Prologo

529 17 3
                                    

Emma
Appena spalacammo la porta, il mio desidero di libertà, felicità e ritrovamento, scomparve all'improvviso.
Quello che ci trovammo di fronte non era nulla in confronto alle parole della donna del video. Sembrava quasi finto vederlo nelle immagini, dietro a uno schermo.
Quel mondo era andato del tutto, sembrava non esserci nemmeno una forma di vita sulla terra, speravo non fosse così.
Avendo quell'aspetto nessuno riuscì a capire in che zona ci trovavamo. Quello che avevo di fronte era un miscuglio tra desolazione e abbandono, colorato dalla disperazione delle dune di sabbia, con resti di costruzioni, ormai consumate dal tempo e dal calore.
Sentii la mano di Thomas stringere forte la mia, come non volesse lasciarmi più, quasi volesse proteggermi dal nulla che ci circondava.
-Dove diavolo siamo?- domandò Winston superando me e il ragazzo, poggiando per primo il piede sulla sabbia.
Il suo viso fu indescrivibile. Non pensavo si potessero provare tante emozioni contemporaneamente. Mostrava una sorta di delusione, rabbia, tristezza e soprattutto un senso di abbandono indescrivibile.
Si guardava attorno, con la bocca spalancata, lanciando continui sguardi a quello che restava della nostra vecchia vita. Ci avevano portato via i ricordi, era un bene o un male? Avrebbe fatto maggior danno sapere?
Scivolai dalla presa di Thomas e raggiunsi il ragazzo, che ora era appoggiato a terra sulle ginocchia, passandosi tra le dita i granelli di sabbia.
La testa cominciò a farsi pensate, mentre immagini veloci mi scorrevano davanti, facendomi pulsare le tempie. Non avevo mai faticato così tanto per acchiappare un ricordo.
Martina mi prese per le spalle e mi scosse leggermente, facendomi ritornare in me stessa, sorpresa da quello che mi era capitato.
-Tranquilla, è successo anche a me-
Un rumore attirò l'attenzione di tutti, portando i nostri sguardi in alto.
Una specie di elicottero stava per sorvolare sopra di noi.
-Nascondetevi!- urlò Marty.
Nessuno esitò a disobbidire, l'istinto di Martina ci aveva salvato in più situazioni.
Dopo un continuo vagare di sguardi in cerca di riparo, Newt indicò un edificio che si manteneva ancora in piedi, poco distante da noi.
Cominciammo a correre, facendo riaffiorare i ricordi all'interno del labirinto.
Correvamo come se la nostra vita dipendesse da quello, perché in effetti era così.
In breve tempo, ragiuggemmo quella che passo dopo passo si presentava come una piccola casa e, forzando la porta con un bastone ancora integro dopo i dolenti, riuscimmo ad entrare.
Mentre tutti tenevano d'occhio quella cosa sorvolare la casetta, io mi guardai attorno.
Fitte tende coprivano le finestre, legate tra di loro, formando una lunga catena.
Delle candele erano poggiate al centro di un tavolo, con ancora la cera che colava. Un letto disfatto era di fronte ad esse, con coperte sporche e strappate, complementari a un cuscino lurido di una sostanza marrone, non volevo scoprire di che si trattava.
Affianco a quel trasandato letto si tratteneva il suo spazio gelosamente un enorme armadio, caratterizzato da graffi che ricoprivano entrambe le ante.
Lanciai uno sguardo a quella che poteva essere una zona cucina, notando dei barattoli aperti, posizionati disordinatamente vicino ai fornelli, incrostrati di sporcizia.
-Ragazzi- sussurrai attirando l'attenzione di tutti.
-Qui ci abita qualcuno- dissi accompagnando le mie parole con dei movimenti delle mani, cercando di tenere la situazione sotto controllo.
-Esatto ragazzina- dall'oscurità della cucina apparve un uomo anziano, che cercava di tenere puntato verso di noi un fucile, tentando di resistere a delle scosse corporee.
Istintivamente tutti noi alzammo le mani, mostrandogli di non avere armi oltre al bastone.
-Che ci fate qui fuori?- domandò, delineando un sorriso privo di alcuni denti, e i restanti di un giallo accesso, coperto da punti neri evidenti.
-Siamo appena usciti da un labirinto- Frypan non fece molti giri di parole dicendo al vecchio da dove eravamo provenienti.
Abbassò il fucile, piegando la testa di lato, facendo scomparire ogni traccia di sorriso dal suo volto.
-Immuni- parve che solo io sentii quel suo bisbiglio, mentre stava passandosi una mano tra i restanti capelli, cominciando a camminare per tutta la stanza.
-Non sono venuti a prendervi?- chiese ad un tratto, puntandoci un dito contro.
-Chi?- Martina fece un passo avanti, ma Newt la bloccò, trascinandola al sicuro tra le sue braccia.
-Gli aerei.. la C.A.T.T.I.V.O- quelle parole uscivano dalla sua bocca non del tutto, lasciando incastrata in gola la voce.
Io e Marty ci scambiammo uno sguardo.
-Fidatevi di me, siete più al sicuro qui con me- quelle parole stavano mettendomi in difficoltà. Chi diavolo era qull'uomo?
-Dove siamo?- Minho sembrò essersi risvegliato, togliendo gli occhi da un buco nella tenda sulla finestra.
-Voi, ragazzi miei, siete nella zona bruciata-

Start From Scratch:The New Age||SequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora