Cerys si guardó allo specchio com'era sua consuetudine, e nonostante fossero passati alcuni giorni da quell'evento, non riusciva a non rabbrividire alla vista dei segni sul suo corpo.
Tagli troppo visibili formavano una fitta rete di intrecci su ogni porzione di pelle a partire dal petto fino all'inguine.
Urial non le aveva risparmiato neppure la schiena.
Cerys continuó a studiarsi attentamente come se fosse la prima volta che si riscopriva in quelle condizioni.
Un taglio netto univa le due clavicole, un'altro la gola e l'ombelico, sul seno segni più evidenti e molteplici, anche la zona delle costole non era stata certamente trattata in maniera migliore. Le braccia non erano state martoriate così tanto, ma i tagli erano più profondi e c'era stato bisogno di fasciature immediate.
Sul viso nessun graffio: Urial aveva fatto sì che rimanesse integro.
La ragazza si voltó lievemente e fu il turno della schiena.
Quello era certamente uno spettacolo macabro: tagli ovunque e poco distanti fra loro avevano formato una ragnatela di ferite che sembrava inguaribile.
Gran figlio di puttana: l'aveva massacrata nel vero senso della parola.
Nella testa della ragazza tutto veniva ripetuto giornalmente: il peso del suo corpo che la schiacciava, la lama fredda di quel coltello che la sfiorava superficialmente, sangue e lacrime che si mescolavano a urla e suppliche per un cocktail di dolore ineguagliabile.
Cerys desideró che Urial fosse morto.
Indossó la sua biancheria intima senza il suo solito modo di fare sensuale, lo fece in fretta e furia, come se avesse potuto coprire in minor tempo possibile quello spettacolo che avrebbe dovuto vedere per molti altri giorni ancora.
Non riuscì a completare la sua opera poichè qualcuno bussó alla sua porta.
- Avanti - disse Cerys con non troppa convinzione mentre indossava la sua vestaglietta per coprire ogni nudità visibile.
Dalla porta fece capolino Mitchell, colui che si occupava dei suoi capelli, e quando la vide disse con fare un pó timido: - Buongiorno Cerys, sono venuto per i capelli.
- Oh, buongiorno Mitchell...ehm, no grazie, preferisco di no. In questi giorni rimarró in camera. - declinó la sua offerta la ragazza mentre prendeva posto davanti alla specchiera.
- Ma Urial ha detto...- provó a dire il giovane, ma Cerys lo interruppe e disse: - Lascia perdere Urial, sui miei capelli posso decidere ancora cosa fare.
Mitchell la guardó con compassione per poi aggiungere: - Cerys, perdonami se sto dicendo questo, ma...non é meglio che eviti di sfidare Urial? Guarda già come ti ha ridotta - disse alludendo a tutte le ferite frastagliate presenti sul suo corpo.
Per quanto la ragazza si sforzasse di nascondere quelle atrocità chiunque poteva vederle.
- Potrebbe anche uccidermi, per quel che mi riguarda. Non mi interessa più niente, né di lui, nè di me, nè di nessun'altro - disse con fare solenne la giovane continuando a fissare il riflesso dell specchio.
- Certo che sei proprio testarda - si aggiunse una voce familiare con tono divertito.
Mitchell e Cerys si voltarono all'unisono verso la figura che era appena entrata: Damen.
- Mi scusi, ma le devo chiedere di lasciare questa camera...il signor Torres non vuole che chiunque entri qua dentro - disse immediatamente Mitchell mettendosi di fronte alla ragazza con fare protettivo.
- Io sono Damen Murs, non chiunque - disse con fare autoritario il ragazzo entrando, poi aggiunse - Se non ti spiace dovrei scambiare quattro paroline con la signorina, perció vá da Urial - e con una pacca sulla spalla lo incitó ad andare via.
Mitchell dovette obbedire e lasció a malincuore la giovane da sola con Damen.
- Perchè sei qui? - chiese Cerys di punto in bianco.
Il ragazzo non rispose e con gli occhi percorse la scollatura della sua vestaglia dalla quale si poteva intravedere chiaramente la tortura che Urial le aveva inflitto.
In men che non si dica, egli scostó il tessuto leggermente e, sfiorando quelle ferite, disse - Certo che si è dato da fare con te.
- Non ti riguarda - disse con un tono di voce serpentino la ragazza mentre scostava la sua mano bruscamente e si copriva meglio che poteva nuovamente.
- Vuoi che lo chiami per farti dare un'altra lezione? - la sfidó Damen, divertito da Cerys e dai suoi modi di fare così autorevoli ma finti.
- Fà come credi, non mi interessa - ribattè sfacciatamente Cerys mentre gli voltava le spalle per andare nella sua cabina- armadio.
- Smettila di provocarmi! - ordinó Damen bloccandola per un braccio - Sono molto paziente, ma quando è troppo, è troppo.
- Non è una provocazione, non ne avrei neppure il motivo - si difese Cerys voltandosi a guardarlo nuovamente con quegli occhi maledettamente seducenti.
- E tutte le volte che ti sei rifiutata di incontrarmi? Come le chiami? - la sfidó Damen senza stancarsi di congelarla con il suo sguardo.
- Fosse stato per me, io non ti avrei mai incontrato - rispose a tono Cerys discostandosi rudemente.
Se tutto fosse andato secondo il suo piano, lei sarebbe stata fuori da quella casa nel giro di qualche ora.
- Cerchi di ferirmi nel profondo, per caso, zuccherino? - la provocó con un sorriso sarcastico il ragazzo.
- Sto solo dicendo la verità - disse Cerys senza farsi fregare da nessuna delle sue intenzioni.
- Strano...quella sera mi sei sembrata parecchio interessata alla "questione burocratica" - riveló il giovane alludendo a quella notte trascorsa con lei - Ora hai cambiato idea?
- Esattamente - disse la giovane continuando con la sua strategia e mostrandosi inflessibile nelle sue decisioni.
- Beh, mi dispiace ma io ho bisogno di te - disse Damen avvicinandosi a lei e sollevandole il volto con due dita - Purtroppo sei l'unica che ha avuto contatti con mio fratello e che potrebbe aiutarmi a prenderlo una volta per tutte.
- É il momento di trovare qualcun'altro - disse Cerys guardandolo intensamente.
- Non posso, ormai Urial ha affidato te a me - disse Damen facendola rimanere senza parole.
La reazione silenziosa di Cerys ovviamente era stata tutta una messa in scena: lei aveva saputo del viaggio in Europa di Urial per sbrigare i suoi soliti affari e dunque aveva anche saputo che, non potendo portare Cerys con sè, avrebbe dovuto lasciarla nelle mani di un qualche amico fidato.
Quell'uomo non si fidava di nessuno generalmente, non riteneva nessuno adatto a prendersi cura di lei, ma Cerys gli aveva dato un valido motivo per scegliere Damen.
Gli aveva fatto credere di detestarlo e, avendo anche offeso Urial con il suo comportamento, era riuscita ad ottenere una permanenza momentanea presso Damen.
Come aveva fatto Urial ad essere così sciocco e cadere in un tranello tanto ripetitivo e scontato?
Qualcosa non quadrava, ma era meglio non porsi troppe domande in quel momento.
- Non è vero - esordì Cerys con fare combattivo.
Il ragazzo la fissó sorridendo sinistramente poi disse soddisfatto - Và a preparare le valigie. Fra qualche ora passeró a prenderti.
- Tu stai mentendo - continuó ad accusarlo Cerys per mandare avanti la sua farsa.
Damen la ignoró e uscì dalla camera lasciandola sola, convinto che ella sarebbe sprofondata nella disperazione più assoluta.
Neppure lui riusciva a immaginare quanto Cerys potesse essere scaltra.
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Seduced
Teen FictionSEQUEL CAJOLED Cerys ha totalmente dimenticato la sua vita precedente ed è sotto il controllo di Urial. Ha eliminato la figura di Darren ma é davvero così? Colpi di scena, arrivi inaspettati, comportamenti strani e strategie...il passato è ancora a...