Decisioni

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Ero con gli altri nel corridoio che circondava il cortile interno. Fingevo di ridere e scherzare, fingevo che tutto andasse bene. Ma il pensiero di quel sogno mi ossessionava. Quel teschio...lo avevo già visto da qualche parte. Ma dove?

"Ru...". Ethan.

"Hey...dov'eri finito?"

"Ho avuto da fare." no ma bella risposta. Si accorse che ci rimasi male. "Sai essere un prefetto ha le sue responsabilità: carte, documenti, robe da sistemare" si corresse e mi sorrise.

"Sì, certo".

"Signorina Malfoy! Signorina Malfoy!" la voce che avevo imparato a riconoscere proveniva dalla cima della scalinata centrale. "Signor Gurundy! C'è anche lei, perfetto!" la McGranitt. "Subito nel mio ufficio! E ho detto subito!". Ethan e Layle sembravano confusi. Io e Beinn più che altro eravamo terrorizzati. Mi appoggiò una mano sulla spalla.

"Beccati" mi sussurrò sorridendo.

La grande scrivania di quercia spiccava al centro di quella stanza dalla forma esagonale. Non ero mai stata lì. Le sei pareti erano interamente ricoperte di libri simili a quelli della biblioteca. Agli angoli si trovavano delle colonnine marmoree che facevano da contorno agli scaffali antichi. Sulla sinistra c'era un piano rialzato, una sorta di cattedra sulla quale si trovavano una sedia (un trono praticamente) con un leggio e una strana struttura simile ad una gabbia per uccelli ma aperta. Una fenice. Doveva essere lì in onore del vecchio preside della scuola: Silente. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo.

"Mi piacerebbe sapere" scandì la Professoressa "cosa stavano facendo due studenti nel cuore della notte in biblioteca. Capisco l'importanza dello studio, ma dubito che alle tre di notte vi alziate contemporaneamente con il desiderio di studiare. O sbaglio?" guardò prima Beinn. Poi il suo sguardo si fermò deciso e imperscrutabile sul mio.

"Non sbaglia..." ammisi.

Un sorrisetto beffardo le spuntò sul viso invecchiato.

"Ho fatto un brutto sogno. Volevo saperne di più. Non conosco la strada per la biblioteca. Non volevo perdermi e ho chiesto a Beinn di farmi compagnia"

"Un sogno?"

"Un sogno e...questo" le mostrai timidamente il ciondolo. La sua espressione mutò.

"Dove lo hai preso?"

"L'ho trovato sul mio cuscino l'altra mat...l'altra notte"

"Curioso, signorina Malfoy, davvero curioso". Nel dirlo si spostò e ci diede le spalle, volgendo lo sguardo nel vuoto, verso la libreria.

"È una Pietra Veritatis. Non si trova nei manuali. Credevo fossero andate tutte perdute. O meglio, l'ultima era appartenuta a tua zia: Bellatrix. Potrebbe essere quella in fin dei conti. Tuo padre era l'unico erede. Sai chi te l'ha data?"

"No. C'era solo un biglietto ma non diceva nulla sul mittente" glielo mostrai.

"Molto bene. Sicuramente è da parte di tuo padre" sorrisi al pensiero.

"Ma dimmi del sogno" come farmi scomparire il sorriso.

Iniziai a raccontarle della corsa nel prato, del fiume, del riflesso, delle grida...e della figura tra le nuvole. E del colore della pietra.

Era terrorizzata. Glielo si poteva leggere in faccia.

"Andate o farete tardi alla lezione"

"Ma professoressa, cosa vuol dire?"

"Non lo so cara, non lo so. Andate adesso".

Ci incamminammo ancora più turbati di prima.

"Hai fatto bene a dirglielo. Che ti avevo detto?"

"Sì, hai ragione" a volte l'allegria di Beinn mi snervava. Come poteva ridere e scherzare in un momento come quello?

"Vuoi dirlo agli altri?"

"No. Non fino a quando non sapremo di cosa si tratta."

Sangue SerpeverdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora