Capitolo 8

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Emma
Presi a 'mo di sposa Martina, a peso morto, con la testa che penzolava sulle mie braccia, gli occhi chiusi, il respiro lento.
In quegli ultimi giorni la forza era una caratteristica mancante. Eravamo tutti affamati e continuavamo a correre, a scappare da ogni pericolo.
Attraversai il corridoio il più velocemente possibile, sentendo il corpo di Martina scivolarmi tra le braccia, farsi sempre più pesante.
Spalancai la porta che separava me dal resto del gruppo con un calcio, non mi importava del rumore.
Erano tutti sdraiati per terra, con lo sguardo verso il vuoto, ma appena sentirono la porta sbattere, mi rivolsero i loro occhi.
-Che diavolo  è successo?- urlò Minho togliendomi Martina, appoggiandola su un tavolo dal legno marcio.
-Perché le sue braccia sono in questo stato?- Chuck si avvicinò alla ragazza, osservando gli arti superiori, ancora sanguinanti.
-Winston prendi il disinfettante che rimane e le bende!- Frypan mi spostò bruscamente, mettendo uno zaino sotto il capo di Marty.
-Perché non parli?!- urlò Minho in preda al panico.
-Urlarle contro in questo modo non aiuta- rispose Thomas, afferrandomi, chiudendomi in un abbraccio.
Portai i pugni alla bocca, cominciando a mordere le nocche, iniziando a piangere per la paura, l'ansia, i sensi di colpa.
Sembravo una bambina, disperata, tra le braccia di qualcuno per non crollare.
-Ce la farà?- domandai ad un tratto, quando Winston finì di curarle i polsi.
-Il respiro si fa sempre più lento- guardava Martina con una sorta di speranza negli occhi. Non era un medico, un dottore, ma era meglio di niente.
-Perché lo ha fatto?- Chuckie le teneva la mano, accarezzandogliela.
-Per Newt- dissi io, parlando sottovoce, quasi per paura di essere sentita. -E per tutti noi-
Restammo in silenzio, aspettando qualcosa, una sorta di miracolo.
-Ehi, no no no.- ad un tratto Frypan cominciò a scuotere Martina.
Mi staccai da Thomas, che stava ancora controllandomi.
-Che succede?- domandai avvicinandomi al tavolo.
-Non respira!- Minho cominciò a cercare di risvegliarla, dandole leggere sberle sul viso, cercando di simulare un massaggio cardiaco.
-Forza!- eravamo tutti nel panico per accorgerci che la porta si era aperta.
Una mano insanguinata si poggiò sulla spalla di Minho, che sobbalzò.
Alzai lo sguardo.
-Lei è la mia donna- Newt si abbassò, tappando il naso a Marty, alzandole il mento, cominciando a farle la respirazione bocca a bocca, per poi alternarla facendo quello che prima tentava di fare il velocista.
Persino Newt stava per perdere le speranze, con gli occhi stanchi e vestiti strappati,  finché la ragazza distesa si alzò di scatto, respirando con la bocca affannosamente, cercando aria per i polmoni che fino a pochi secondi prima erano rimasti senza ossigeno.
Si voltò verso il suo salvatore e scoppiò a piangere abbassando lo sguardo verso le sue braccia.

Newt le passò un dito sul viso, cercando di pulirle il sangue con cui lui stesso l'aveva sporcata, peggiorando la situazione.

-Sono un disastro- disse sorridendo, lasciando scendere una lacrima.

-Non..- prima che Marty potesse dire qualcosa, controbattere, le labbra del ragazzo si poggiarono sulle sue, zittendola, facendola stare bene, facendole perder tutte le insicurezze, le paure.

Oggi doppio capitolo perchè siamo bravissime.
XoXo
Emty.

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