Capitolo 1

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Emma stava per compiere diciotto anni viveva una vita ordinaria a New York con suo padre e sua madre. Frequentava l'Hight school ed era all'ultimo anno, quando una sera decide di andare a ballare con le sue amiche tutto ciò in cui credeva, tutto ciò che amava le sarà portato via e si ritroverà da sola ad affrontare tutti i pericoli e le verità che gli verranno rivelati.
Si ritroverà nel bel mezzo di continui pericoli , vicoli ciechi da i quali dovrà fuggire e combattere e quando arriverà la battaglia mortale l'unica arma che potrà usare sarà se stessa e l'amore.
Ma quando tutto questo finirà "la luce ritornerà e tu occuperai il tuo posto"
Era quella la frase che ogni sera le appariva mentre dormiva e dalla quale si svegliava, e si ritrovava nella sua stanzetta dalla pareti giallo canarino, era tutto in ordine come sempre ma quella sera c'era qualcosa di diverso la finestra era aperta e il vento muoveva la tenda di seta rosa, quando si alzò per chiuderla notò qualcuno che la stava guardando due occhi nel buio, e erano rossi. Pensava che se lo fosse immaginato che era colpa del sonno ma    quello che credeva fosse solo un sogno presto diventerà realtà.
Il giorno dopo...
Il sole entrava dalla finestra illuminando la piccola stanza, la sveglia suonò alle sette mi misi seduta sul letto con un occhio aperto e l'altro chiuso e mi alzai , mi legai i lunghi capelli castani in una coda di cavallo e scesi di sotto a fare colazione. Come ogni notte quella sera non era riuscita a dormire bene , c'era sempre quel sogno anche se sembrava così reale , un ragazzo dai capelli ricci che gli ricadevano sul viso sudato , gli occhi celesti e il viso pallido come se fosse morto reggeva in mano una spada e all'impugnatura era disegnata un orchidea con incastonata dentro una pietra rossa. Alzava la spada contro di me e poi ... Mi svegliavo , il sogno non continuava mai era sempre lo stesso . Ne avevo parlato con mia madre e quando glielo ho detto è diventata bianca in viso e ha liquidato il discorso dicendo " sarà lo stress mia cara" niente più.
Da giù sentivo delle voci , probabilmente mio padre e mia madre erano già svegli , sentivo provenire dalla cucina un odore delizioso , mi concentrai per capire meglio cosa fosse e lo riconobbi subito TORTA AL CIOCCOLATO! la mia preferita mia madre me la faceva ogni volta il giorno del mio compleanno da quando ero piccola. Scesi di corsa le scale e mi precipitai in cucina , mia madre stava tirando fuori la torta dal forno e stava parlando con mio padre o meglio stava piangendo. Mi nascosi dietro la porta e le sentii dire "non voglio che la portino via" e abbraccio mio padre che per consolarla le disse " non lo permetteremo"
Entrai in cucina e mi misi al centro guardandoli entrambi e poi dissi "mamma che è successo? Di cosa state parlando?"
Mia madre di scatto si girò e si mise a lavare i piatti sporchi ," oh niente cara solo qualcosa nell'occhio"
"Non è vero, lo so mamma ti conosco non sai mentire , chi non vuoi che portino via" in quel momento qualcuno bussò al campanello e vidi mia madre bloccarsi e sbiancare, guardava mio padre con due occhi spalancati.
Uscii dalla stanza e andai alla porta pensando al comportamento strano di mia madre, quando aprii la porta mi ritrovai delle braccia che mi afferravano e mi gettavano a terra , emisi un piccolo urlo e caddi.
Erano Lisa e Jennifer le mie migliori amiche.
"Hey" dissi salutandole" mi state uccidendo"
Mia madre uscì dalla cucina urlando " che c'è? Che succede"
Quando mi vide a terra con Jennifer e Lisa addosso , emise un soffio di sollievo.
Ci alzammo e ci mettemmo sul divano,
"Tanti auguri diciottenne" disse Jennifer sorridendomi e abbracciandomi ancora una volta da quando era arrivata.
Le conoscevo da quando avevo sette anni , le avevo incontrate a scuola e subito abbiamo legato , facciamo tutto insieme , compiti , viaggi , usciamo ogni weekend e ci consoliamo a vicenda.
"Allora come ti senti?"disse Lisa porgendomi un pacchettino con un fiocco verde.
"È solo un compleanno non è niente di che"
"Niente di che , spero che tu stia scherzando , sei diventata maggiorenne potremmo entrare in qualunque locale adesso con te"
Aprii il pacchetto , non facendo caso alle parole di Lisa , era un ferma capelli d'oro a forma di orchidea appena lo presi in mano mi bruciai , come se fosse fuoco ma in quei pochi secondi in cui lo tenni in mano riuscì a vedere qualcosa.
Un ragazzo dagli occhi celesti , con un lungo mantello nero , in mezzo a una pista da ballo con tutte le luci che cambiavano colore e le altre persone che ballavano intorno.
"Hey Em, stai bene?"  Em era il mio diminutivo Jennifer mi chiamava sempre così.
Mia madre entrò nel salotto e poggiò la torta con il cioccolato su un tavolino, di fronte a noi.
"Emma non ha dormito molto sta notte perciò è molto stanca, credo sia meglio se riposi oggi" disse alle ragazze era un chiaro segnale che voleva parlare solo con me e voleva che le ragazze se ne andassero.
"Ma prima" continuò a dire" prendete un pezzo di torta"
Mia mamma taglio la torta e mentre tutti si divertivano , io guardai le mie mani , erano rosse come se avessi poggiato la mano su una superficie bollente e alla visione .
"Allora em ci vediamo sta sera?"
"Si, alle otto qui davanti e andiamo Music Dance e ci divertiamo"
"No!" Disse mia madre " perché non restate qui potremmo vedere un bel film mangiare tutto quello che volete" cerca un chiaro segnale di approvazione nel viso delle ragazze che nel frattempo scuotevano la testa.
"No mamma abbiamo bisogno di uscire" dissi liquidando quell'assurda idea.
Accompagnai le ragazze alla porta e le salutai , quando mi voltai mio padre era accanto alla mamma e le metteva una mano sulla spalla.
"Sta sera non puoi uscire Emma"
"Perché?"
"Perché non è prudente andare in giro da sola per la città di notte"
"Questo non è mai stato un problema per voi e poi non sono sola ci sono Lisa e Jennifer con me"
"Mi dispiace piccola mia , ma no resterai a casa con me e tuo padre"
"Non ci penso proprio" urlai
"Si invece tu rimani qui" ora era mio padre ad urlare e quando lui decideva una cosa non c'era modo per cambiarla.
Corsi di sopra e mi sedetti sulle scale, arrabbiata come non mai e gli sentii dire " lo facciamo per il suo bene"
Entrai in camera sbattendo la porta e mi stesi sul letto, a volte erano così odiosi avrei preferito non averli come Lisa , lei usciva e rientrava a casa a qualunque ora voleva.
Ma io ero decisa ,era la mia festa di compleanno , i miei diciotto anni e non li avrei passati chiusi in casa.

Rapita da un vampiro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora