Capitolo 13

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Cerys si guardò le mani per un'ultima volta.
Erano passate delle ore da quando Damen le aveva dato l'orario del loro appuntamento in camera del giovane: mancava solo qualche minuto.

Si accarezzò le dita: era strano da ammettere ma quella tecnica la rilassava parecchio, ecco perchè Darren una volta le carezzava sempre le mani, le faceva dimenticare ogni cosa.

Ancora poteva percepire la stessa tranquillitá e sicurezza ogni volta che le mani di Darren stringevano le sue in una stretta affettuosa e protettiva.

Sospirò chiudendo gli occhi, mentre con i polpastrelli si sfiorava le falangi.

Non poteva prendersela con nessuno quella volta.

Lei era responsabile di ogni cosa; lei aveva chiesto a Damen di andare via; lei aveva fatto sì che egli le proponesse qualcosa di subdolo ed era stata sempre lei ad accettare quella proposta.

Si sarebbe potuta chiaramente stare zitta e continuare la sua performance da finta tonta invece di andare a finire dritta nelle fauci del lupo.

Ancora si chiedeva come facesse ad aver paura ad andare a letto con un uomo.

Insomma... era stata con tanti ragazzi, prima e dopo Darren, eppure, ancora aveva paura che si potesse fare male, ancora si sentiva inesperta di fronte a chiunque fosse.

Che sciocca!

Urial aveva sempre avuto ragione su di lei: era solo una ragazzina, una puttanella che doveva esclusivamente obbedire se voleva mantenere salva la vita.

Soltanto in quel momento si rendeva conto della verità in quelle parole: lei si stava liberamente offrendo a Damen solo per poter fuggire da quella realtà e trovarne una migliore in futuro.

Sospirò ancora per nulla tranquilla, poi si diresse verso la camera di Damen.

Rimase di fronte alla porta per qualche istante, poi trovò il coraggio e bussò titubantemente.

Sperò che egli non fosse in camera, ma era una cosa matematicamente impossibile.

La voce di Damen si udì dall'interno: - Entra pure, zuccherino.

Zuccherino...

Odiava quel nomignolo, non lo sopportava, eppure doveva accontentarsi di averlo e non ribattere.

Aprì la porta ed entrò in maniera esitante mentre attorno a lei apparivano i contorni nitidi di una normale camera da letto, ma soprattutto, molto simile a quella di Darren.

Scrutò ogni parete, ogni mobile e poi puntò gli occhi sul letto matrimoniale sfatto e in cui, fra le lenzuola bianche, si trovava Damen che la stava studiando attentamente centimetro per centimetro.

Era incantevole, esattamente come Darren, ma forse con qualche tocco in più.

I capelli biondi erano scompigliati a regola d'arte, gli occhi azzurri e glaciali stavano braccando la loro preda, le labbra strette in un malizioso sorriso erano concentrate nel trattenere una sigaretta accesa, il corpo asciutto ma ben definito era ornato da qualche tatuaggio.

Era a petto nudo e stava attendendo proprio lei.

- Dieci e mezza - disse il giovane guardando il cellulare posato sul comodino proprio accanto al letto - Sei in perfetto orario, complimenti.

- G..grazie... - disse la giovane come una sciocca mentre lasciava che la porta si richiudesse dietro le sue spalle.

Grazie?!

Ma era diventata scema tutta d'un colpo?

La presenza di Damen era certamente più imbarazzante di quella di Darren, ecco perchè non riusciva a dire la cosa giusta.

Damen rise di fronte a quella risposta, poi disse indicando il posto vuoto accanto a sè: - Forza, vieni, non vorrai rimanere lì in piedi per tutta la notte spero.

Cerys deglutì e senza aggiungere nulla si avvicinò a quel letto, pronta ad affrontare qualsiasi cosa: era evidente cosa sarebbe accaduto.

- Puoi toglierli i vestiti, potrebbe farti molto caldo qui - la stuzzicò Damen malizioso.

La giovane rimase per qualche istante immobile a guardarlo, poi il giovane disse senza perderla di vista neanche per un istante: - Anzi... lascia che ti dia una mano.

Cerys non voleva che proprio lui le mettesse le mani addosso, ma non fece in tempo a protestare nè tantomeno a spostarsi, che Damen le fu davanti in tutta la sua bellezza mascolina per poterla spogliare.

La giovane si pietrificò e osservò ogni suoi movimento: le mani di Damen scivolavano sapientemente sulla sua camicetta per poterla sbottonare.

Sfilato ogni bottone dalla sua fessura, Damen fece cadere giù quel sottile indumento ritrovandosi di fronte una delle preziose lingerie di Cerys.

Sorrise a quella vista ma non le mise le mani addosso diversamente come la ragazza si era immaginata, piuttosto la fece voltare.

Le cinse il bacino con un braccio facendola aderire leggermente al proprio corpo, poi cominciò ad abbassare la lampo della gonna con una lentezza esasperante mentre il suo respiro caldo si mescolava alla pelle della schiena della giovane.

Cerys strinse agli occhi non appena sentì di essere stata spogliata anche della gonna preparandosi a sentire il suo tocco rude ferirla e oltraggiarla come molti altri prima di lui avevano fatto.

Altri minuti interminabili poi la voce di Damen che le disse: - Togli le scarpe e mettiti comoda, non ho intenzione di portarti a letto... non sei poi così meritevole di questo onore. - e senza attenderla si gettò nuovamente fra le lenzuola riprendendo a fumare e ridendo con un ghigno.

La ragazza seguì il suo consiglio guardandolo con fare titubante, il giovane se ne rese conto e spiegò come se le avesse letto nel pensiero: - No, stasera non voglio divertirmi con te, in quel senso.

- E allora perchè mi hai fatta venire qui? - osò chiedere Cerys più confusa che mai mentre si stringeva al petto le lenzuola.

- Per capire che tipo sei - disse innocentemente il ragazzo - Voglio capire cosa ha visto in te di tanto speciale, mio fratello. - e posó nuovamente su di lei quei suoi ammalianti occhi azzurri.

- Io non sono mai stata speciale per lui - provò a sviarlo Cerys distogliendo lo sguardo.

- Hai vissuto in casa sua troppo tempo per poterti credere - disse Damen - credi che io non conosca abbastanza bene il mio gemello da poter intendere certe cose?

La ragazza rimase di sasso e il giovane la incitò nuovamente: - Avanti, dimmi cosa è successo tra voi. Com'è iniziato tutto... sono davvero curioso.

Cerys corrugò la fronte, poi, quasi fidandosi di quegli occhi, cominciò davvero a raccontargli ogni cosa.

Raccontò a Damen del loro primo incontro senza rendersi conto che parlando di tutta quella storia, stava automaticamente svelando ogni sua debolezza, ogni suo segreto.

Preda facile.

Damen aveva fatto fin troppo bene i suoi calcoli. Ma non aveva considerato la possibilità che anche lei poteva essere in grado di manipolare ogni cosa a proprio piacimento.

PS: Non ho saputo resistere, mi sento un vulcano in questo momento😁😍😍😍

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