20 - L'accordo dei Due

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«Cosa?» Se prima il mio volto aveva ripreso un po' di colorito, ora è di un colore più candido del bianco. Il cuore batte normalmente, ma sento improvvisamente una vampata di calore che mi fa sudare. Va bene, avevo cominciato a immaginare una situazione del tipo: ok, la città è stata divisa dagli angeli e dai demoni. Ma Marjoire, oltre ad affermare questo, ha aggiunto che tutti noi siamo dei Nephilim. Mezzi umani e mezzi angeli e demoni.

Se mai vi è capitata la sensazione di vedere tutto nero e di provare un dolore lancinante alla testa e agli occhi quando vi alzate di scatto, capirete come mi sento ora io, solo che sto seduta, impietrita accanto ad Erwood, annichilata. Be', mica tanto accanto: tra lui ed io ci sono ben due metri, e questa distanza è come un enorme precipizio nelle tenebre, ed io mi sento come se fossi sul ciglio, pronta a cadere da un momento all'altro, persa nelle parole di questi sconosciuti. Vorrei aggrapparmi a lui, tenerlo stretto a me, ma ora mi accontento soltanto del tavolo d'acciaio scuro. È freddo come il ghiaccio, e io sono bollente come un marshmallows arrostito. Inutile descrivervi l'espressione di Dusnatt, tanto la intuirete già. Mariangel e Consuelo sembrano una copia esatta di me stessa, solo che loro hanno lo sguardo vacuo, come se stessero pensando a qualcosa, qualcosa affiorato improvvisamente nelle loro menti.

Dovrei fare domande, spalancare la bocca, misurare la sala a grandi passi, cercare di prendere aria, ma invece l'unica cosa che riesco a fare è biascicare due parole: «Noi... Nephilim?»

«Sì. Voi siete dei Nephilim. Siete i discendenti dei Figli e degli umani. Siete dei mezzosangue.» La voce mielosa di Vectis ora sembra sorreggermi dalle spalle e scuotermi, e finalmente riesco a tornare in questo mondo. Nemmeno mi ero accorta che ero finita in una mezza specie di stato di trance.

«Aspetta, aspetta» Conviene il mio migliore amico tirandosi su le maniche della felpa grigia. Il suo petto scolpito lo fa sembrare un giocattolo enorme, con i capelli umidi che sanno di cocco. «Mi stai dicendo che io, Erwoodier Cascino, ho un genitore angelo? Mia madre o mio padre è un... Figlio del Cielo, come li chiamate voi?»

Marjoire si da una leccata alle labbra e fissa Erwood con divertente intensità, come se stesse valutando l'idea di dirgli qualcosa di buffo. Poi guarda tutti noi, roteando la testa lentamente.

«In realtà, non funziona così.» Esordisce. «Un Nephilim può anche non avere un genitore Figlio del Cielo. Qui stiamo parlando di famiglie, di lunghi e complessi alberi genealogici i cui rami percorrono epoche lontanissime dal giorno d'oggi, rami che potrebbero sconvolgere le vostre menti, devastarle. Penso che se scopriste la verità subito, rimarreste così scioccati che nemmeno con settanta secchiate d'acqua gelata potrei farvi riprendere. Ora. Facciamo un passo alla volta.»

«Quindi» Ora è Mariangel a parlare. Sembra essersi ripresa dal suo momento cattura-ricordi. «ci stai dicendo che siamo discendenti degli angeli e dei demoni? Il mio trisavolo avrebbe potuto essere un angelo e quello di Colleen un demone?»

«È complicato da spiegare.» Sibila la donna a denti stretti. «Molto complicato.»

Dusnatt, che non ha ancora parlato, è rosso come un peperone, ed ora in complesso il suo sguardo è una sfumatura di rosso e viola - questo la dice lunga, visto che lui non arrossisce quasi mai -. Gli manca solo il verde e il bianco e abbiamo fatto Joker! Okay, era solo per alleggerire la tensione. Io ve l'avevo detto che devo pensare a cose buffe in momenti come questi. Anche Ciuffo Viola sembra in un momento cattura-ricordi, gli occhi persi nel vuoto e la schiena curva in avanti. Ha una t-shirt bianca con scritto STAY BEHIND THE POCTILLA e un jeans aderente nero, che lo fa sembrare più magro di quanto lo sia già. Vorrei lanciargli qualcosa addosso, giusto per svegliarlo, ma sembra più fatto che mai. Forse è l'emozione della notizia di Marjoire.

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