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I capelli biondi che le ricadevano sulle spalle, fino a metà schiena. Gli occhi azzurri come il mare, erano messi in evidenza da un filo di mascara. Il sorriso sulle labbra rosee. Non era cambiata affatto. Tre mesi della sua assenza si erano sentiti in questa città, o perlomeno io li avevo sentiti. Non c'era la stessa energia, la stessa felicità nelle mie giornate.

La osservavo nella grande auto blu notte della madre, che l'aveva appena presa all'aeroporto, dopo che aveva passato tutta l'estate da sua zia, in California.

In quel momento stava cantando così forte che potevo sentirla da dentro casa mia. Stava parcheggiando nel vialetto, davanti al garage, ma non volevo uscire. Non volevo interrompere questa scena, per ora mi bastava guardarla, anche se da lontano.

Sembrava felice, vederla così spensierata mi provocava una strana sensazione. La osservavo alla finestra della cucina, con un sorriso ebete sulla faccia.

"É tornata!!" urla mia madre dal salotto, evidentemente anche lei aveva sentito il rumore della macchina, o la ragazza cantare, come tutto il vicinato dopotutto.
Non mi lascia il tempo di rispondere che apre la porta e si incammina verso il vialetto dei nostri vicini. Già la ragazza in questione é la mia vicina, nonché migliore amica da quando avevamo sei anni circa.

"Già" risposi in un sussurro, ormai a nessuno dato che mia madre aveva giá raggiunto Kendall, che era appena scesa dall'auto.
Si abbracciarono e iniziarono a parlare per quelli che sembrarono tre minuti.

La vedevo sorridere, gesticolare, ridere. Una risata sincera. Mi piaceva vederla così, ne aveva passate tante e vederla finalmente felice mi provocava una strana sensazione allo stomaco. Continuai ad osservarla mentre parlava con mia madre fino a quando non divenne seria.

Mi sporsi di più verso la finestra cercando di sentire cosa si stavano dicendo e, tempo 10 secondi, che scoppiò in una risata.
Ma... cosa diavolo stava succedendo?

Si girò di scatto e prese il telefono dalla borsa per poi avvicinarsi al portabagagli continuando a sorridere.
Iniziò a scrivere a qualcuno.

C'era troppo silenzio nell'aria. Casa mia era deserta, mia madre era entrata a casa di Kendall insieme a sua madre, Clara. Kendall era rimesta con il telefono appoggiata alla macchina. Troppo silenzio. Mi sporsi ancora un po quando il telefono vibrò dalla tasca dei miei pantaloni.

Il rumore improvviso mi fece prendere un colpo. Presi il telefono e appena lessi il messaggio iniziai a ridere, forse più del dovuto. Per imbarazzo più che altro...

"kenny: hai intenzione di rimanere a guardarmi dalla finestra come uno stalker ancora per molto? Ho bisogno di aiuto per portare le valigie in casa"

Sollevai appena lo sguardo e subito incontrai i suoi occhi blu. Stava sorridendo e agitava tutto il braccio salutandomi. Sorrisi.

"alex: in realtà ho intenzione di vederti faticare a portare tutte le valigie in camera tua. Sto solo aspettando..."

Inviai e subito alzai lo sguardo, appena in tempo per vedere il suo sorriso trasformarsi in una risata. Poi anche lei alzò lo sguardo e mi guardò con una faccia offesa. Le mandai un bacio, giusto per provocarla un'altro po'... lei sorride e solleva il braccio destro in modo che possa vederlo bene, poi alza il terzo dito e si rigira verso la macchina.

A quella vista scoppio a ridere.
Quanto mi era mancata.

Ricordati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora