~Fifteen~

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*Giulia's point of view*
Mi svegliai molto infastidita.
Non solo per il fatto che erano le 10.47, ma perché la sera precedente non avevo messo il muto al cellulare, quindi sentii tutte le notifiche.
Irritata da questo terribile brulicare di suoni, sbloccai il telefono per vedere cosa lo stava facendo andare in escandescenze.
Whatsapp: 55063 messaggi non letti.
"come cazzo è possibile" brontolai tra me e me.
Aprii il social e scoprii il motivo di tutte quelle notifiche.
Delle fan avevano trovato, non so in che modo e sinceramente non lo voglio sapere, il mio numero di telefono.
Erano tipo sette ragazze che mi avevano scritto nella chat privata e ognuna di esse mi aveva aggiunto in un gruppo con almeno 70 persone.
Mi era già capitato che qualcuno trovasse il mio numero, ma mai lo hanno dato in giro.
Decisi di uscire ed eliminare tutte quelle chat, compresi i gruppi, nei cui messaggi c'erano anche commenti di odio..
Se mi odiate perché volete a tutti i costi avere il mio numero?
Perché volete scrivermi?
È un controsenso, non vi pare?
Bah.
Dopo essermi stiracchiata, andai in bagno e mi feci una doccia veloce, per svegliarmi completamente.
Asciugata, mi diressi nuovamente in camera per vestirmi.
Afferrai dei jeans a caso e una maglietta nera a maniche lunghe, infilai gli anfibi anch'essi neri e mi incamminai verso la stanza di mia sorella.
Aprii la porta e la trovai davanti all'armadio pensierosa, successivamente notai la valigia aperta dietro di lei.
"vai..da qualche parte?" le chiesi.
"ehm..devo andare per lavoro a Milano per una settimana.." ammise.
"ah, magari dirmelo" risposi alzando le sopracciglia.
"eh.." ammiccò.
"mi avresti lasciato un biglietto, ammettilo" domandai retorica.
Annuì.
"va beh, dimmi se ti devo accompagnare in stazione, ora esco un po'" le riferii uscendo da camera sua.
Presi la giacca, il telefono, le cuffie e fui pronta per uscire.
Appena varcata la soglia di casa feci partire una playlist a caso che iniziò con Youth di Troye Sivan.
Come amo quella canzone.
Ma la domanda che mi tormenta è..PERCHÉ TROYE DOVEVA ESSERE GAY?!
Tralasciando i miei pensieri su un essere vivente stupendo chiamato Troye, iniziai a canticchiare la melodia della canzone, fregandomene altamente della gente che mi sentiva.
Da esperta malata mentale quale sono, misi la riproduzione continua della canzone, mi piaceva e mi faceva pensare a quanto fosse importante l'adolescenza, gli amori di quegli anni..
D'un tratto la bellissima voce di Troye si interruppe, guardai per vedere quale fosse il motivo: qualcuno mi stava chiamando.
Davide.
"Davide spero che tu abbia una buona ragione per avermi chiamato" risposi secca.
"oi, qualcuno oggi si è svegliato con la luna storta?" ammiccò lui.
"si, dimmi" cercai di tagliar corto.
"me serve la Go-Pro" sospirò lui.
"Davide, non ne avete mica una lo sai vero?" domandai.
"lo so, ma le altre le ha Daniè" si giustificò.
"eh, gliele chiedi" risposi ovvia.
"non è in casa" trovò nuovamente una scusa.
"okay mo' arrivo, scassa palle" ridacchiai.
Feci ripartire la canzone, corsi a casa, presi la Go-Pro e andai dritta a casa Sodano.
Arrivata a destinazione venne ad aprirmi Daniele.
"non puoi proprio vivere senza di me eh?" chiese lui con un sorriso malizioso.
"ho vissuto benissimo fino a qualche giorno fa" lo spensi con queste parole.
Lo schivai ed entrai in casa per dare la fotocamera a Davide.
Mi guardai intorno ma di lui non c'era traccia.
"do' sta Davide?" chiesi girandomi verso Daniele.
"fori" rispose andando in camera sua.
"non sei d'aiuto" ammiccai.
"senti ma che voi?" disse tornando da me.
"tiè va, così vado, ciao" gli lasciai tra le mani la piccola telecamera e mi avviai verso l'uscita.
*Daniele's point of view*
Mi lasciò con la Go-Pro in mano e si diresse verso la porta d'ingresso.
Velocemente posai la telecamera sul divano e scattai verso di lei prendendola per la vita e sollevandola.
"Daniè che cazzo fai?" chiese ridendo.
"te faccio passà lo scazzo" risposi ridendo a mia volta.
"idiota" disse lei ancora ridacchiando.
Aprii la porta di casa, sempre con lei in braccio e uscimmo fuori.
"Daniè" ammiccò.
"oi" risposi.
"uno, lasciami giù, due, sei in pigiama" mi riferì scoppiando nuovamente in una ritmica risata.
"shh, zitta" ridacchiai.
"mo' me vuoi lasciare giù?" chiese insistente lei.
"no" risi.
Sentii pian piano che la presa su di lei mi stava scivolando, perciò misi prontamente una mano sulla sua coscia per non farla cadere.
"Daniele, ti prego, leva quella mano" disse lei distaccata.
"era per non farti cadere" mi giustificai.
"sempre con la battuta pronta eh?" ammiccò.
La misi a terra.
"grazie" mi rivolse un finto sorriso.
"quando sei con me non devi fingere sorrisi" la avvertii.
"vedrò di ricordarmelo" rispose lei.
"va beh, ora vado a casa, ci si vede" mi salutò.
"ciao" ricambiai il saluto.
*Giulia's point of view*
Elisa mi aveva mandato un messaggio, dovevo accompagnarla in stazione.
Guardai velocemente l'orario per poi dirigermi a casa.
11.51, lei aveva il treno alle 12.44,ma si ce l'avremmo fatta.
Corsi a casa e arrivai in una decina di minuti.
"finalmente sei arrivata!" esclamò Elisa.
"oh senti, muoviti, metti la valigia in macchina, arrivo subito" le dissi correndo dentro casa.
Mi avviai velocemente in camera mia, presi il porta CD e corsi nuovamente fuori casa, chiudendo la porta dietro di me.
"muoviti, che aspetti!" strillò Elisa.
"cazzo Elisa rilassati" ribattei.
"fanculo" sputò la bionda.
"se farai così per tutto il tragitto ci vai da sola in stazione, hai capito? o vuoi un manuale con le istruzioni per idioti?" la provocai.
Rimase zitta, sapeva che avrei avuto l'ultima parola in qualsiasi caso.
Dopo una buona mezz'ora arrivammo.
Fece il biglietto e dopo poco partì.
Tornai in macchina, infilai il CD nello stereo dell'auto e partirono delle canzoni,le cui ognuna aveva un ricordo specifico.
Dopo varie canzoni, accesi il motore della macchina e mi diressi verso casa.
*Daniele's point of view*
Tornato a casa chiamai Davide al cellulare.
"perché hai fatto venire Giulia se eri fuori?" sbottai.
"me so dimenticato" si <scusò> Davide.
"bugiardo" risposi per poi attaccare.
Appena bloccai il telefono si illuminò lo schermo, mi era arrivato un messaggio.

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