24 - Nemmeno il demonio

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«I tuoi amici» mi dice Gordon, mentre apre il portone del Golden Globe per uscire. «Sono dei veri dormiglioni. Nel frattempo, posso spiegarti alcune cose, no?»

Marjoire ha chiamato il Guardiano del Precipizio apposta per me. Ha detto che doveva farmi fare una bella camminata per i prati della Poctilla. E ora mi ritrovo fuori, nel punto esatto dove ci siamo ritrovati ieri io, i miei amici e Vectis prima di entrare nel palazzo bianco. I raggi solari mi pungono su tutte le parti del corpo come piccole gocce d'acqua tiepide, ma l'aria sembra essere abbastanza fresca. Profuma di menta e di... sangue. Be', non c'è da meravigliarsi: il perimetro di questo posto è fatto di un fiume di sangue, che alla fine sfocia in un lago di un blu puro costeggiato dagli alberi più alti che abbia mai visto. Non che ne abbia visti tanti: a Richmond Park la maggior parte della legna è stata segata e fatta trasportare dai Trasportatori per tutto il sud, per i bisogni della gente: fuoco nei camini, costruzioni di nuovi mobili o addirittura di case. Ma comunque Londra è piena di parchi, cosa che io amo. La vastità di verde nella macchia del sud è abbastanza ampia, ma non sufficiente per superare questo "ben di Dio" che si trova sotto la metropolitana di Elephant and Castle.

«Ti vedo pensierosa.» ride Gordon mentre camminiamo lungo il muro bianco del Golden Globe. Credo mi stia portando dall'altra parte. Sul "retro". «A cosa stai pensando, se posso chiedertelo?»

Sento i suoi occhi azzurri sfumati di verde e di marrone su di me, come piccole sfere di cristallo contenenti vapori colorati. «Io? È solo che...» Mi blocco. Stavo solamente pensando alla mia Londra. «Stavo girovagando con la mente nel... nel mondo reale, sai. Nella città.»

«Oh» si liscia la maglia bluastra aderente che porta sopra dei pantaloni di lino bianco. «Tu credi che il mondo lì sopra sia reale? Marjoire ti ha detto che sono stati quelli della nostra specie a dividere...»

«Purtroppo per il mio cervello, sì» sospiro. Il rumore delle cascate di sangue che si infrangono sul fiume ora si fa più intenso. «Mi ha raccontato di come tu saresti andando dai nostri genitori per...»

«Dare loro l'impressione che ci sia una scusa legittima per la vostra assenza, esatto. Un piccolo incantesimo che potrebbe fare anche un Noncoforma, creature che possono cambiare la loro forma corporea e che spendono appunto tutte le loro energie nel farlo, non potendo quindi ricorrere all'arte della stregoneria.»

«E io ho capito tutto.» il sarcasmo nella mia voce si perde nell'aria insieme al rumore delle mie scarpe trascinate sull'erba. Ogni ciuffetto verde sembra un insieme di fili di diamanti. Non c'è traccia della brina.

È tutto così puro.

«Marjoire mi ha detto che l'hai presa piuttosto bene, questa storia delle attività universali.» la sua voce è mielosa e provocante allo stesso momento. Assomiglia molto a un attore famoso, i capelli ricci che gli coprono metà fronte, ma ora come ora non saprei dirvi a chi. «Ci sono stati ragazzi che hanno cercato di farsi male perché credevano che fossero in un sogno. Altri hanno perfino alzato le mani a Vectis e Marjoire. Ricordo una ragazza che ha vomitato sul tappeto della sala da pranzo.»

«Come ha fatto Dusnatt dopo aver visto il cuore del Presagio.» gli racconto. «Ma è normale, che la gente faccia così. Tutto questo è...»

«Impossibile? Be', per voi Nephilim può anche esserlo, ma per noi Figli non lo è affatto. È il nostro pane quotidiano.»

L'odore di sangue ora è intensissimo, come se avessi un bicchiere pieno della sostanza rossa sotto il naso.

«A proposito di pane quotidiano... tu cosa fai?» Gli chiedo curiosa. «Insomma, per vivere. Trascorri tutti i tuoi giorni lì a fare la guardia a quel precipizio con le tue ali ossute?»

A Clash of Wings (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora