~Ten~

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*Giulia's point of view*
D'un tratto Daniele sobbalzò, mi spaventai non capendo a cos'era riferito quel gesto.
"Daniele..tutto apposto?" chiesi confusa.
"ce l'hai 'no Skate? o un penny?" chiese entusiasta.
Oh no.
"si..ho un penny..perché?" chiesi ancora più confusa.
"prendilo" disse ancora più entusiasta di qualche secondo prima.
Andai a prendere il mio penny, era tutto nero ed era un regalo che mi avevano fatto al mio quattordicesimo compleanno.
Tornai in sala con il penny in mano e vidi Daniele che mi porgeva il mio giacchetto.
"dai mettilo su, ora usciamo" disse quasi come se fosse un ordine.
Feci come mi aveva detto e chiusi la porta di casa dietro di noi.
Daniele mi portò in una piazzetta desolata, vuota.
"ora ti insegno ad andare sullo Skate" disse contento il ragazzo.
"oh no, caro" dissi leggermente spaventata io.
"hai paura?" chiese lui.
"si" ammisi.
"dai ci sono io" disse con il sorriso cercando di convincermi.
"appunto per quello ho paura" dissi ridacchiando.
"dai sali, ti tengo io" disse,facendo finta di non aver sentito quello che avevo appena detto.
Mi porse le mani e le afferrai cercando di salire su quel coso.
Dopo vari tentativi riuscii a salire senza far partire il penny sotto ai miei piedi.
"giuro che se mi fai cadere.." venni interrotta.
"non cadrai" disse divertito lui.
Stronzo.
"Ora che FINALMENTE sei riuscita a salire metti un piede a terra" continuò il ragazzo.
"vuoi dirmi che tutta la fatica che ho fatto per salire non serviva a niente? ora devo davvero mettere giù il piede?!" sbottai incredula.
"si. Ora metti giù sto dannato piede" concluse Daniele.
Misi il piede a terra con estrema cautela per paura di cadere.
"ora che l'hai messo giù, prova a spingere con il piede per far muovere lo Skate" spiegò Daniele.
Lo guardai seria.
Ma mi stava prendendo per il culo?
"ehm si certo, un altro giorno. Per oggi ho fatto abbastanza progressi" affermai guardandolo.
"no, oggi imparerai ad andare sullo Skate." rispose sostenendo il mio sguardo.
"oh che palle, e va bene" decisi di provarci.
Tornai alla posizione precedente.
"Daniele, se mi lasci finisci male" lo avvertii.
"tranquilla" rispose calmo.
Tranquilla un cazzo.
"dai prova" disse controllando che la mia posizione fosse adeguata.
Provai.
Il penny partì e Daniele mi salvò da un imminente caduta.
"Oh cristo, grazie" lo ringraziai riconoscente.
"prego, riprova" disse ancora ridendo.
"non ridere" dissi cercando di stare seria.
Frenò le risate guardandomi, ma si vedeva che si stava trattenendo.
Istantaneamente all'unisono scoppiammo a ridere.
Recuperai il penny, presi le mani di Daniele e riprovai a salire sulla tavola.
"sta volta fai piano. Non come prima che hai fatto uno scatto della miseria eh" mi avvertì ridacchiando.
Ascoltai il consiglio e pian piano lo Skate iniziava a muoversi.
Dopo qualche secondo presi dentro un sasso e il penny partì all'indietro mentre io, se non ci fosse stato Daniele a deviare la caduta, avrei fatto un salto in avanti.
"grazie. dinuovo" dissi ridacchiando.
"la prossima volta che vedi qualcosa davanti dimmelo o prova a girare, il penny non è mica un carro armato che passa sopra ad ogni cosa eh" ironizzò lui, prendendomi per il culo.
"se lo avessi visto non credi che mi sarei fermata? e poi come diamine si fa a girare con sto coso?!" chiesi confusa.
"quando si ha entrambi i piedi sullo Skate devi spostare il peso dalla parte in cui vuoi girare. Ovviamente la pressione del peso dev'essere nè troppa nè troppo poca." spiegò lui come se fosse una cosa ovvia.
"okay, prof Sodano" dissi sghignazzando.
"ha-ha-ha, ora riprova" disse, mentre guardava che davanti a me non ci fosse nulla.
Tornata alla solita posizione Daniele decise che fosse meglio che io mettessi tutti e due i piedi sulla tavola e che fosse lui a guidarmi.
"adesso ti sto guidando, tu devi dirmi da che parte devo girare, però per girare fai come ti ho detto, io ti sto solo mandando avanti" mi disse mentre camminava tenendomi le mani per trascinarmi accanto a lui.
"giriamo a destra" riferii.
Provai a fare quello che mi aveva detto..ma la pressione deve essere stata troppa e finii per cadere.
"Ti avevo detto di non lasciarmi" fulminai il ragazzo difronte a me con lo sguardo.
"si ma se mentre giro tu decidi di cadere dalla parte opposta come faccio a non farti cadere?" rispose ridendo.
"la prossima volta prendimi" questa frase uscì quasi come una supplica.
Successivamente mi tese le mani e le afferrai.
Provammo molte altre volte e finalmente trovai l'equilibrio sulla tavola.
"brava. Ora devi solo imparare a mettere giù il piede" mi disse Daniele.
Partii con il penny, con Daniele affianco per sicurezza.
"non lasciarmi le mani" lo informai.
D'un tratto, non so bene come, ci ritrovammo entrambi a terra.
"non cadrai, disse" dissi io facendo il verso.
"intanto so caduto pure io, che voi" rispose ridendo.
"poi intanto le mani non te le ho lasciate, di che ti lamenti?" continuò mentre ancora rideva.
*Daniele's point of view*
Mi alzai, le porsi le mani per tirarla su e le chiesi che ore fossero.
"non lo so..ho lasciato il telefono a casa" disse lei.
"no, te l'ho messo nella tasca della giacca" l'avvisai.
Guardò l'orario e successivamente mi rispose.
"è tardi..sono le 19.02" disse.
"andiamo a mangiare?" le chiesi.
"si, vieni da me?" mi chiese Giulia.
"si, dai andiamo" affermai.
Dopo pochi secondi Giulia intrecciò le sue mani con le mie.
Non me lo aspettavo.

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