Capitolo 13

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POV. Conan

Riportai Ai all'ospedale e, per fortuna, non ci furono intoppi. Subito dopo richiamai Heiji per avvertirlo, così che potesse tornare anche lui.

Ai non aveva più detto una parola. Però avevo ancora paura che volesse scappare, così dissi ad Ayumi e al dottor Agasa di tenerla d'occhio.

Comunque, ora c'era un altro problema: non potevamo stare tutti lì in ospedale e da qualche parte dovevamo andare. A casa di Goro assolutamente no, gli uomini in nero sicuramente erano già lì ad aspettarci, così anche per casa Agasa e casa Kudo.

Per fortuna, il problema fu risolto dal dottor Agasa, che aveva chiesto ad un suo amico di ospitare me, lui, Ai e Goro. Ma alla fine rimanemmo io, lui ed Ai perché Eri si era offerta di ospitare Kogoro. Heiji e Kazuha invece avevano prenotato una stanza in hotel, dato che sarebbero rimasti qui a Tokyo per un po'.

Prima però dovevo ancora parlare con Jodie, così andai da lei.

<<Agente Jodie, avete già scoperto qualcosa? >>

<<Purtroppo no, ma lo scopriremo presto. Non è possibile che abbiano scoperto la vostra vera identità ... comunque, sta tranquillo, se scopriamo qualcosa, tu sarai il primo a saperlo. Nel frattempo, occupati di Ai, è specialmente lei che vogliono. >>

<<Può contarci ...>>

E tornai da Agasa, che mi disse che era veramente tardi ed era il caso di muoverci. Guardai l'orologio ed ineffetti era abbastanza tardi: 23:30.

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Per quanto Conan ci avesse provato, quella notte non riuscì a dormire.

Continuava a pensare a tutto quello accaduto in quella giornata. E alla discussione con Ai.

Si voltò verso di lei, visto che dormiva accanto a lui, e si accorse che aveva un sonno davvero molto agitato, e capì che stava avendo un incubo.

Cercò di svegliarla scuotendola leggermente e chiamandola per nome, fino a quando aprì gli occhi e lo fissò.

<<Conan, c'è qualche problema? >>

<<No, è che stavi avendo un incubo ed ho preferito svegliarti>>

<<Tranquillo, ormai mi ci sono abituata, li ho parecchie volte. Comunque se ti ho svegliato agitandomi, scusami>>

<<No, no non mi hai svegliato, ma ... aspetta. Ce li hai ancora questi incubi?>>

Sembrò rifletterci su per un momento, ma molto probabilmente stava solo ripensando al suo incubo di poco fa.

<<Sì, abbastanza. Non sempre, ma molte volte.>>

"Era passato quasi più di un anno da quando non era più nell'organizzazione, si stava abituando a questa nuova vita, eppure aveva ancora incubi" pensò lui.

<<Dopo tutto questo tempo li hai ancora ...>>

<<Sì, Conan. E se vuoi la verità, non so nemmeno se spariranno mai. Io ci spero, ogni sera prego di dormire tranquillamente e qualche volta funziona, ma solamente qualche volta. Ho passato tutta la mia infanzia a lavorare nell'organizzazione e non mi è possibile dimenticare tutti quegli anni terribili, anche se lo vorrei. >>

Si vedeva che non era affatto una di loro, si capiva che non aveva nulla a che fare con gli uomini in nero.

Loro uccidevano senza pietà, sembrava non provassero amore, solo odio e voglia di togliere la vita alle persone.

Lei, invece, non voleva uccidere, voleva bene a molte persone, glielo si leggeva negli occhi. Lei sapeva provare sentimenti, solo, non li esternava quasi mai.

<<Perché non provi ad esternare i tuoi sentimenti? >> l'aveva detto così improvvisamente, che se ne rese conto dopo. Intanto, Ai era diventata tutta rossa, ma per fortuna, con il buio non si notava.

<<Che vuoi dire?>>

<<Fai ancora fatica a farti vedere per come sei davvero, e forse questo contribuisce ai tuoi incubi>>

<<No,non credo. Cioè, veramente non lo so.>>

<<Perché non ci provi?>>

<<Non riesco. Non ci sono mai riuscita. E non so se mai ci riuscirò>>

<<Sta sicura che ce la farai, Ai. Li sconfiggeremo>>

E il loro discorso si chiuse lì.

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Il giorno dopo

POV. Ai
La mattina dopo mi svegliai abbastanza tardi, ma non me ne stupì affatto.
Conan si era svegliato prima di me ed era già da qualche parte della casa a parlare con Hattori.
Io invece me ne stavo per i fatti miei, ineffetti come sempre, a pensare.
Avevo la testa incasinata per colpa di tutto quello che era successo in un giorno soltanto.
L'organizzazione, chissà come, aveva scoperto che Shiho Miyano e Shinichi Kudo erano ancora vivi, ma nel corpo di due bambini di 7 anni che rispondevano ai nomi di Ai Haibara e Conan Edogawa, hanno cercato di uccidere entrambi, ma è stata ferita solo Ran.
Ora lei rischiava la vita, e, anche se diversamente, anche noi due. Stavolta come facevamo ad uscire da questa situazione?
Io non ne avevo la minima idea, ma ero quasi sicura che Conan ci stesse già pensando, e anche se una parte di me era sicura di stare per morire, l'altra parte sperava che Conan l'avrebbe salvata come aveva promesso e come aveva sempre fatto ...

POV. Conan
<<Heiji io sono d'accordo con te, dobbiamo fare qualcosa, ma, del resto, cosa?>>
<<Non lo so, non ne ho idea. Ma neanche restare nascosti sempre nello stesso posto mi sembra una soluzione valida>>
<<Be ... al momento, non ho proprio idee. E poi, devo pensare anche ad Ai. Ieri ha già cercato di scappare e ho paura che ci riprovi. Se le accadesse qualcosa di male, giuro che non me lo perdonerei mai e poi mai>>
<<Però, ci tieni davvero tanto a lei. Sicuro che siete amici e basta? >>
<<Cos ... HEIJI! MA COSA TI SALTA IN MENTE!>>
<<Hey, calmati amico stavo solamente scherzando>>
<<Non sei divertente. Io ed Ai siamo solo buoni amici ...>>
<<Se lo dici tu ... comunque Kazuha mi ha appena mandato un messaggio e preferirebbe che la raggiungessi in ospedale, perciò troveremo una soluzione la prossima volta. Vieni anche tu?>>
<<No, credo che resterò qui>>
<<Come vuoi. Allora ci vediamo>>
Io innamorato di Ai ... che sciocchezza.

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Ne approfitto per ringraziarvi dei mi piace e dei commenti, grazie davvero!!!
Oggi ho fatto l'esame d'inglese e francese, domani ho quello di matematica e poi mi mancherà solo l'esame orale, perciò farò di tutto per aggiornare, ma non assicuro niente.
Ciaoo

Un amore nascosto per troppo tempo(ConanXAi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora