Capitolo 5

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- E così questo è l'unico bordello in cui Cerys è stata vista...- disse Darren osservando l'edificio ben nascosto che stava osservando.

- L'unico in cui è stata vista viva - aggiunse Elisha con un certo pessimismo guardando a sua volta con fare disgustato quell'edificio.

- Cerys è ancora viva! - esclamó Darren stringendo i pugni e cambiando improvvisamente umore mentre fulminava con lo sguardo la sorella.

- Non puoi saperlo - disse la giovane ignorando quell'occhiataccia e aprendo lo sportello della sua limousine - Non hai notizie di lei da...otto mesi, giusto?

- Che cosa vuol dire questo? - chiese arrabbiato Darren mentre la seguiva e senza curarsi del tono di voce troppo alto.

- Che per quel che mi riguarda quella ragazza è morta e tu stai perdendo solo tempo. - disse Elisha con disprezzo mentre dal sedile prendeva una pistola.

- Cerys è viva e io te lo dimostreró - concluse Darren l'argomento e ordinó brutalmente - Tu piuttosto occupati di come farci entrare!

Elisha caricó la pistola e disse: - Non ho bisogno che me lo dica tu: so già da me cosa bisogna fare...sono molto più esperta di te in certe cose - e con la canna della pistola bussó alla porta mentre fulminava con lo sguardo a sua volta il fratello.

Darren non si sconvolse per quel gesto così poco saggio e tranquillo, in fin dei conti Elisha stava bussando alla porta del nemico, ma sua sorella era una ragazza piena di risorse dunque tutto era sicuramente sotto controllo.

Non c'era da preoccuparsi con lei: quella era un'altra ragione per la quale aveva scelto il suo aiuto e la sua alleanza.

La porta si aprì e Darren vide uno degli uomini più fidati di sua sorella che la informó quasi solennemente: - Signorina Elisha, tutto procede secondo i piani.

- Magnifico - disse la ragazza convoce suadente entrando - ora andiamo a contrattare con chi si occupa del posto. - poi disse rivolta al fratello - Darren tu, fai un pó quel che ritieni necessario. Steven, seguimi - e, richiamata l'attenzione del giovane che le aveva dato accesso all'edificio, con fare autoritario si diresse in un corridoio illuminato fiocamente.

Darren andó dalla parte opposta e osservó la foto che Elisha gli aveva fatto avere.

Quella era l'ultima 'notizia' che aveva di lei: la vedeva lì ritratta in quel posto spaventata e sola, affiancata da una ragazza poco più bassa di lei, dai capelli castani e gli occhi blu, la quale sembrava la stesse guardando con odio.

Doveva trovarla e speró con tutto se stesso che fosse ancora lì.

Entró in quello che doveva essere il vero e proprio bordello.

Tutto era avvolto da un alone misterioso e fioco, molto soffuso; ogni cosa emanava lusso ed eleganza, esempio erano i vari cimeli sui corpi delle ragazze, prese in ostaggio assieme ai visitatori, che sicuramente dovevano valere parecchio.

- Darren la vedi? - chiese un ragazzo che stava tenendo d'occhio un paio di uomini, riferendosi chiaramente a Cerys.

- No - disse Darren mentre osservava attentamente ogni giovane presente in quella sala.

Scrutó ogni chioma fluente, ogni corpo, ogni paio di occhi, ma nulla...Cerys non c'era fra tutti quei volti.

La collera, la delusione per aver fatto ancora una volta un buco nell'acqua lo stava per uccidere, per farlo cadere ancora una volta nello sconforto, ma ecco un barlume di speranza.

Fra tutte infatti riuscì a scorgere il viso atterrito della ragazza accanto a Cerys in foto.

Era lei.

Come in un sogno si avvicinó alla ragazza e inchiodandola con lo sguardo, le chiese facendola sobbalzare: - Dov'è Cerys?

- Chi? - chiese la ragazza spaventata mentre provava a coprirsi, poichè spaventata da quegli occhi quasi spiritati che le stavano facendo una domanda improponibile.

- La ragazza che era con te! - disse lui infuriandosi mentre le gettava sulle ginocchia quella foto che teneva in tasca.

La giovane con fare circospetto e timoroso, prese la foto fra le mani e la osservó per qualche istante; dopodichè, sotto gli occhi increduli di Darren, strappó la foto con rabbia.

- Come ti permetti, sporca puttana?! - esclamó Darren oltraggiato e, senza riuscire a controllare la rabbia, la colpì rudemente al viso.

La giovane, per la violenza dello schiaffo, andó a finire contro la spalliera del divano e inizió a piangere; un uomo provó a intervenire ma uno degli uomini di Elisha lo colpì allo stomaco.

Diverse grida si alzarono accompagnati da pianti e suppliche varie: Darren, non se ne curó minimamente, si avventó sulla giovane che aveva stracciato la foto e tirandola per i capelli le ordinó crudelmente continuando a insultarla: - Dimmi dov'è Cerys, puttana!

- Lasciami! - continuó a gridare la ragazza mentre si dimenava fra le lacrime per liberarsi da quella morsa d'acciaio coraggiosamente.

- Rispondi alla mia domanda, cazzo! - urló Darren arrabbiato come poche volte al mondo e stringendo ancora di più la presa.

Ma la giovane, nonostante quel forte dolore che le veniva inflitto, non demorse, urló e pianse ma non rispose alla sua domanda.

Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla cedere.

I presenti provavano compassione per quella povera creatura che aveva osato fare un simile affronto proprio a Darren, ma rimanevano ai loro posti anch'essi intimoriti da quel comportamento.

Nessuno sarebbe intervenuto per salvarla, nessuno sarebbe stato tanto pazzo da intromettersi fra loro due e rischiare la vita.

Quella ragazza era spacciata.

In balìa delle crudeltà di Darren la stessa aveva creduto di essere una morta ancora in piedi, ma ecco che una voce femminile prese il sopravvento su tutto, chiedendo oltraggiata e con fare autoritario: - Che diamine succede qui?

La presa si allentó sui suoi capelli e la giovane ben presto fu libera di sprofondare ulteriormente sul pavimento e crogiolarsi nel suo dolore.

- Questa schifosa troia non vuole dirmi dove si trova Cerys! - rispose arrabbiato Darren mentre sputava la ragazza accecato dall'odio.

- Beh prendila e torturala altrove, non abbiamo più nulla da fare qui - disse la ragazza con fare altezzoso mentre osservava quella ragazza umiliata dal fratello - Vero Olympia? - aggiunse in seguito rivolgendo il suo sguardo crudele alla donna sulla cinquantina che era stata scortata fino a quella sala in condizioni alquanto pietose.

Olympia era la direttrice di quel posto e gestiva il tutto per ordine di Urial, Elisha l'aveva torturata facendola ritrovare con un volto tumefatto e le proprie iniziali E M incise nella carne con un coltello.

La donna rabbrividì udendo ancora la voce di Elisha; quest'ultima rise sadicamente e disse: - Andiamo Darren, porta la ragazza, non voglio altre uccisioni in questo posto o avremo i giornalisti alle calcagna - e senza attendere una risposta uscì da quel posto seguita dal suo fidato Steven.

Come se i giornalisti fossero stata la sua vera preoccupazione poi.

- Cammina! - ordinó dunque il ragazzo accogliendo la proposta della sorella e con uno strattone afferró quella giovane per un braccio e la trascinó con sè rudemente, mentre quella provava a dimenarsi e piangeva.

Non sarebbe stato ancora clemente con quella ragazza, gli stava facendo perdere tempo, dopotutto non si stava mostrando collaborativa.

Speró in cuor suo che si decidesse ad aiutarlo o avrebbe dovuto ucciderla e non avrebbe avuto certamente pietà: per Cerys si sarebbe messo contro anche il mondo o avrebbe addirittura ucciso qualcuno, come già era accaduto in passato.

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