Start From Scratch:The New Age||Sequel

Capitolo 7

Emma
Thomas mi prese il viso e mi avvicinò a lui, appoggiando le sue delicate labbra sulle mie.
Non mi aspettai una reazione del genere, ma fu meglio di qualsiasi altra aspettativa. Restammo soli, attaccati, impauriti nello staccarci, dimenticando tutto, pensando solamente a quel momento.
S

orrisi, imitata dal ragazzo che mi guardo dritto negli occhi, spostandomi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, non staccandomi gli occhi di dosso.
Mi prese le mani, stringendole sempre più forti.
-La ragazza che amo- sussurrò avvicinandosi al mio orecchio.
Le sue forti ma stanche braccia mi abbracciarono come non mai, per poi farci baciare nuovamente.
Andammo nel salotto, osservati da tutti, con un'espressine felice ma piena di dolore.
-Dove è Martina?- domandai ad un tratto.
Minho con il viso mi indicò una porta in fondo a un buio corridoio.
-Vengo anche io?- domandò Thomas.
-Ce la posso fare- dissi sciogliendo quell'intreccio tra le nostre mani.
Camminando non feci a meno di notare delle strisce di sangue tracciate sul muro, da entrambi il lato. Toccai il sangue, era molto secco, chissà che successe tra quelle pareti.
Bussai alla porta che lasciava trapassare la luce tenue di un nuovo giorno.
Nessuno rispose, temetti persino di aver sbagliato stanza, ma provai comunque ad entrare. Girai la maniglia, ma la voce di Marty mi bloccò sul posto.
-Non ho detto che puoi entrare- la sua voce parve cupa, potevo immaginare l'inferno che stava passando.
-Ti aspetto fuori- dissi appoggiandomi alla porta, incrociando le braccia, assumendo un'espressione da guardia del corpo.
Sentii l'appoggio scomparire dietro di me, ripresi l'equilibro e guardai Martina, che camminava a testa bassa.
-Forza vai- disse indicando il bagno, mettendosi al mio posto.
Non capì che io in realtà ero lì per lei, ma la accontentai, entrando in bagno, guardandomi attorno.
Un'enorme specchio crepato mi saltò subito all'occhio.
Mi avvicinai, controllando la mia situazione. C'erano stati giorni migliori. Non capivo come Thomas mi trovava bella persino in quelle condizioni. Sorrisi istintivamente, pensando a lui, ma un oggetto dietro alla vasca attirò la mia attenzione.
Non lo avevo notato prima, ma il colore rosso spiccò nel riflesso dello specchio.
Presi quel frammento di qualcosa di appuntito e ci passai un dito sopra: il sangue che lo impregnava era ancora caldo.
Persi alcuni battiti, con il respiro affannato spalancai la porta del bagno, trovandomi davanti Marty che aspettava impaziente.
-Che hai fatto?- domandai cominciando a toccarle il corpo, cercando tracce di ferite o di sangue.
-Ma che stai facendo?- Martina cominciò a dimenarsi, evitando il mio contatto.
-Che diavolo è questo?- estrassi il frammento dalla tasca, mettendolo sotto il naso della ragazza, che deglutii, per poi rimanere tranquilla.
-Che diamine ne so? Sarà stato di qualcuno qui dentro! C'è pieno di sangue qui attorno!- si giustificò.
-Quel sangue- strinsi i denti, indicando la parete impregnata del liquido -è di chissà quanto tempo fa, è secco- la bugia di Martina rimbombò nella mia testa.
Seguii tutti i suoi movimenti con gli occhi, notando come stringeva la felpa con le dita, cercando di allungarla il più possibile. Credetti che fosse il nervoso e il dolore, finché cadde una goccia sul pavimento. Sembrò non accorgersene, mentre io mi piegai e passai un polpastrello sul liquido.
Alzai lo sguardo verso Marty, che stette per entrare nel bagno, ma la bloccai dal braccio che stava perdendo sangue.
Gemette di dolore, e fu costretta a rimanere vicina a me.
Le alzai la manica, ignorando le sue continue richieste di smetterla.
Il suo braccio era avvolto in uno straccio, impregnato di liquido rosso, che sembrava non fermarsi più.
Le tolsi quel residuo di qualche indumento, per poi trovarmi di fronte un terribile spettacolo.
Rimasi a fissare la situazione della mia amica, per poi guardarla negli occhi, uno sguardo pieno di dolore, che penso non dimenticherà mai.
Ma prima di poter anche solo dire una parola, mi cadde davanti,svenuta.