capitolo 34

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<<certamente>> risponde annuendo <<Margot mi ha detto che ha visto molto spesso Rose a casa tua...che ci faceva? Mi sembra che vi siete lasciati già da un bel po'>> gli spiego schietta senza giri di parole.

<<si è vero...ma è successo tanto tempo fa, prima che ci mettessimo insieme, quindi non è tradimento, e poi anche se fosse sai benissimo che amo solo te e non farei mai niente per farti soffrire, piccola>> cerca di giustificarsi, e per un po funziona ma poi mi ricordo anche dell'altro motivo per cui sono incazzata.

<<ok...ora mi spieghi perché mi hai definita una tua "amica"?>>
Sbuffa e si mette le mani tra i capelli <<Demi, non mi sento ancora pronto per dirlo a tutti, cerca di capirmi>>urla esasperato.

<<no, veramente non ti capisco. Non ti capisco affatto. E poi chissene frega se questa Margot sappia che sei il mio ragazzo...o c'è sotto un motivo?>> insinuo agitando le mani in aria.

Lui sembra rifletterci un momento prima di parlare <<veramente sì..sì,siamo stati insieme, ma lei è ancora innamorata di me e non voglio ferirla>>dichiara convinto senza guardarmi in faccia.

Rimango in silenzio in attesa di qualche sua reazione, ma dopo un paio di secondi prende il vaso dal comò e lo scaraventa con rabbia e frustrazione contro il muro, mentre io chiudo gli occhi per non assistere alla scena, non perché abbia paura, ma perché mi ricorda quando ero piccola, i miei genitori litigavano, e mio padre scavantava contro la parete qualsiasi oggetto trovava di fronte a lui, facendomi piangere e provare paura.

<<ascoltami quando parlo>> grida riscuotendomi dai miei pensieri. <<ti ho chiesto perché cazzo devi sempre rovinare tutto. Stavamo così bene fino a stamattina. Perché? >>chiede arrabbiato gridandomi in faccia.

Mi fa molto irritare il fatto che mi stia gridando in faccia perché è una cosa che odio, e in questo momento sto odiando anche lui.

<<ma perché è così. È una piccola cosa ma sono le piccole cose che contano. Credi di farmi felice se pensi di potermi ancora definire una tua amica quando non lo sono? Io non sono un oggetto che mi puoi trattare come vuoi tu, io sono una persona, Trevor..>>dico sottolineando la parola persona, perché è quello che sono.<<e mi hanno sempre trattata come se fossi niente; il rispetto me lo sono guadagnata solo perché faccio a botte e insulto pesantemente, e mai perché gli altri pensano che me lo merito perché sono umana. Io ti voglio bene proprio perché mi sono sentita rispettata da te per quello che sono, e ora mi stai cadendo, non ti facevo così>>

<<io sono sempre stato così, e sinceramente non ti facevo una ragazza così complicata>> afferma semplicemente respirando a fondo per cercare di calmarsi.

<<va bene..sì...sarò anche complicata, e a volte mi faccio così tante paranoie che è impossibile non odiarmi. E sì, non sono perfetta, ma d'altronde chi lo è? Per non parlare di quanto sono lunatica, rompicoglioni e mi faccio un casino di complessi, e mi nascondo dietro strati di sarcasmo e di maschere.>> dico velocemente agitando le mani, ma avanzando lentamente verso di lui <<dico di odiare il romanticismo ma poi mi perdo dentro un tuo abbraccio, e dannazione sarò anche volgare, e devo sempre aggiungere un'imprecazione a fine di ogni frase per rendere il tutto più volgare possibile, però, porca puttana>>mi fermo per riprendere fiato.

<<però cosa? >> chiede ancora nervoso <<però se hai deciso di stare con me, significa anche che hai deciso di accettare tutto questo.
Sai quando io e Ken ci siamo lasciati ho detto una frase, che ti dirò anche ora.>> lo avviso mentre lui mi guarda interrogativo.

<<Trevor, la perfezione non esiste, e l'amore non consiste solamente nel vedere i lati positivi di una persona. Se ami una persona, la ami tutta, Trevor, quindi o mi accetti per le mie complicanze o ciao ciao>> lo ricatto , ma lui invece di preoccuparsi ride. Ride?

<<cosa ti ridi?>> domando irritata.

<<non ero io quello che si doveva far perdonare? Perché ora sembra che sia il contrario>> ironizza. Mi spunta un sorriso di divertimento, ma lo faccio sparire immediatamente.

<<esatto, è così>>rispondo

<<quindi parti domani>> afferma cambiando discorso è cominciando a camminare davanti e indietro, mentre si sta tranquilizzando

<<Sì,ma che c'entra adesso?>>

<<dunque ti aspetti che non mi mancherai, che non ti penserò, che a me ora non me ne fotte un cazzo di te>> dice e dopo essersi fermato sul posto e essersi girato verso di me continua <<ecco, hai sbagliato>>

<<non penso questo, Trevor...hai dimostrato il contrario,sempre.>>

<<e allora non cominciare a fare discorsi inutili>> dice

<<e tu inizia a fare meno la testa di cazzo>>

<<e tu inizia a capire che per te darei la vita...>> viene interrotto dalle mie labbra sulle sue. Mi sembrava la cosa più giusta da fare per non incasinare ancora di più la nostra conversazione.

Quando infila la lingua, la mia pressione sale alle stelle, e sento una sensazione di eccitazione, proprio lì.

Ora che so com'è quando è dentro di me, non riesco più a saziarmi. Lo voglio, lo voglio di più.

Mi bacia il collo e il petto, mentre mi sfila la canotta lasciandomi in reggiseno e leggins.

Ci buttiamo sul letto, io mi siedo su di lui a cavalcioni, e mentre muovo il mio bacino, sento sotto di me la sua erezione crescere.

Continua a baciarmi, e proprio quando stava infilando le mani nelle mie mutandine, il suo telefono squilla facendomi balzare.

<<merda, è tua zia Jenna>> si lamenta alzandosi dal letto.

<<passamela>> dico affermando il telefono.

<<ciao Jenna>> la saluto con un tono felice, cosa che non sono visto che ci ha interrotti.

<<dove sei? >> urla costringendomi ad allontanare il telefono dell'orecchio.

<<da Trevor>> rispondo con noncuranza.

<<torna subito a casa>> mi ordina e riattacca il telefono.

<<devo andare>> dico a Trevor sbuffando.

<<ok...ti accompagno con la mia macchina>> mi dice annuendo.

Un volta tornata a casa, trovo mia zia seduta sul divano ad aspettarmi.

<<Demi, ormai sei diventata sotto la mia responsabilità, e ti lascio anche abbastanza libertà per avere 16 anni, ma ti prego di avvisarmi dove vai sempre, soprattutto ora. Hai dormito fuori casa senza avvisare...hai idea di quanto ci siamo spaventati?>> chiede arrabbiata. Ha ragione.

<<ma...>> faccio per dire ma lei mi interrompe <<niente ma, fila in camera tua e preparati la valigia per domani>>mi ordina lasciandomi da sola nel salotto.

♥hei belle, spero il capitolo vi sia piaciuto, non so quando aggiornerò ma spero il prima possibile.

Baci baci♥

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