Mi sdraiai nel mio letto. O meglio, mi ci gettai. Ero sfinita. Che schifo di giornata. Non solo la lite ma anche la discussione con la McGranitt e poi...con Beinn era stato assurdo. Un'atmosfera così pesante non la avvertivo da parecchio. Non era mai stato così tra noi, non c'erano mai momenti di silenzio imbarazzanti e opprimenti, di quelli che sembrano soffocarti. Invece con Ethan era sempre così. Ma forse più che altro avevo paura di annoiarlo con i miei discorsi stupidi. Con lui non riuscivo mai a trovare la frase giusta da dire. Mi sentivo una stupida ad essere sincera.
Mi addormentai tra una riflessione e l'altra, senza nemmeno rendermene conto. Ero su una spiaggia dalla sabbia bianca e soffice. Correvo sulla riva a piedi nudi. Sentivo i granelli di sabbia sotto i piedi e la freschezza delle onde del mare. Decisi che sarebbe stata una buona idea fare un bagno, del resto papà mi aveva insegnato a nuotare. Ma il livello dell'acqua era basso e così continuai ad andare verso il largo per un buon centinaio di metri. L'acqua era così limpida, mi sentivo così bene. Feci un respiro profondo, trattenni il fiato e andai sott'acqua. Non c'erano pesci, solo pietre. Vidi qualcosa spuntare da dietro un'alga. Mi avvicinai, ma avevo poco fiato. La raccolsi. Era il medaglione, la Pietra Veritatis. Il suo colore non era quello di sempre...era strana, ancora una volta. Riemersi. La luce del sole era flebile, si era fatto tardi. Iniziai a nuotare verso la riva, e appena fui sufficientemente vicina da riuscire a toccare il fondo con i piedi, iniziai a camminare per sbrigarmi. Ma la distanza dalla riva rimaneva tanta e il sole era quasi completamente tramontato. Non avevo nemmeno la bacchetta con me. Il respiro stava diventando affannoso. Adesso correvo. Correvo il più velocemente possibile. Ma l'acqua ostacolava i miei movimenti. Facevo fatica. Una luce verde illuminò l'acqua sotto di me. Un dolore acuto alla caviglia. Qualcosa mi trascino giù. Urlavo, ma sott'acqua le parole non si distinguevano. Solo bolle d'aria. La superficie si allontanava, sempre più alta rispetto alla mia testa. Sentivo l'aria mancarmi nei polmoni, ma continuavo a gridare con quel poco che me ne era rimasta.
"Runa!"
"No! Non la disturbi"
"No! Basta così! È troppo! Runa!".
Aprì gli occhi. Ethan mi scuoteva dalle spalle. Lo guardai stranita. Avevo i capelli incollati al viso per il sudore. Mi voltai. La McGranitt, Sibilla, Ethan, le ragazze del dormitorio, Cami compresa, Liam sulla soglia della porta e...Beinn in un angolo. Non capivo. Mi sentivo stanca, distrutta.
"Ethan...professoresse...che ci fate qui?"
"Signorina Malfoy, la signorina Black mi è venuta a chiamare di corsa" si riferiva a Cami "Sono ben 10 minuti che urla senza tregua. Non sapevamo cosa fare, temevo che svegliandola sarebbe potuto essere peggio."
"Cosa sarebbe potuto essere peggio?"
"Questo deve dirmelo lei"
Ethan mi stringeva ancora dalla spalle. L'espressione era preoccupata.
"Non lo so nemmeno io...mi dispiace" dissi a testa bassa. Ero confusa. Mi sentivo un groppo in gola. Le coperte sembravano inghiottirmi e io continuavo a sudare. Le scostai. Vorrei non averlo mai fatto. Rimasero tutti a guardarmi. A guardare la mia caviglia. Avevo un'impronta di una mano appena sotto il polpaccio. Era violacea e rossa, come se fosse un livido. Per un attimo rimasi confusa.
"E quello cos'è?" disse Cami. Poi ricordai, e capii.
"Accompagnatela in infermeria, subito" disse Minerva McGranitt senza staccare gli occhi dal segno.
Feci per alzarmi, ma per poco non caddi. Ethan mi teneva da un braccio. Passammo accanto a Beinn. La stessa situazione di qualche ora prima, ma adesso al posto di Ethan c'era B. Gli sorrisi. Mi guardò cupo, senza ricambiare il sorriso. Arrivai zoppicante nella grande sala piena di lettini disposti in file ordinate. Mi distesi sul primo letto. Il corpo docente al completo era già lì ad attenderci, tutti in pigiama. Mi sentivo un po' in imbarazzo nel mio pigiama verde molto patriottico. Beh..
tutto sommato Ethan era in pantaloncini e cannottiera. Ma sembrava in ordine anche in piena notte. Come diavolo faceva?
"Signorina Malfoy, capisco che lei sia stanca e trovo giusto che riposi, ma la prego di dirci tutto quello che sa riguardo a quello" e nel dirlo indicò la mia gamba.
"Un altro sogno. Nuotavo, volevo tornare a riva ma non riuscivo e si stava facendo buio. Correvo. Prima sott'acqua avevo trovato questo nascosto tra le alghe" indicai il ciondolo "ed era dello stesso colore dell'altra volta. Mentre correvo verso la riva, ho visto una luce verde nell'acqua sotto di me, qualcosa mi ha afferrato la caviglia, tirandomi giù. Faceva dannatamente male e...urlavo"
"Una...una luce verde?" mormorò uno dei professori. Non riuscivo a distinguerlo nella penombra delle candele.
"Sì, proprio così"
"Come temevo..." fecero per andarsene.
"Professoressa! Cosa vuol dire? Cos'è che temeva?"
"È una cosa più grande di noi. Rimani con lei stanotte." disse guardando Ethan che annuì.
"Non...non devi. Vai a riposarti, io sto bene"
"No. Non se ne parla nemmeno."
"Ma..."
"Runa. Non me ne vado. Sto qui con te."
lo guardai. Aveva lo sguardo deciso.
"Ethan..."
"Sì?"
"Cos'era quella luce che ho visto in acqua?"
"Il suo Avad...hai capito cosa...era di quel colore."
"Vuol dire che...?"
"Non lo so, riposa adesso."
"Buona notte"
"Buona notte Runa".
Le sfumature nere erano svanite, ma il ciondolo rimase rovente per il resto della notte. E Ethan...anche lui rimase lì, su una sedia accanto al mio letto, a stringermi la mano, tutta la notte.
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Sangue Serpeverde
FanfictionParecchi anni sono ormai trascorsi dall'ultimo scontro. Credete che le avventure ad Hogwarts siano finite? Non avete ancora conosciuto Runa. Entrate con lei nel fantastico mondo di Harry Potter dove la magia è all'ordine del giorno e dove i sentimen...