~Eighteen~

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*Daniele's point of view*
Mi aveva "perdonato".
Sono stato salvato da una rosa hahaha.
Dopo poco mi arrivarono un paio di notifiche dal telefono.
La sorella di Giulia aveva condiviso il video su Facebook e aveva scritto: "Giù sei fortunata, Daniè la prossima volta non so se una rosa basterà, hahahah. che cari che siete😍🤗" e taggò sia me che Giulia.
"perché ridi?" mi chiese essa.
"tua sorella è una cretina" commentai io mostrandole il cellulare.
"che cogliona.." sghignazzò lei.
"Daniè" ammiccò.
"mh?" la guardai.
"come sapevi della rosa nera?" chiese con lo sguardo che ballava tra me e la rosa che ancora teneva in mano.
"ti ascolto" risposi semplicemente.
Successivamente accadde una cosa che mai avrei potuto immaginare.
Prese la mia mano e la intrecciò con la sua, per poi mettersi sulle punte dei piedi e sussurrarmi all'orecchio un "grazie davvero, ma non dovevi comprarmi una rosa".
Non capivo perché stesse bisbigliando, dato che eravamo da soli in casa, ma non mi dispiaceva.
"si dovevo, era il minimo per averti vista in intimo" risposi sussurrando a mia volta.
"già, hai ragione" ridacchiò sul mio collo.
"non sarà l'ultima rosa nera che avrai da me" le riferii.
"perché?" chiese confusa lei.
"perché avevo in mente di regalarti una rosa nera ogni volta che ti vedo in intimo" dissi.
"Daniele! potevi anche evitare" mi stordì il timpano.
"hahaha scusa ma dovevo" ammisi.
"imbecille" rispose staccandosi da questo nostro contatto.
"guarda che sono serio" riferii.
"allora per mia disgrazia non avrò più rose nere" disse lei tra sè e sè.
Era girata di schiena e decisi di farle uno scherzo.
La presi per la vita e me la caricai addosso correndo per tutta la casa.
"Daniele mettimi giù!" ordinò lei.
"no, mettiamo giù la rosa però" risposi io.
Presi la rosa e la posai sul tavolo.
Successivamente ripresi a correre come un dannato.
"Danieleeeeee!" ripeté lei.
"lo so che in fondo ti piace" la sgamai io.
"non è vero" rispose lei.
"ora mettimi giù" insistette.
Dopo vari giri della casa la lanciai sul divano.
"Daniele sei un ritardato" mi disse lei.
*Giulia's point of view*
Sul suo viso comparve un sorriso malizioso.
"perché fai quella faccia?" domandai confusa.
"mi provochi." disse lui.
Non capii e lui lo notò.
"mi sa che ti devo comprare un'altra rosa" ammiccò lui con un tocco di perversione nella voce.
"perché?" continuai a non capire io.
"di solito sotto alle felpe si dovrebbe mettere anche la maglia" rispose lui.
Il mio sguardo scese verso la felpa la cui cerniera si era abbassa di qualche centimetro e si poteva intravedere il reggiseno.
"e tu non mi devi guardare e specialmente non devi abbassarmi la cerniera della felpa" lo avvertii riallacciandomi l'indumento.
"uno, come posso non guardarti? due, non l'ho fatto apposta" si giustificò lui.
"sese va bene" accennai.
*Daniele's point of view*
Iniziai a pensare che si fosse ri-arrabbiata con me.
"sei arrabbiata?" le chiesi.
"sei tu che mi fai arrabbiare" disse lei girandosi verso di me.
"non lo faccio apposta" mi giustificai.
"è questo il punto" rispose.
Detto ciò si avviò verso la sua stanza ed io come un cagnolino la seguii.
Chiusi la porta dietro di me e mi sdraiai affianco a lei sul letto.
"perché non riesco a sopportarti?" mi domandò lei.
"perché non riusciamo a sopportarci?" le domandai io.
"forse perché tu sei troppo tu e io sono troppo io" cercò di spiegarsi lei.
"non ho capito" ammisi io.
"nemmeno io" rispose lei.
Dopo questa assurda conversazione scoppiammo a ridacchiare.
Pian piano ci addormentammo.
*Giulia's point of view*
Mi svegliai per via di un "Click" proveniente da un cellulare.
Leggermente e molto lentamente aprii gli occhi.
Mi girai verso la direzione del suono.
Trovai Davide con il telefono nella mano sinistra e la Go-Pro nella mano destra che riprendevano verso il letto.
Dopo poco mi resi conto di essere tra le braccia di Daniele, la distanza tra i nostri visi era praticamente inesistente, ci stavamo sfiorando e una delle mie gambe era sopra alla sua.
Lui ancora dormiva.
"Menomale che state insieme per finta" ironizzò Davide.
Avrebbe tagliato quella parte se mai avesse postato il video da qualche parte.
"taci stronzo, che ore sono?" domandai ancora accoccolata al petto di Daniele.
"le 19.57." rispose lui.
"cazzo" cercai di sgusciare dalla presa di Daniele ma appena mi mossi l'aumentò portandomi di più a sé.
Dopo pochi secondi iniziò a svegliarsi.
Pian piano aprì gli occhi e restò così, a fissarmi, senza un motivo apparente.
Davide intanto ci aveva lasciati soli, sarà sceso in cucina a rubarmi il cibo.
"buongiorno" disse Daniele.
"Daniele, è ancora sera" gli riferii.
"ah, e perché siamo mezzi addormentati?" chiese confuso.
"perché abbiamo dormito come due bambini tutto il pomeriggio" risposi dandogli un buffetto sul naso.
Non aveva ancora mollato la presa.
"mi piace stare così" commentò lui.
"non avevo mai dormito con una ragazza" continuò.
"dormito, dormito dico. Non mi è mai successo" concluse.
"e com'è?" chiesi curiosa.
"bellissimo" rispose lui richiudendo gli occhi.
"Daniele non rimetterti a dormire" dissi toccandogli la punta del naso col dito.
"perché non possiamo tornare a dormire?" si lamentò lui.
"uno, io ho dormito tutta la mattina e tutto il pomeriggio quindi se dormo ancora poi sto sveglia tutta la notte. Due, dobbiamo andare a mangiare" riferii.
"che palle che sei" si lamentò nuovamente lui.
"anche tu" risposi io.
Tornammo a fissarci senza avere nessun motivo apparente.
"hai ragione, è bello stare così" commentai.
Sorrise.
Un sorriso vero, si vedeva che era felice.
*Daniele's point of view*
Io e Giulia continuammo a fissarci senza dire e fare niente.
Non era imbarazzante.
Era bello.
La distanza tra i nostri volti era minima.
Qualcosa stava crescendo nel mio petto.
Angoscia? non poteva essere.
Ansia? neanche.
Era una sorta di dolore, ma era sopportabile.
Non faceva male fisicamente.
Non capivo.
*Giulia's point of view*
Continuammo a fissarci, era bello.
Chiusi gli occhi per qualche secondo, come per godermi l'attimo.
Successivamente li riaprii.
Vidi Daniele sorridermi.
Ricambiai.
Pian piano lo vidi avvicinarsi.
Per quel poco che poteva dato che la distanza era limitata.
Continuò ad avvicinarsi fino a ricoprire la distanza tra di noi.
Mi lasciò un lieve, dolce e casto bacio sulle labbra, come se avesse paura di romperle o rovinarle.
Poi si staccò, senza allontanarsi troppo.
Allacciai meglio le mie braccia attorno al suo collo e mi avvicinai io stavolta.
Pian piano, come aveva fatto in precedenza lui.
Quando la distanza fu ormai inesistente gli lasciai un bacio lento ma meno delicato di quello che mi aveva lasciato lui.
Lo sentii ricambiare senza andare oltre.
Poco dopo ci staccammo, ci guardammo e ci sorridemmo.

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