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14 novembre
Oggi sono stato dallo psicologo.
Mi da fastidio chiamarlo così, sembra che ho dei problemi seri. Non é così. É mia madre che ha dei problemi, perché crede che io abbia dei problemi, ma io non ho problemi. Quindi in teoria il problema é di mia madre. O é mio? Forse é del dottore. Sicuro. Lui avrebbe bisogno di uno psicologo. Ne ho le prove concrete, ma mia madre non mi crede.
Ho mai accennato al fatto che ha un nome schifoso? Io dico, puoi chiamare tuo figlio Pino Supino? É una presa in giro? Perché gli vuoi così male?
Si é italiano. Si é trasferito quando aveva più o meno la mia età a Miami.
Abbiamo dedicato un'intera seduta per parlare di lui, e sinceramente mi é piaciuto. Mi sono distratto per un po, e ho riso per il suo nome. Pino Supino.
Mi fa ridere. É dolce quel tizio. Lo odio. Lo odieresti anche te fidati. Lo chiamerò Phil. Non giudicarmi ma non riesco a chiamarlo con il suo vero nome. Dai... é una cosa ridicola. Phil é sempre meglio. Phil é Phil.
Comunque, quel tizio mi da sempre più i brividi. Lo odio, e lo ripeterò all'infinito. Fosse per me lo avrei già denunciato per violazione della privacy, quello entra nella mia testa come se nulla fosse.
Parla come se sapesse cosa é successo quella notte. Sa delle cose... dice delle cose che... io non ho mai detto. Come se mi avesse davvero letto nel pensiero.
Mi da su i nervi. Lui non sa niente. É questo quello che gli ripeto ogni volta che prova a dire qualcosa sull'argomento. Sai cosa mi risponde?
"Io so più di quanto tu creda." Cosa intende? É una specie di avvertimento, o una minaccia?
Lui non sa. Non può sapere. Nessuno deve sapere.
Eravamo presenti solo noi. E nessun'altro. Io non l'ho detto a nessuno e tu...
Non so cosa stia succedendo. Sono sicuro di stare impazzendo.
Sento letteralmente che sto andando fuori di testa. Come é possibile? Come é potuto succedere una cosa del genere? Come ho potuto farlo accadere?

Stupido.
Sono stato un cretino.
É tutta colpa mia, lo é sempre stata.
É successo tutto così in fretta.
I ricordi di quella notte rimangono impressi nella mia testa.

Devo smetterla. Devi smetterla. Mi sto rovinando da solo.
In teoria dovevo smetterla di pensarci, ma scrivendo riesco solo ad amplificare i ricordi. A scrivere il mio dolore. Eppure non posso farne a meno.
É come se mi servisse la prova che tutto questo é accaduto. Che non fosse tutto un sogno.

Devo smetterla di farmi del male.
Esci dalla mia testa, esci dalla mia vita una volta per tutte. Te lo chiedo per favore, io non ce la faccio più.
Come ho potuto perdere così tanto, in una sola notte?
Il dolore ci rende umani, é vero.
Ma troppo dolore ci distrugge.
E io mi sto distruggendo, lentamente.

Alex.

Ricordati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora