34 - I venti del credo

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"Esistono molti scritti pieni di spirito caustico in cui si nega l'esistenza di Dio; ma nessun ateo, a quanto mi risulta, hai mai confutato con buone prove l'esistenza del diavolo." Le parole di Harley danzano nell'aria e nella luce per qualche secondo, poi vengono fatte placare da quelle di Nolan.

"È vero. Anche io ero ateo, prima di scoprire la mia vera identità. Molti Nephilim erano atei. In questo ventunesimo secolo sembrava fosse una moda esserlo. Ragazzini di dodici anni che si vantavano della loro non-credenza. Pff. E voi, ragazzi, credevate?" Ci chiede il ragazzo, i capelli scuri che luccicano sotto tutto questo bagliore.

Siamo tutti insieme seduti sull'erba, con Reiyel in disparte che fissa con inquietante curiosità le cascate di sangue a pochi metri da lui. Il rumore che producono è celestiale e genera boati che rimbalzano da una parte all'altra del Purgatorio, finendo perfino dentro il vapore magico delle nuvole. Ma ciononostante, qui riusciamo a parlare e a sentire senza alcun problema.

"Io no. Non ho mai creduto. Ma ovviamente ora ho cambiato idea." La butta lì Dusnatt, fissando con gli occhi marroni e viola il cielo sopra di lui, le nuvole a spirali dorate e rossastre. "Prima credevo solo in me stesso, e che qualcosa di potente avesse sconvolto Londra, tutto qui. Ma Dio? Non era roba per me. Mia madre mi ha sempre considerato una persona acedia." Lo sguardo di Mister Cazzo è del tutto perso tra i fiotti di puro sangue fresco delle cascate.

"Nemmeno io, ma ho sempre creduto in qualcosa di superiore. Di qualcosa che ci avrebbe accolti nell'aldilà. E comunque, non ci ho mai pensato veramente. Forse credevo più ad un'entità oscura. E a volte questa entità oscura mi induceva nella tentazione di credere in Dio." Danielius, il falso giapponese, dice la sua, la cascata di capelli neri oltre spalle, poi lascia parlare Mariangel.

"Io sono stata battezzata giusto trenta minuti dopo la mia nascita, a casa mia. Ero in fin di vita, mia madre ebbe problemi con il parto. Lei ce la fece, e io non ce la stavo facendo. Non riuscivo a respirare, così tutti mi hanno raccontato. Stavo per morire. Per questo mia madre, religiosa appassionata, ha chiamato un prete e mi ha fatto battezzare al momento, così da farmi morire da cristiana. Ma alla fine sono sopravvissuta, sopravvissi, e sono sopravvissuta da credente."

"Wow, Mary, questo non ce lo avevi mai detto!" Puntualizza Erwood aggrottando le sopracciglia. "Io non so se ho creduto o meno. Ora è certo che credo, ma prima... non so. Mi potevo permettere di pensare che esistesse l'entità di Dio nel Regno dei Cieli, e anche quella del demonio nel Regno del Dolore, ma... ne ero sempre insicuro."

Mentre loro parlano e raccontano cose a Harley e Nolan, io cerco di allontanare tutti i suoni e lasciare un piccolo spazio solamente per me, per pensare alla grande domanda postaci da Nolan.

Voi credevate?

Io sono stata un po' scettica su tutto, nella mia vita. Credevo nel destino come credevo nell'amore, e sapevo che qualcosa di Onnipotente un giorno mi avrebbe resa luce del suo corpo. Io lo sapevo, ma non consciamente. Non ho mai pregato in vita mia. Non sono mai andata in Chiesa. Non ho mai parlato di Dio e del diavolo con i miei genitori o i miei amici. L'uniche volte in cui sentivo nominare i nomi dei Due erano a scuola, nella classe di religione, con la professoressa Glenda Swift.

Due giorni fa, a dispetto di tutte le nostre vecchie credenze, Marjoire ci ha sbattuti in faccia la verità: i Due esistono, così come i demoni e gli angeli e i Regni. E non potevo nemmeno non crederci: la sua danza con i demoni nel tornado blu, gli attacchi e questo posto ne sono stata la dimostrazione.

Prendete Dusnatt, per esempio. Io non so cosa la sua mente gli stia dicendo. Non sono a conoscenza dei suoi strambi pensieri. Lui non credeva. Odiava la gente superstiziosa. Dopo tutto quello che ha passato qui, cosa diavolo potrebbe averne capito? Si è messo in testa che questa è la sola verità? O sta solo fingendo?

Dusnatt Tomlin, il ragazzo che non credeva mai a niente, ma che prima in libreria ha scosso tutti noi: ci ha fatto risalire dalle profondità di un lago di domande e oscurità dovuti a Kit. Ma non pensiamo a Kit. Se pensassi a Kit mi crescerebbe la voglia di sapere di più sulla maledizione e su quel maledetto libro.

Guardo Ciuffo Viola per qualche minuto, che fissa con uno sguardo vacuo il barbagliare delle acque sanguinee. I suoi occhi marroncini e violacei sembrano essersi slavati, ma la pelle intorno è nerastra. La sua parte sciamannata sembra essere volata via.

"E comunque questa società soterica esiste dal Giorno Vuoto, ovviamente." Sento spiegare Harley, del tutto contenta di avere in mano la situazione. La sua treccia brilla e rilascia un profumo fruttato. "Prima, esistevano solo il Purgatorio e le sue creature. Da quel giorno, centinaia di Nephilim hanno potuto allenarsi e apprendere arti, proprio come, spero, farete voi. Gli Specchi, le arti, le droghe... saranno indispensabili per il giorno che cambierà l'Universo."

Sbaglio o ha appena detto che la droga è un elemento indispensabile?

"Di che giorno stai parlando?" Chiede cupamente Mariangel, ed è in questo momento che il volto di mia madre sostituisce quello della ragazza. Sono così simili. Bionde, magre e formose. Scaccio via il volto della mia morta madre scuotendo la testa. Non posso permettere al dolore di generare nuove lacrime.

"Del giorno in cui avverranno le Aperture delle Porte, l'atto che metterà a tacere perfino i venti gelidi del Nord degli inferi."

"Ho già sentito queste Aperture..." Dice interrompendola Danielius. Harley sembra non approvare la sua comparsa. Poi parla Erwood.

"Ma certo, ce ne ha parlato Vectis nell'Amante, la sua limousine. Ha parlato di queste Aperture delle Porte, e di come a ogni equinozio di primavera il suo arrivo incombi sempre più su tutti noi."

"Esatto, Erwood." Gli sorride Harley, guardandolo da capo a piedi e facendo un verso di piacere. "A ogni equinozio le Aperture si fanno sempre più vicine. E so già che vi starete chiedendo in cosa consista, be'..."

"Sono arrivati!" Esclama Reiyel, sbucando dal nulla. L'angelo quindicenne sembra cupo e triste, a dispetto del suo timbro di voce. Harley gli rifila uno sguardo di puro odio, e da questo capisco che odia essere interrotta.

Le nostre teste si voltano in una volta sola verso il Golden Globe, dove vediamo Kit, Gordon, Marjoire, Vectis e quell'angelo Hahasiah correre verso di noi.

Cosa è successo?

Tutti si alzano di corsa, tranne Dusnatt. Mentre gli occhi dei miei compagni vengono incatenati alle figure che ci vengono incontro, sento Ciuffo Viola, che è rimasto a terra, lo sguardo perso nel vuoto nelle cascate di sangue che ruglia rumorosamente, sussurrare, e lo sento sussurrare una frase che mi fa vibrare l'anima.

"Forse non esiste il diavolo; è solo Dio quando è ubriaco."


***

Eccoci qui con un nuovo capitolo (di passaggio, più che altro, ma che spiega anche i vecchi credi dei nostri protagonisti). Finalmente, nel prossimo capitolo, verrà introdotto un colosso di tutto l'Universo, spero riusciate a indovinare il personaggio. La storia comincia a stravolgersi.
E niente, grazie per il vostro supporto che ultimamente sta crescendo sempre di più ❤️

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