Capitolo 3

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Cerys come ogni notte venne accompagnata nella sua camera da Urial, che la teneva sottobraccio in maniera molto più intima e dolce del solito.

Se qualcuno non avesse saputo del trascorso che legava entrambi, avrebbe pensato che essi costituissero una coppia effettiva: lui impegnato nel farla stare bene e lei occupata nel pendere dalle sue labbra.

Sembravano completarsi a vicenda, lui un trentenne che amava la bella vita ma non aveva trovato un punto saldo con il quale potersela godere e lei, una ragazzina di ventuno anni piena di energia e voglia di vivere che lo assecondava in ogni cosa.

Ma lei non era così.

Quella ragazza indossava costantemente una maschera: aveva smesso di amare la vita così tanto, quando aveva capito di non averla mai avuta.

Da quando aveva conosciuto Darren lei era diventata schiava delle proprie emozioni, dei propri sentimenti ed era proprio da quel momento che tutto era cominciato ad andare a rotoli.

Prima Darren, poi Oliver, Ryan, Edison, Urial...non aveva mai avuto pace, era sempre stata vittima di qualcuno e mai libera di essere se stessa.

Aveva assunto le sfaccettature che aveva ritenuto più inerenti alla situazione, nulla di più.

Solo in quel momento se ne rese conto.

Lei non era più Emely Anderson, la ragazza indipendente e sfacciata, non era quella ragazza al fianco di Edison, invisibile e taciturna per paura che i fantasmi ritornassero a galla.

Forse, in quel momento più che mai, era diventata davvero un'altra persona.

Forse solo in quel momento aveva assunto le fattezze di Cerys Hamilton.

Era diventata una ragazza diversa, in balìa di Urial, menefreghista nei riguardi non solo del prossimo ma anche per se stessa.

Continuava a concedersi a quell'uomo che le aveva strappato la libertà in maniera paurosa, non opponeva più resistenza e aveva smesso di combattere per qualcosa che era convinta di non aver mai posseduto davvero: l'amore per Darren.

Ne era pienamente convinta per il semplice fatto che proprio lui avrebbe dovuto salvarla da ogni male e, invece, Cerys era ancora nelle mani di qualcuno che non era lui.

Aveva smesso di amarlo, di pensarlo; le sue giornate ormai venivano riempite da cose frivole che non le facevano perdere tempo come era accaduto con Darren.

Anche l'uomo che la possedeva aveva compreso quel suo ribrezzo nei confronti di colui che un tempo aveva amato, dunque evitava di noninarlo, di ricordarglielo costantemente.

Entró nella sua stanza seguita da Urial e si sedette davanti alla specchiera per potersi spogliare di tutti i gioielli che aveva indossato.

Specchi.

Sempre e solo specchi: quelli erano i suoi unici amici, gli unici che riflettevano una realtà ma te ne facevano conoscere una nascosta.

Urial rimase immobile dietro di lei a osservarla e la ragazza, stupita, chiese: - C'é forse qualcosa che non va? Sei molto silenzioso..

- No, nulla - disse Urial gentilmente mentre le si avvicinava.

- Sicuro? - chiese Cerys voltandosi verso di lui e toccandosi il collo con fare sensuale.

Sapeva che cosa sarebbe successo: giacere con lui era diventata un'abitudine, una routine alla quale non poteva opporsi e che col passare del tempo aveva anche imparato ad apprezzare.

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