Those Green Eyes.

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PREFAZIONE

Quando aprii gli occhi alle 7.06 del primo lunedì di scuola dell'anno, il mio primo pensiero fu: chi me lo fa fare, torno a dormire.

Fu lo stesso pensiero delle 7.12 e delle 7.21. E fu il pensiero che mi fece arrivare in ritardo.

La mia migliore amica, Ilary, mi stava aspettando come tutti i giorni all'incrocio da dove poi avremmo camminato insieme, peccato che, in ritardo io, in ritardo lei. E se ci scappa la

nota, ci scappa per entrambe. Ottimo lavoro Azzurra!

Chapter one

-Stavolta mi ammazza!- vedevo già l'espressione rabbiosa con un misto di esasperazione di Ilaria, probabilmente starà maledicendo il giorno in cui ha sottoscritto il patto "Facciamo la strada insieme tutti i giorni!". Sono le 7.25 e io cerco di sistemarmi in maniera da non sembrare una che dorme in giardino perche ha deciso di sentire la brezza selvaggia della vita. Ok magari le metafore le lasciamo per dopo Azzu. Mi infilo un paio di jeans strappati e un top grigio, fortunatamente ieri sera mi sono dimenticata di struccarmi e stamattina la situazione non è poi tanto disastrosa: posso almeno risparmiare tempo sul makeup. Mi lavo i denti al volo, mi pettino rimanendo mezza pelata per la foga e mi metto in spalla lo zaino più in fretta possibile. 7.32 e sono in strada, ok posso farcela, posso evitare l'apocalisse. Mia madre ha provato a farmi fare colazione ma ho dovuto rifiutare a malincuore una brioche. Ora vedo l'incrocio ma non vedo Ilaria; -Perfetto! Mi ha abbandonata il primo giorno di scuola! Grazie!-

-Beh puoi sempre venire con me bella- sento una voce dietro di me, vicina al mio collo.

-Che caz... Chi sei tu scusa?!- mi giro di scatto e vedo un ragazzo vicino a una moto, con un casco in mano. La prima cosa che noto sono i suoi occhi,verdi, intensi e profondi, che mi scrutano dietro la visiera.

-Allora ti sbrighi? Stiamo facendo tardi... Potremmo saltare la scuola ma non mi sembri il tipo...-

Mi sta chiedendo davvero di salire su quell'arnese? E di saltare scuola?

-Tu sei pazzo! Io non ti conosco e non ho intenzione di venire da nessuna parte con te!- vorrei reggere il suo sguardo, ma quegli occhi mi sento leggere dentro.

-Sappi che sono le 7.45 e se non vieni con me non arriverai mai prima della seconda ora.-

Oh cavolo è davvero così tardi? In fondo ha ragione, sono in ritardo massimo.

Prima di poter aprire bocca sento le sue mani nei miei capelli e subito dopo vedo il mondo dalla visiera di un casco. Ma perché mi trovo in questa situazione? Meglio sbrigarsi prima che qualcuno ci veda o prima di rimanere chiusi fuori da scuola. Mi decido e passo all'azione: salgo sulla moto dietro di lui e mi stringo alle maniglie posteriori. Neanche due secondi e mi prende le mani, staccandole dalle maniglie e portandole davanti, in modo che io mi debba stringere a lui. Sapevo che l'avrebbe fatto ma speravo di evitarlo pur sapendo che è più sicuro. Cerco di liberarmi ma mi stringe ancora di più, così da farmi appiccicare alla sua schiena. E' strano, non ha lo zaino... Con che razza di maniaco sono finita? E se adesso mi rapisce? Oh Azzurra non pensarci, sei in ritardo e non c'è tempo.

-Andiamo- dice mentre parte a manetta verso il campus. Che strizza, scusate l'espressione, spero di arrivare viva.

In cinque minuti arriviamo a scuola. Non sarebbero stati cinque minuti senza i suoi sorpassi azzardati in cui ho rivisto tutta la mia vita. Finalmente scendo dalla moto della morte e mi tolgo il casco.

-Allora grazie e ciao.- mi giro e cerco con lo sguardo un viso familiare.

-Ehi aspetta. Non mi hai detto come ti chiami. Io sono Harry.-

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