Finalmente sera

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Ero ancora turbata. I pensieri mi si affollavano nella mente, instancabili. Provavo a scacciarne via uno, ma un altro si ripresentava puntuale al posto del primo. La testa sembrava scoppiarmi. Mi ritrovai nella Sala Comune. Come diavolo c'ero arrivata? Forse iniziavo a memorizzare la strada. Tutto sommato ero lì già da qualche settimana. In un divano erano sedute a spettegolare Cami e le altre.

"Runa! Eccoti qui!" esclamò sorridendomi. "Vieni c'è posto!". Non mi andava proprio di parlare con loro.

"Scusatemi ragazze, ma stasera l'ho già prenotata io!". Beinn. Salvezza mia. "Sei in anticipo!" stava parlando con me, ma guardava in un'altra direzione. Mi voltai seguendo il suo sguardo. Ethan era sulla soglia della porta con Liam. Ci guardavano di sottecchi, visibilmente infastiditi dalla situazione. Gli passammo accanto. Non volevo nemmeno guardarlo. Non ne avevo il coraggio. Ma Liam dovevo salutarlo. Mi limitai a sussurrare un "ciao" frettoloso, detto a denti stretti, senza accennare a fermarmi o rallentare.

"Che succede con Ethan?"

"Nulla" risposi senza nemmeno pensarci.

"Non importa, me lo dirai dopo se ti va" e sorrise.

"Ma dove stiamo andando?"

"Vedrai mia cara Runa, vedrai"

"Sempre misterioso tu, eh?"

"Sempre e comunque" scoppiò in una sonora risata tipicamente eccessiva, molto alla Beinn.

Persi di nuovo il senso dell'orientamento, non ricordavo più quali scale avessimo preso e in quanti corridoi avessimo girato. Ma il castello era fantastico. Anche dopo la distruzione della famosa guerra in cui Voldemort era stato annientato. Del resto lo avevano ricostruito molto bene, ridando l'antico splendore millenario, ma aggiungendo dei tocchi più innovativi e personali. Ad esempio la nostra Sala Comune aveva una vetrata che si affacciava sotto il lago, i Grifondoro stavano sopra di noi e i Tassorosso erano nostri vicini. La loro sala/tana sbucava in una sorta di cortile sotterraneo dal quale si poteva raggiungere il giardino con i grandi alberi dalle foglie rossastre. I Corvonero invece erano al primo piano, sopra i Grifi, e avevano la vista sulle montagne. In pratica, ogni alloggio era stato adattato all'animale che contrassegnava la nostra Casa. Io ero entusiasta della nostra posizione. Era l'unica che ti permetteva di avere la vista sotto il grande lago. Le alghe e i muschi davano una leggera sfumatura verdognola e si potevano ammirare i pesci e le sirene a tutte le ore del giorno e della notte. Ma ogni tanto cambiare aria fa bene.

Eravamo in alto. Sapevo solo questo. Non c'erano più scale che salivano, solo un piccolo spiazzo, contornato da un muretto in granito alto poco più di un metro. C'era una piccola porta di legno al centro della parete ormai divenuta bassa. La vecchia serratura di ferro arrugginitò si aprì rumorosamente. Ma non c'era nessuno lì a sentirla. La attraversammo e Beinn la richiuse dietro di noi. Era un giardino. No era una terrazza. Era una terrazza con l'erba e la terra al posto del pavimento e grandi aiuole piene zeppe di fiori colorati e profumatissimi, ma che non davano fastidio. Il sole stava per tramontare. Ci sedemmo sull'erba a gambe incrociate e iniziammo a scherzare facendo piccoli e facili incantesimi, di quelli che si fanno per intrattenere i bambini generalmente. Come trasformare un fiore in un pettirosso, un petalo in farfalla e cose così.

"Ti ho vista piangere prima" disse ad un certo punto "nel corridoio".

"Stanchezza"

"O più semplicemente Ethan". Abbassai lo sguardo a quell'affermazione e non risposi. "Come immaginavo". Il petalo che stava facendo levitare tra le nostre teste cadde improvvisamente.

"A volte fa così...non fa caso a quello che dice"

"Fatti suoi se non ci fa caso, che inizi! Che impari! Gli dirò qualcosa prima o poi! Tratta anche me così, con quell'aria di sufficienza, come se lui sapesse tutto e noi poveri cretini non fossimo degni di respirare e sporcare la sua preziosa aria!"

"Non è male, se lo conosci"

"È peggio?"

"Meglio, molto meglio."

"Tu sei pazza."

"Sarà". Spostai lo sguardo su una gocciolina d'acqua che stava per cadere dalla foglia di una...un qualcosa che somigliava vagamente ad una rosa. La feci avvicinare piano. Quando fu abbastanza vicina ad entrambi, puff...vaporizzata.

"Andiamo, è buio. Non credo sia una buona idea farci trovare di nuovo in giro fuori orario".

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