Capitolo 3

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Dall' osservare il panorama,passo a guardare la ragazza affianco a me.
Sta mangiando il suo panino con lo sguardo rivolto verso il panorama.

New York di notte è meravigliosa e mi sento molto bene con lei al mio fianco.
All' inizio non accettavo il modo in cui mi catturava con solo la sua presenza ma ora...avendola qui,con me...non loso.

È come tradire la mia rossa...dimenticarla.
E io non voglio. È per colpa mia che è morta.

"Stai bene?",vengo riportato con i piedi per terra dalla sua voce.

Mi sta guardando in modo intenso. Come se volesse vedere cosa sento e cosa penso.
Ma credo sia impossibile.
Non riesco a capirlo nemmeno io.

"Si..sto bene,bello qui."
Annuisce sorridendo come una bambina.

"Mi ci ha portato mio padre la prima volta che sono venuta qui."
Annuisco ascoltandola parlare del padre.

"Posso farti una domanda?",mi chiede cauta.
Annuisco finendo il mio panino.

"Chi...chi è Alaska?"
Spalanco gli occhi al suono di quel nome.
Un pugno allo stomaco.

Come fa a conoscere questo nome?
Mi alzo di scatto.
"Chi...chi te lo ha detto? Come fai a conoscere questo nome!?"
Si alza,anche lei spaventata.

"Io-
Si interrompe e io mi volto per andarmene.
"David!"
Urla ma io non mi fermo.

Sento gli occhi umidi e il respiro affannato.
Non voglio piangere,no.

Scendo dal vecchio palazzo e raggiungo la mia auto.
"David! Un attimo!"
Sento i suoi passi dietro di me.

"Mi dispiace non dovevo-
Mi giro di scatto e per poco non mi viene addosso.

"Chi ti ha dato il diritto...come cavolo lo hai saputo questo nome!?"
Le urlo contro..indietreggia.

Non voglio essere aggressivo.
Ma è più forte di me..

"Vabene,scusa. Non volevo ma vi ho sentiti tu e Steve"
Mi passo una mano tra i capelli sorridendo amaro.

"Tu. Come hai potuto?! Conosci la privacy!?".
Lei abbassa la testa  e posso sentire dei singhiozzi..
"Volevo...solo sapere. Conoscerti."
Sussurra e io vorrei prendermi a schiaffi per quello che ho appena detto:"Conosci prima te stessa dato che a mala pena sai il tuo nome"
Sputo acido.

Alza di scatto la testa con gli occhi colmi di lacrime.
"Sei uno stronzo! E tu impara a controllare la tua rabbia. Perché è evidente che non sei arrabbiato con me ma solo con te stesso."
Dice poi si volta per andarsene.

La guardo scomparire nell' oscurità per poi dare un pugno al palo facendomi male

Ma non è nulla in confronto a ciò che provo ora dentro e quello che ho causato,con le mie parole,a Hayley.

Ha ragione: sono un fottuto stronzo.

Ok,eccomi!
Scusate ma con l'esame e compiti in classe sono molto indaffarata!

Il loro primo 'appuntamento' decisamente fallito..

Voi che vi aspettavate?

Aspetto le vostre risposte..
Buon Sabato ❤

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