38 - I Giardini

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Colleen's POV

"Seguitemi, e vi mostrerò il cuore della pazzia."

Kit è davanti a noi, mentre cammina verso il lago. Sopra di noi si innalza per centinaia di metri la barriera di roccia fino a finire ove le stelle brillano e danzano nel viola e il blu di questa notte.

Gli alberi coprono un pezzo della parete rocciosa, grossi bestioni alti cento metri con le foglie striate d'oro e i tronchi e i rami popolati da esseri universali. I brillii che i miei occhi ambra catturano qua e là sono generati da nientemeno che Lucciole del Dolore, piccole creature purgatoriane grandi quanto una testa umana. La loro particolarità, oltre a luccicare nelle notti più scure, è che possiedono ali fatte di mani. Infatti, come narra la leggenda, queste Lucciole del Dolore, alla vista di un Nephilim o di un Figlio in totale pericolo, scenderebbero dagli alberi e afferrerebbero gli esseri con le mani alate, per poi farli a pezzi e divorarli con la bocca rettiliana e porre fine alle loro sofferenze. Inutile dire che l'ultima voce è stata raccontata per secoli solo per spaventare i Nephilim più piccoli. In realtà, queste creature purgatoriane salvano gli esseri in pericolo con le loro maestose ali fatte completamente di palmi e dita.

Immagino Erwood pensare "Devono godere molto queste creature, quando si masturbano a vicenda."

"Giornata intensa, vero?" Il sarcasmo nella voce di Kitthash è appena percepibile. Lui sa gestire molto bene le emozioni, e controllare se stesso. Potrei definirlo un maniaco del controllo. Solo, non se ne intende molto di sentimenti umani: se io lo amassi, lui non se ne accorgerebbe mai. Le emozioni che prova lui sono universali: sono Demoni Vostra Altezza, come mi aveva detto Marjoire. Gli Angeli e i Demoni provano cose del tutto diverse da quelle che proviamo noi, sebbene sappiano gestirle completamente.

Esistono molteplici tipi di demoni: i demoni mostri, i demoni umani, quelli dei sentimenti, della natura, e così via. Per esempio, l'amore è un Demone Vostra Altezza. Fu uno degli angeli più belli del Paradiso, ma Satana lo condusse nelle tenebre e da quel momento l'amore fece soffrire tutti gli umani sulla faccia della terra.

La paura, invece, è l'unico sentimento che fa parte dei Figli del Cielo. Avete letto bene: la paura è un angelo.

Kitthash ci ha raccontato che l'Angelo della Paura, che fa parte dei Vostra Altezza, è nientemeno che l'angelo custode di tutti noi, visto che ci tiene in vita: la paura, infatti, fa sopravvivere. Ma io non devo avere paura, ora. La paura uccide la mente, a volte: è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi. E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là dove lei andrà non ci sarà più nulla. Soltanto io ci sarò. Lo giuro su me stessa.

Le mie iridi vengono del tutto catturate da grossi serpenti giallastri che si avvolgono attorno i rami mentre attraversiamo la foresta che ci sta portando al lago. Qui i raggi di luce attraversano magicamente le foglie e gli spazi vuoti e si tuffano sulla terra morbida a creare dolci riflessi universali.

Veri e propri eserciti di corvi da doppie ali sorvolano i cieli, producendo suoni da far rizzare la pelle. Rettili fatti di quello che sembrerebbe ghiaccio strisciano silenziosamente sulle terre e sugli alberi, lasciandosi dietro traccie di umido, mentre qua e là colgo capannoni di legno con i tetti innalzati per metri. A volte riesco a vedere in lontananza tronchi che sembrano giganti immensi che ospitano delle case: il legno è modellato e scavato fino al suo cuore, e i rami sono ospiti di scintille e bagliori, dando vita a dei veri e propri palazzi di legno. Voci e sussurri indistinti mi solleticano i timpani mentre noto la nebbia che li circonda.

"Questa foresta ha un nome, Kit?" Chiede curioso Erwood respirando la fresca aria del posto

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"Questa foresta ha un nome, Kit?" Chiede curioso Erwood respirando la fresca aria del posto. Piccoli volatili colorati schizzano qua e là, attratti dai richiami dei loro simili, canzoni che danzano nelle foglie e nei tronchi, melodie che sembrano far saturare questo posto ancora di più.

Kit risponde algido, ma con un'ombra di un sorriso. "Certo che ce l'ha. Siamo nei Giardini dell'Eden."

Un colpo al cuore mi blocca sul posto. Vedo Consuelo e Danielius bloccarsi subitaneamente, le pupille dilatate e gli arti rigidi come dei pezzi di ferro.

Non è possibile.

La mia bocca si apre immediatamente, cercando di chiedere di più su questo emblema.

"I Giardini... I Giardini dell'Eden?" Per un momento fisso Kitthash, pietrificata, e poi mi guardo intorno: la vegetazione sembra essersi riempita di più animali universali. "Mi stai parlando del luogo in cui Dio creò tutti gli esseri viventi, tra cui Adamo ed Eva? Il Paradiso terrestre?"

"Esatto, Colleen. Proprio quello." La sua voce risuona intorno a me bassa e lenta. "D'altronde quel Demone di Dante con il suo libro ci azzeccò parzialmente: il Paradiso Terrestre si trovava sul monte del Purgatorio, nella Divina Commedia, no? Qui, invece, si trova all'inizio del Purgatorio, senza alcun monte, su una pianura."

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