Capitolo 18

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"Ti rendi conto che stronzo!?"
Esclamo mangiando il mio panino.
David si sdraia affianco a me sul letto mentre io addento rabbiosa il panino.
Devo pur sfogarmi su qualcosa.

"Se smetti di mangiare,mi spieghi?"
Mi giro verso di lui con la testa.
"Harry ha lasciato Ashley senza un perché. Devi parlarci,se lo faccio io scoppia la terza guerra mondiale."
Dico sbuffando.

"Vabene,ora ci vado"
Dice togliendomi il panino dalle mani.
Lo guardo confusa e quando mi prende il volto tra le mani sorrido.

Preme,dolcemente,le sue labbra contro le mie dando inizio a un bacio che mi provoca mille farfalle allo stomaco.
Non mi stancherò mai di baciarlo.

"Vai,daii"

Mi stacco spingendolo e facendolo cadere per terra.
Impreca sbuffando.
"Sono sempre stati bene,e ora che voglio stare bene pure io sti due litigano! Ma chi cazzo mi odia lassù?"
Borbotta uscendo dalla stanza.
Sorrido guardando la finestra poi mi alzo.

"Aspetta!"
Lo raggiungo abbracciandolo forte.
"Se tutto vabene con quei due,torna stasera che ho una sorpresa per te"
Aggrotta la fronte e io sorrido sorprendendolo con un bacio.
Sta volta glielo fatto io.
"Be' però se fai così...volo da Harry"
Dice facendomi ridere.

Mi lascia un ultimo bacio sulla fronte e se ne va.
Sospiro guardandomi intorno.
Per fortuna Caroline è dovuta partire a Londra e rimarrà fuori per due settimane.

Perciò ho casa libera.

Ho tutto il pomeriggio per preparare e Molly insieme ad Ashley verrà ad aiutarmi.
Quindi,decido di andare a far visita a mio cugino.
Tra pochi giorni è il suo compleanno.

15 anni.

Sorrido mentre mi cambio.
Ho una voglia matta di avere figli.
Non so il perché,ma vedendo Molly,le mamme al parco...i film.
Sembra magico avere figli.

David

"David?"
Annuisco entrando.
Mi guarda sorpreso ma non più di tanto.
Ho aspettato,non volevo immischiarmi ma vedere Ashley in lacrime o con gli occhi gonfi tutti i santi giorni è troppo.

Lei ha fatto tanto per me,anni fa. Quando litigavo con suo padre,quando litigavo con mia madre...quando ero quello nuovo e quando ero arrabbiato.
Mi è sempre stata vicina.

Siamo fratelli. Non di sangue ma non ha importanza.
Per me è la sorellina che non ho mai avuto.
L'unica cosa bella di questa strana famiglia.

"Devo parlarti"
Si siede con le gambe sul tavolo.
"Se è per Ashley,non devo spiegare niente a nessuno"
Stringo i pugni per non picchiarlo.
È un amico,dico a me stesso.

Accenno un sorriso.

"Harry smettila. Questa recita sta facendo male sia a te che a lei. Perché non mi dici che ti prende? Ti posso aiutare e lo sai"
Mi guarda impassibile.

"Non amo più Ashley. È finita,vuoi altre spiegazioni!?"
Mi alzo stropicciandomi la faccia,quando sto per andarmene mi cade lo sguardo su un biglietto aereo messo sopra il mobile.

Lo prendo e guardo Harry che sospira passandosi una mano tra i capelli.

"Dove vuoi andare? Francia? Perché!?"
Lo guardo confuso.
"Mi hanno offerto un lavoro là e mia madre dovrà essere ricoverata lì. In una clinica,non loso."

"Ma,Harry perché non lo hai detto sin dall' inizio? Potrebbe venire con te!"

"Io l'amo,David ma..non posso farlo. Lei ha tutto qui,il lavoro,la famiglia...la strapperei dal mondo in cui è sempre vissuta. Perché poi? Non posso offrirle nulla. Lei sogna una famiglia,io no. Sono sterile,David."

Socchiudo la bocca incredulo.

"Diglielo....la stai facendo soffrire così."
Mormoro guardandolo comprensivo.
"Il mio volo è tra un' ora. Non posso farcela a dirle tutto. Potrei non andarmene più."
Dice abbassando lo sguardo.

Sospiro non sapendo che fare.

"Non dirle nulla,ti prego."

Provo a dirgli di provarci almeno,che il loro amore non capita spesso ma vedo altro nei suoi occhi.
Ora pensa soltanto alla sua carriera e vita.

"Amo un sacco Ashley ma preferisco lasciare un bel ricordo della nostra storia. Anche se lei mi reputerá uno stronzo egoista"
Annuisco e dopo abbracci e saluti esco da quella casa con un peso nel petto.

Alaska

"È così strano rivederti..."
Dice mio cugino pensieroso ma felice.
Ridacchii sdraiandomi appoggiando la testa sulle sue gambe.
"Non ti libeti facilmente di me,sappilo!"
Scoppia a ridere accarezzandomi i capelli.

"Sai una cosa? Pensavo che stare con la tua famiglia fosse la peggior cosa,insomma siamo sempre stati io e te contro il mondo...ora mi ritrovo con due cugini,una zia e tuo padre che si comporta come se fosse mio padre. Ti rivedo in lui"
Il mio sorriso scompare guardandolo male.

"Io e lui non siamo simili"
Mormoro con un groppo alla gola.
Sorride.
"Sei solo arrabbiata e ferita. Ma prova a perdonarlo,Ali. È vero,non è stato presente quando avevi bisogno di lui ma...ora è qui? Sai cosa darei per riavere mio padre con me? Anche se è stato un mostro con te e con me. Ma è mio padre."
Dice alleggerendomi un poco.

Vorrei ma non posso.
Non ci riesco o forse non voglio e basta.

Scoppio a piangere.

Mi copro il viso singhiozzando.

"Non può essere tutto più facile?"
Dico alzandomi sedendomi sul suo letto.
Sorride abbracciandomi.
Appoggio la testa sul suo petto.

"Piangi e sfogati,pel di carota. Ti ascolto"
Sussurra accarezzandomi i capelli.

"Voglio solo pace."

***

"Finalmente! Sono dieci minuti che ti aspetto qui fuori!"
Mi guarda truce,Molly.
Alzo gli occhi al cielo avvicinandomi alla porta.

"C'era traffico"
Mento sorridendo sotto i baffi.
"Certo e io sono nata ieri,Ali"
Dice sarcastica.

"Ashley?"

Scuoto la testa malinconica per la mia amica.
"Sta male per Harry."
Annuisce.

"Sì me lo ha detto"

Mentre parliamo di quei due,iniziamo a preparare tutto. La sala da pranzo e la camera da letto.

"Non sapevo di questo tuo lato romantico"
Ammicca sorridendo.
Alzo le spalle.
"Non lo conoscevo nemmeno io,ma non posso rimanere ragazzina per sempre,no?"
Annuisce sorridendo.

"Mi ricordo ancora la prima volta che ti avevo visto. Eri così strana,taciturna e riservata. Mi incuriosivi...e David non smetteva di fissarti"
Dice ridendo.

"Peccato che il coglione non vuole avere figli."
Dice facendomi bloccare sul posto.
"Cosa?"
Sussurro colta di sorpresa.
"Già...quando ci frequentavamo...ma aspetta non lo sapevi?"
Scuoto la testa.

"Parla"
Le ordino.

Sembra indecisa se aprir bocca o no ma ormai lo ha fatto.
"Diceva sempre che avere figli e tirar su famiglia era troppo per lui. Odiava quel genere di cose.
Ma non so se-
Si interrompe vedendomi cadere.
La vista,per un momento scompare,la testa la sento più pesante..

"Alaska!"
Ed è l'ultima cosa che sento.

NIENTE FINISCE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora