Capitolo 1

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Un piacevole e umido calore si bloccò sulla sua guancia e, con un' estrema e snervante lentezza, una specie di risucchio coinvolse la pelle: un bacio.

Non poteva essere altri che Urial con le sue romanticherie del mattino che lentamente si andavano dissolvendo durante la giornata.

Cerys mugolò qualcosa di incomprensibile perfino per se stessa e Urial continuò a baciarle il viso sperando di farla svegliare da un momento all'altro; nonostate fosse passato molto da quando l'aveva avuta con sè, egli non aveva ancora imparato che svegliare Cerys era un'impresa quasi impossibile.

Urial, però, non era mai stato un uomo molto paziente e, esattamente come tutte le mattine, stringendole la vita con un braccio per tenerla ferma, le morse la stessa guancia che prima aveva deliziato con delicati e fragili baci.

Nulla di estremamente rude, ma quella leggera e fastidiosa pressione dei denti la fece svegliare in pochissimo tempo e piagnucolare: - Dai, Urial, mi hai fatto male - e con ancora gli occhi chiusi provò a massaggiarsi il punto morso, come se in quel modo avesse potuto placare il dolore, come se fosse in confidenza con quell'uomo da una vita.

- Svegiati, dolcezza - disse Urial stringendola ancora a sè e respirandole sul collo - Lo sai che come ogni mattina è tardi e io ho tante cose da fare.

- Ma io non ho nulla da fare, perciò potrei stare a dormire ancora per un pò - si lamentò la ragazza mentre provava a riaffondare la testa nel suo cuscino.

- Si -concordò Urial sciogliendo l'abbraccio e facendola voltare per posizionarsi su di lei - ma oggi è un giorno particolarmente speciale e non puoi perdertelo per nessuna ragione al mondo.

- Che giorno è? - chiese Cerys riuscendo finalmente ad aprire gli occhi e a guardarlo intensamente anche se in realtà non riusciva a carpire il motivo di quella sua osservazione.

- 17 Ottobre, il giorno del tuo compleanno, tanti auguri mia dolce Cerys - disse con un tono abbastanza allegro Urial mentre le posava un lieve bacio sulle labbra.

17 Ottobre.

Il suo compleanno.

Il 17 Ottobre di quell'anno, Cerys avrebbe compiuto ventuno anni e lei se ne era completamente dimenticata; ma come biasimarla?

In quell'ultimo anno ogni disavventura aveva ostacolato il suo cammino e lei si era ritrovata sballottata da una città all'altra, da un ragazzo a un altro, da una vita a un'altra.

Tutto era successo così in fretta che Cerys era certa avrebbe scordato perfino il suo nome con l'avanzare del tempo: non aveva mai avuto una buona memoria e tutti quei cambiamenti non avrebbero certamente migliorato la situazione.

- Mmm grazie - rispose Cerys mostrando un falso sorriso e aggrovigliando le braccia attorno al suo collo, come se avesse apprezzato davvero quel gesto di Urial, il quale per la prima volta non sembrava avesse un doppio fine.

Urial sorrise e la baciò di nuovo per poi dire: - E visto che oggi compi ventun'anni, potrai fare tutto quello che vuoi, quando vuoi, dove vuoi e perchè vuoi...oggi è il tuo giorno e dovrai godertelo al massimo - esclamò entusiasta Urial alzandosi dal letto e indossando i suoi slip gettati a terra dalla sera precedente.

- Cosa?! - chiese Cerys stralunata.

In tutti quei mesi non era mai successo che Urial le concedesse una tale libertà: non si era mai potuta allontanare da quella casa o muoversi senza prima chiedere il permesso a lui, e soprattutto senza avere la compagnia di qualcuno.

Le sembrava così strano ritrovare nuovamente la propria autonomia seppur per poco tempo.

- Non essere troppo sconvolta -commentò Urial iniziando a ridere poichè aveva capito tutto ciò che stava passando nella mente della ragazza.

- Tu mi stai prendendo in giro - disse Cerys scuotendo la testa poichè ancora incredula per quella notizia.

Urial la stava prendendo in giro, ne era certa, dopotutto le aveva sempre imposto delle restrinzioni.

- No, è tutto vero - disse lui con un sorriso sincero e sollevandole il mento con una mano.

- Vuoi dire che da questo momento potró uscire, andare a fare una passeggiata e tutte le cose che facevo prima? - chiese Cerys con una voce mista fra l'incredulo e l'entusiasmo mentre si inginocchiava sul letto e nuovamente gli circondava il collo con le braccia.

- Diciamo di si - disse Urial stringendole le natiche e baciandola ancora.

- Va bene comunque - disse la ragazza abbracciandolo, poi saltando giù dal letto si diresse al suo bagno e disse: - Mi faccio un bagno e chiamo subito Mitchell per i capelli.

Urial rise a quella reazione, doveva esserci andato davvero pesante se quella libertà momentanea l'aveva fatta esaltare.

Forse aveva un pó esagerato, ma decise comunque di non pensarci e uscì dalla camera di Cerys per dirigersi nella propria.

La ragazza fu pronta dopo circa un'ora, si sentiva come una bambina il giorno di Natale.

Senza neppure avvertire Urial, la ragazza si precipitó giù per le scale pronta a fare una qualsiasi cosa stupida purchè fosse fuori, ma ancora una volta qualcosa turbó la sua esistenza.

Il respiro le morì in gola e l'intero suo corpo si paralizzó.

Ai piedi della scalinata, insieme all'autista di Urial, a chiacchierare, c'era lui.

I capelli erano più chiari del solito ma molto vaporosi, il fisico ben scolpito era messo in mostra da un abbigliamento casual che lo rendeva una sorta di divinità, al braccio vi era un tribale che Cerys non aveva mai visto prima, sul suo viso non vi era traccia di barba e la ragazza era certa di poter annegare nell'azzurro dei suoi occhi, nascosti dietro le lenti scure degli occhiali da sole.

Riusciva a percepirli anche se ancora non si erano posati su di lei.

- Darren...- disse inaspettatamente Cerys, che in tutto quel tempo aveva addirittura eliminato dalla sua mente quel personaggio che aveva dominato la sua esistenza da anni.

Non aveva mai pensato a lui e non ne aveva mai sentito la mancanza; eppure lì, vedendolo proprio davanti ai suoi occhi, tutto stava ritornando.

Il ragazzo si voltó udendo quel nome e inquadró quella ragazza, la quale in realtà non aveva mai visto prima, ma che era davvero molto bella.

Alzó gli occhiali da sole e dopo averla guardata dalla testa ai piedi, disse guardandola negli occhi con un'aria maledettamente provocante: - Mi dispiace zuccherino, credo tu mi stia confondendo con qualcun'altro.

- Non puó essere...- disse lei scuotendo la testa e scendendo le scale lentamente incapace di distogliere lo sguardo da quelle iridi paradisiache.

- Credimi, mi ricorderei di una come te - disse il ragazzo con un sorriso malizioso mentre osservava le gambe della ragazza messe in mostra dal vestito bianco che aveva scelto per quel giorno.

- Tu..stai mentendo - disse lei quasi oltraggiata rimanendo ferma a metà scalinata e senza riuscire a comprendere che a tutta quella storia vi era un'altra soluzione.

Il ragazzo fece per parlare ma ecco che udirono la voce di Mandy, una sorta di segretaria di Urial che viveva in quella stessa casa, dire: - Ehm, Damen, scusa l'interruzione, ma Urial puó riceverti ora a quanto pare

- Damen?! - chiese confusa Cerys guardando quegli stessi occhi che era convinta di aver amato.

- Si, è il mio nome...mi piacerebbe sapere il tuo zuccherino - disse il ragazzo sollevandole il viso poichè l'aveva raggiunta sulle scale - ma, magari ne parleremo dopo - e salì fino al piano superiore dopo averle posato un lieve e casto bacio sulla guancia.

Darren...Damen...qualcosa non andava.

Hello everybody, di nuovo presente...pronti per Seduced? Presto entreremo nel vivo della vicenda non preoccupatevi. Comunque sia, volevo chiedervi se vi piacerebbe leggere una nuova storia molto più realistica, che ne dite? Ci terrei a saperlo, comunque sia, Vi ringrazio per commenti e voti vari, vi adoro a presto❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️

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