Notte

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Un nuovo prefetto provvisorio era stato assegnato ai Serpeverde. Il precedente,  ovvero Ethan, aveva una cosa più importante da fare, una cosa che aveva la priorità su tutto. Lo vidi scambiarsi un'occhiata con la McGranitt. Un istante dopo era già scattato in piedi. Mi tese la mano, lo sguardo fisso verso la professoressa, non una sola parola. Sfiorai le sue dita con le mie. In un attimo sentii la forte stretta. Mi alzai. Non avevo la più pallida idea né del dove né del perché, ma lo seguii. Volevo fargli mille domande, ma le parole mi morivano in bocca. Mi limitavo a scostare appena le labbra, per iniziare la frase, ma una sola occhiata bastava per convincermi che non fosse il caso. Ricacciavo dentro i pensieri. In fondo, non aveva molto senso disturbarlo...e non avrebbe gradito alcun tipo di quesito, al momento. Se gli avessi chiesto qualcosa, avrei fatto per l'ennesima volta la figura della stupida e non ci tenevo. Lo seguii in silenzio. Non so dove fossimo, ma nella parete dapprima vuota apparve uno squarcio riempito da una porta di ferro decorata con serpenti e rami di vite. Aprì la porta ed entrammo. Era una sala rotonda. A destra c'era un letto a baldacchino di fronte al quale si trovava un tavolo di ferro con due sedie e con accanto un mobile. A sinistra, c'era invece una grande libreria. Al centro c'era uno spazio vuoto largo qualche metro. Andammo verso il tavolo e mi indicò una sedia. Una volta seduti mi guardò finalmente negli occhi. Aveva lo sguardo pieno di rabbia e dolore.

"Rimarrai qui fino a quando la situazione non migliorerà"

"D'accordo" aspettai un momento e poi aggiunsi tutto d'un fiato "da sola?"

"Ti farò da guardia"

"Grazie"

"È il mio compito, non devi ringraziarmi per questo"

Ero il suo compito, gli ero stata affidata, a lui non importava di essere lì con me.

Mi diede un libro. Iniziammo a leggere e andò avanti così per ore. Era come se non fossimo assieme. Le ore passavano, si fece tardi e si sdraiò nel letto.

"Io non ho sonno"

"Vuoi che ti faccia compagnia?" disse sbadigliando.

"No, tranquillo".

Sì che volevo, certo che volevo, che domande. Ma non mi andava di essere un peso.

"Sicura?"

"Sì...dormi pure. Buona notte"

"Buona notte anche a te".

Rimasi lì seduta a guardarlo per ore. Erano le 3.29, lui dormiva noncurante. Io seduta tra i libri, ma con la testa da tutt'altra parte. Speravo si svegliasse. Speravo mi dicesse qualcosa o anche solo uno sguardo, un sorriso. Ma i minuti scorrevano, e la speranza...la speranza non c'era più. Gli occhi mi si riempirono di lacrime, come se fossi una bambina. Staccai un foglio e iniziai a scrivere tutto quello che mi passava per la testa...aspettando che si svegliasse, aspettando una qualunque attenzione da parte sua. Ma io ero solo un lavoro per lui. Una missione da svolgere. Nient'altro.

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