Happy Birthday, Hell.

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25 ottobre 2010.

I giorni passarono lenti ed angoscianti, lontani da lui.

Non potevo pretendere che si trasferisse lì e lasciasse il suo lavoro, ma Heth era quella più impaziente di quella lontananza. Si era così legata a lui in quella settimana che era rimasto da noi, che aveva voluto dormire ogni notte col padre.

Questo aveva implicato a non poter star soli nemmeno un minuto, ed io avevo davvero bisogno di parlare con lui. Di noi, di quello che mi aveva detto.

A me mancava come l'aria e sapere che tutto era finito per una cazzata del genere, non faceva che uccidermi ulteriormente.

Avevo bisogno di lui, ma lui non faceva niente, se non dirmi che avremmo parlato quando sarebbe tornato da noi. Già un mese era passato ed io ero veramente stanca di aspettare.
Mi sentivo così stupida per non aver approfittato di quella settimana, ma con Heth, non era possibile.

-Auguri, mamma!- la sentii urlare, prima di ritrovarmela addosso.

-Heth, mi fai male!- ridacchiai riuscendo a bloccarla e stenderla accanto a me.

-Auguri, principessa- sentii dire da Danny sulla soglia della mia camera.

Gli sorrisi pensando che per quel giorno, avrei mandato a fanculo ogni pensiero triste, godendomi quella giornata noi tre. 

-Pronta per una giornata piena di divertimento?- mi chiese il moro steso accanto a me.

-Preferirei starmene a letto e non fare niente- ridacchiai facendo il solletico ad Heth.

-Non se ne parla, ho già organizzato tutto. Adesso ti alzi e ti vesti. Ci penso io ad Heth- disse prima di prendere in braccio Heth ed uscire dalla stanza.

Scossi la testa divertita, avrei pensato decisamente a me stessa per un giorno.

Il problema fu che il divertimento scarseggiava, dato che Danny ed Heth, erano gli unici a divertirsi su quelle trappole mortali chiamate giostre. Io mi ero rifiutata al limite dell'estremo, ma si sa che con Danny, non l'avrai mai vinta.

Mi ero ritrovata ad urlare per tutto il tempo accanto ad un ragazzino di undici anni, che aveva anche il coraggio di fissarmi superiore. Inutile dire che mi ci vollero venti minuti buoni per far smettere alle gambe di tremare. Non che fossi paurosa, ma ero debole di stomaco e la nausea che mi prese subito dopo, ne fu la prova. Danny ed Heth avevano riso talmente tanto di me, da farmi sentire quasi vecchia.

Cristo, vent'anni.

Da quando era nata Heth, gli anni erano volati e la cosa mi metteva tristezza. Mi mancavano le serate spensierate, serate che potevo solo sognare. Mi mancava anche Tom.

Mi schiaffeggiai mentalmente per il pensiero che avevo deciso di mettere da parte almeno quel giorno, raggiungendo Danny ed Heth seduti al tavolino per pranzare.

Nemmeno una chiamata per gli auguri.

Mi bloccai scuotendo la testa, era sicuramente impegnato.

-Danny, quante volte te lo devo dire, niente patatine?- scossi la testa divertita nel vedere Heth mangiarle con foga.

-Sono buone, mamma- biascicò con la bocca piena, sbattendo gli occhi.

Ruffiana come il padre.

-Sei pronta a fare i tuffi?- le chiese più eccitato lui di mia figlia.

Più avanti del luna park, c'era una piscina dove poter rilassarsi per chi stava solo e chi si esauriva peggio per chi come me, aveva una figlia da controllare. Con Danny stavo più tranquilla, il fatto che lui fosse più bambino di lei, mi assicurava una buona dormita.

Sognarti non mi basta -Tom Kaulitz-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora