Il bosco

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La notte fu tranquilla ma alzarsi prima dell'alba non era il massimo. Mi sbrigai a prepararmi: volevo arrivare prima di lui. La Sala Comune era buia e deserta, ma ugualmente accogliente. Mi accoccolai su una delle morbide poltrone. "Sveglia bella addormentata" "Eh?". Idiota ti sei addormentata, pensai. "Andiamo". Mi alzai e lo seguii senza dire niente. "Dove stiamo andando?" "Nel bosco" "Ma è buio fuori" "Hai paura?". Odiavo la sua aria beffarda. Mi limitai a seguirlo in silenzio. Appena usciti dal castello ci incamminammo lungo un vialetto di ghiaia chiara. Devo dire che Hogwarts faceva il suo effetto di notte. La luce soffusa della luna piena illuminava debolmente le vecchie pareti, mettendo in risalto le mille finestre ornate da antichi cornicioni. E il bosco, beh...il bosco era buio. "Perché andiamo lì?" "Erbologia" risposta secca e decisa. "Non abbiamo il laboratorio e la serra per quello?" "Si impara meglio sul campo". Il sentiero svanì sotto i nostri piedi e lasciò il posto ad una fitta vegetazione. Come avrei potuto imparare a riconoscere le piante con il buio e in mezzo a tutti quegli strani intrecci di foglie, rami e radici? "Tieni questo" mi porse un piccolo libriccino dalla copertina di cuoio nero con una scritta argentata "Guida alle erbe e agli ingredienti per le pozioni". "Qui trovi nomenclatura, descrizione e disegni dei principali ingredienti, e questa" disse allungando verso di me un foglio accuratamente ripiegato "è la lista delle cose che ti servono. Io mi limiterò a guardarti, vediamo che sai fare".

Diedi un'occhiata alla lista e non conoscevo nessuna di quelle piante. Mi feci luce con la bacchetta e iniziai a cercare le piante in quella sorta di piccolo manuale. Le prime cose di cui avevo bisogno erano le radici di valeriana. Fu stranamente facile trovarle perché ce n'era un cespuglio pieno dietro di noi. E uno è fatto. Il secondo neanche sapevo leggerlo: Fagiolo Sopoforoso. Poi seguivano altri ingredienti come Dittamo (uno strano fungo), Mandragola e altre robe strane mai sentite prima.

Ero intenta a raccogliere delle radici di Zenzero quando sentii qualcosa muoversi dritto davanti a noi. Guardai Ethan atterrita. "Spegni la luce e non muoverti". Si mise accanto a me e tirò fuori la bacchetta. Un ombra scura sfrecciò sopra le nostre teste e noi finimmo a terra tra la sterpaglia. "Cos'era?!" mi trattenni a stento dall'urlare. "Non lo so ma non mi piace". Sentimmo dei passi. "Stai giù" mi sussurrò. I passi si avvicinavano. Stringevo la mano di Ethan nella mia. Chiusi gli occhi. Non riuscivo neanche a respirare dalla paura. "Cosa ci fate qui a quest'ora?" Hagrid. Mi correggo: Hagrid e un Ippogrifo. "Hagrid ci hai spaventati a morte" gli urlai. "Anche voi avete spaventato me! E questo piccolino!" disse indicando l'Ippogrifo che proprio piccolino non si poteva definire. "Andiamo su tornate dentro è quasi l'alba! Voi prendete pure lui, io ho un affare da sbrigare". Prendete pure lui? Non ditemi che si riferisce a quell'enorme animale dietro di lui, pensai. "Salta su" mi disse Ethan, "Non sono mai salita su uno di questi" ero terrorizzata. Lui salì. "Hagrid aiutala tu". Ero abbastanza bassina ed Hagrid non fece il benché minimo sforzo per sollevarmi e posarmi sul dorso di quello strano essere di cui ignoravo l'esistenza. Devo ammettere che non era male: aveva delle piume così soffici. "Tieniti" mi ordinò Ethan. Mi aggrappai a lui e in un attimo vidi gli enormi alberi dal fusto lunghissimo sotto di noi. Il sole stava iniziando a spuntare e i suoi raggi si riflettevano sul lago. Hogwarts all'alba. Uno spettacolo mai visto prima. Sorvolammo l'enorme specchio d'acqua e scendemmo così tanto di quota che dovetti ritirare i piedi per non bagnarli. Ethan rideva. Era bravo anche a volare. Mi chiedevo se ci fosse qualcosa che non sapesse fare. Le stelle scomparivano e le sfumature rosse e arancio del giorno ora si mischiavano con quelle blu della notte. I contorni del castello ora diventavano più nitidi. Avevo dimenticato anche il freddo tanto ero colpita dalla bellezza di quel paesaggio.

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