara Charlotte,

volevo dirti che ci manchi tantissimo ma che siamo contenti che tu stia bene. Leggendole, le tue parole, hanno fatto piangere mamma e anche papà ne ha perse di lacrime. Esatto sono Greg e volevo dirti che molto presto verremo a trovarti con una sorpresa che spero sarà di tuo gradimento. Da quando non ci sei la casa è calma e questo dovrebbe essere un bene mentre non lo è affatto. A volte mi ritrovo a piangere come quando da bambino vedevo uscire mamma per andare a fare la spesa e avevo paura che non tornasse, solo che lei poi tornava ma tu non tornerai. Mi manchi sorellina e vorrei tanto averti qui accanto a me. Scusami se non ho fatto niente per te ma ero come disarmato. Ad ogni modo sappi che io, mamma e papà ci saremo sempre per te perchè ti vogliamo bene e nonostante tu sia andata via te ne vorremo per sempre. Ci vediamo presto sorellina.

La cosa che odiavo di più dello scrivere lettere era riceverle perchè finivo sempre in un mare di lacrime come in quel momento. Presi il telefono e chiamai a casa, avevo bisogno di sentire le loro voci.

-Mammaaaaa!- Urlai.

-Oh tesoro mio, come stai?-

-Tutto bene mamma, domani incomincia il mio corso di fotografia avanzata.- Dissi felice.

-Sono contenta per te cara. A lavoro tutto bene? Sono simpatici i colleghi?- Mi chiese con tono interrogatorio.

-Si mamma tutto bene. Voi piuttosto? Come procede la vita a Bellbook?- Chiesi.

-Oh tutto bene tesoro, l'azienda di tuo padre non è mai andata così bene.- 

-Allora? Quand'è che venite?- Chiesi impaziente.

-Credo che Lunedì prossimo saremo da te.-

-Ma mamma manca una settimana.- Mi lamentai.

-Tesoro abbi pazienza.- Mi disse con il suo solito tono rilassato.

Parlammo tanto quella sera e decidemmo che non appena sarebbero venuti avremmo fatto un giro di Londra tutti insieme. Mi addormentai non appena chiusi il telefono e sognai il riccio che mi diceva che sarebbe andato tutto bene. Che ne sapeva lui? La sveglia mi fece capire che era ora di alzarsi così uscii da sotto le coperte e andai in cucina a fare colazione. Ero particolarmente in fermento quella mattina, mancavano poche ore al mio corso di fotografia. Mi lavai, mi cambiai e presi il bus per andare a lavoro. Ci fu un viavai di persone quel giorno tra bambini adulti e anziani. Uscii alle 15 in punto e andai a mangiare da Nando's sperando di non incontrare lo scocciatore anche se era ormai una settimana che non lo vedevo. Non lo incontrai, così, dopo aver pagato il conto, andai a farmi una passeggiata e a scattare qualche fotografia. Mi diressi verso il parco giochi, adoravo fotografare i bambini anche perchè erano i soggetti più spontanei al mondo così, dopo aver chiesto il permesso alle mamme e rassicurandole che era per un corso di fotografia e che le foto non sarebbero finite in nessun sito web, incominciai a fotografare i bambini. C'erano due gemelli biondissimi e una bambina di circa quattro anni che correva a destra e a manca senza stancarsi mai. Mi adagiai su di una panchina a guardare le foto e intanto mi accesi una sigaretta.

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