Capitolo 19

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Mi giro e vedo lui in tutta la sua bellezza.

Emm.. No, ma che dico?

Chantal contieniti, mi ripeto continuamente.

Me la sono fatta sotto quando ho sentito qualcuno parlare alle mie spalle, ma quando ho visto che era lui, mi sono sentita come se nessuno potesse farmi niente, perché mi sento protetta quando c'è lui.

'C-che significa questo?' gli chiedo balbettando indicando la scatolina che tengo nelle mani.

'Non le riconosci?' mi chiede avvicinandosi a me.

Faccio un segno con la testa per fargli capire che non so di chi siano quelle chiavi, anche se le ho già viste e sono molto famigliari.

Mi prende la mano 'vieni con me!'

'No! Devo andare a casa, é tardi e domani devo andare a lavorare!' dico staccandomi dalla sua mano.

'Tu non andrai a lavorare ne domani, me mai! Te l'ho già detto la scorsa volta eppure ti ostini a non capire' mi dice puntandomi un dito contro.

Ma che cosa vuole ancora da me? Non mi ha mai dato ordini neanche mio padre figuriamoci se viene lui a comandare su di me.

'E tu chi saresti per dare ordini a me, eh? Entri nella mia vita, mi violenti, mi rovini la vita, mi dici che sono una puttana, te ne vai e poi ritorni come se niente fosse' prendo un profondo respiro e continuo 'ma sai una cosa Justin, anche io ho un cuore, anche io ho dei sentimenti, anche io ho un orgoglio, anche io vado rispettata. Non sono ne una puttana, ne una tua preda, ne niente che ti riguarda. Mi fai ribrezzo, ti odio e non capisco perché non mi lasci stare una volte per tutte' continuo a gridare.

Sento un profondo dolore sulla guancia e i miei occhi iniziano a lacrimare.

Mi ha mollato uno schiaffo in pieno viso e sento la mia guancia pulsare.

'Tu devi portarmi rispetto okey?' dice urlando 'ora vieni con me e stai zitta, te l'ho già detto, parli troppo!'

Ho voglia soltanto di piangere e gridare, si è preso gioco di me, ancora una volta.

Non voglio andare con lui, ma lo seguo lo stesso perché non ho altra scelta e poi anche se mi metterei a ribattere sono sicura che mi violenterebbe di nuovo. Camminiamo per una decina di metri fino ad'arrivare a uno spiazzale pieno di parcheggi. Lui si dirige verso una jeep nera. Il parcheggio non è molto illuminato, ma riesco a riconoscere la mia macchina e inizio a ricollegare tutto.

Quella che ho davanti agli occhi é la macchina che ho venduto, capisco che e lei dalla targa, é molto diversa da come l'avevo lasciata. Il nero privo di lucentezza, ore é un nero che brilla alla luce della notte e la piccola ammaccatura che c'era vicino allo sportello anteriore, ora non c'è più, sembra essere stata messa a nuovo.

'Che vuol dire tutto questo?' gli chiedo indicando la macchina.

'Non so perché hai venduto la tua auto, so soltanto che me lo racconterai piu tardi. Ti dico solo che ho girato tre giorni per ritrovarla e ora è di nuovo tua. L'ho fatta controllare e mettere a nuovo. Ora è sicura al 100%. Andrai in giro con questa d'ora in poi. Okey?' dice girando attorno la macchina come se dovesse convincermi ad'acquistarla e io lo seguo.

'Non posso accettare' dico abbassando il capo e mi guardo le mani.

Perché lo ha fatto? Io non voglio niente da lui!

'Chantal?' si avvicina a me e mi prende il mento con le mani per far si che tiri su la testa.

'Guardami' mi incita 'questa macchina é tua, non è un regalo. É tua e basta! Okey?' mi dice accarezzandomi la guancia che prima aveva colpito.

Disaster - Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora