Lacrime

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È ora di tornare con i piedi per terra. In fin dei conti il passato è passato. Non ha senso rimuginare e tormentarsi. Non si può cambiare. Bisogna concentrarsi sul presente e fare in modo che diventi un bel passato.

"Ethan"

"Dimmi Runa"

"Perché hai cambiato idea?"

"Su cosa?"

"Sulla lezione"

"Non capisco che vuoi dire" disse guardando il pavimento di pietra grigia, sbiadito dal tempo e dai tanti passi che lo avevano calpestato.

"Perché hai cambiato materia all'improvviso?"

"Non si può?". Che risposta. Molto gentile e cordiale.

"Sai cosa intendo"

"No. Non lo so. Non sono nella tua testa Runa"

"Certo che no, ma non ci vuole un genio per capirlo". Non rispose.

"Ethan"

"Cosa c'è?". Una morsa mi strinse il cuore. Sentivo le lacrime riempirmi gli occhi. Ma non volevo piangere di fronte a lui. Non volevo fare la bambina. No, non con lui accanto.

"Allora?" alzò un sopracciglio. Volevo rispondergli, volevo dirgli che non era quello il modo di rivolgersi alle persone, specialmente se non avevano fatto nulla. Ma la voce non mi usciva. Solo singhiozzi. E lui non poteva sentirli. Non doveva assolutamente accorgersi di nulla. Dovevo essere forte.

"Ora non parli più? Che dobbiamo fare? Iniziamo?". Mi limitai ad annuire.

"Ecco...e non parla, sta zitta."

Corri. Scappai via. Non riuscivo più a resistere. Corsi più forte che potevo. Dove? Non lo so. Non avevo una meta. La vista era appannata dalle lacrime. Volevo stare da sola. O forse volevo stare tra le sue braccia. Ma che senso ha desiderare qualcosa che ti fa male?

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