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"ora basta" dissi alzandomi dal divano. Erano ormai le otto e mezza, noi siamo stati letteralmente tutto il giorno sul divano e avevo fame. "Andiamo"

"Mh?" comunica a versi... iniziamo bene. Alzò leggermente la testa, giusto il tempo di guardarmi per due o tre secondi mentre io prendevo la giacca.

"Andiamo a cenare" la avvertii, non era una domanda. Se lei non vuole venire non mi interessa io ho fame.

Ah ah non ti interessa... e io ci credo...

Sapete quando iniziate ad avere una conversazione con voi stessi? Tipo quando siete annoiati o cose del genere? Ecco io ce l'ho sempre. Per ogni cosa che faccio deve esserci una vocina nella mia testa che mi giudica. Signore e signori, non è un'onore  per me presentarvi la mia coscienza...

oh ma per favore stai zitto, e smettila di pensare come se fossi in un film, a chi mi stai presentando?

Affari miei, stai zitto.

É incredibile come riesco a farmi innervosire da solo! Non capisco nemmeno come faccio...

"Dove vorresti andare?" disse con voce annoiata. E dai ti prego non farmi innervosire adesso...

"A mangiare" risposi aprendo la porta. Dovevo uscire subito, non si respirava più dentro quella casa. La sentii sbuffare rumorosamente e automaticamente sorrisi, sapendo che lo stava facendo apposta, giusto per farmi sapere che non voleva andare.
"Perché sorridi?" chiese uscendo anche lei di casa, si era presa solo la felpa e sapevo che prima o poi avrebbe avuto freddo, anche se eravamo a settembre iniziava a fare fresco la sera.
"Tu." risposi senza nemmeno pensarci, e subito me ne pentii.

"Io?" chiese evidentemente stupita. Tu sei stupita? Pensa io, non volevo dirlo.

Non é colpa sua se sei stupido. Rimedia adesso.
Wow tu si che mi sei utile nella vita, cosa le dico?
Oramai...
ORAMAI COSA?
Non ti scaldare, oramai di tutto quello che pensi...
E cioé?
E cioé accendi il cervello e pensa a cosa provi per lei cretino, guardala... é il momento adatto.
Allora vado?
Allora vai.

"sei buffa" SEI BUFFA? DAVVERO? MA CHE
Sai mi devo ricredere, non sei stupido, sei completamente scemo.
"Sono buffa... beh grazie" disse ridacchiando. Era così bella...

"Molto... andiamo?" dissi ridendo anche io e porgendole la mano.
"Andiamo" disse facendo un'inchino e poi prendendomi la mano.

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"Facciamo un gioco" disse ad un certo punto. Avevamo appena finito di mangiare e ora stavamo fuori dal ristorante indecisi se tornare a casa o continuare a camminare. Evidentemente voleva continuare a stare in giro.
"Quale gioco?" chiesi non girandomi verso di lei. Tenevo lo sguardo fisso sul cielo. Ho sempre amato guardarlo durante l'estate. Avete mai notato come le stelle sono più luminose? Come é possibile? Voglio dire, sono sempre le stesse stelle, tutti i giorni di tutti gli anni, che sia estate o inverno, eppure durante l'estate sembrano diventare più luminose, più belle. La Luna si vede di più, é tutto così magico. Creano un'atmosfera pazzesca. Aggiungendo il leggero vento che ti scompiglia i capelli e il profumo del mare di Miami. Mettendoci pure le passeggiate, le chiacchierate con la persona più importante della mia vita. Tutto questo era semplicemente perfetto. Poteva sembrare quasi un appuntamento, ma non é così, mai lo é stato e mai lo sarà.

"Non lo so" rispose dopo qualche secondo di silenzio, spegnendo l'entusiasmo. Era incredibile come cambiasse di umore questa ragazza. "Potremmo semplicemente farci delle domande e poi rispondere"

"Ma che bel gioco..." dissi sarcasticamente, ridacchiando. La cosa più inutile in quel momento forse era questa... ma forse se ci penso bene sarebbe stato carino. Mi spiego, non so nemmeno io perché, ma mi piaceva l'idea di fare questo gioco. Così posso sapere cosa le passa per la testa, senza che nemmeno se ne accorga. Non so perché ho risposto così in realtà.
Perché non pensi.
E perché tu non chiudi la bocca una volta tanto?

Ricordati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora