50 - Ciò che mi sfugge inseguo

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Questo è un capitolo dal punto di vista di uno dei colossi della storia, e se state attenti potete già afferrare dettagli e rivelazioni che poi si riveleranno per bene più avanti. Spero come al solito che vi piaccia ❤️️

***

Axiokersos' POV

Sorrido, perché il sorriso mi fa maledettamente rilassare.

Il cratere che si forma alla mia caduta innalza polvere e rocce che raggiungono le nuvole, formando per un momento una spirale alta chilometri e chilometri. Gli schizzi di sangue e pus che producono le mie scapole un attimo dopo imbrattano il verde e il grigio sotto di me. Lascio che le ali si ripongano per bene e poi cammino a passo svelto, il mio organo ancora in erezione.

"Mio Signore." Borbottano dei Nephilim mentre esploro la terra per l'ennesima volta, inchinandosi. I loro sguardi meravigliati non recitano: è così, quando non si aspettano una visita dal sottoscritto.

"Ombre e luci a Axio." Enuncia qualcuno, mentre le braccia dei Giardini dell'Eden mi accolgono con creature e giochi di suoni a dir poco sorprendenti. Ho sempre amato questo dono di Dio. Ho apprezzato molto questo verde che mi ha dato, perché è il luogo dove potrò sempre addormentarmi con le musiche più dolci dell'Universo.

Ed è quando ci entro che il fuoco zampilla: due grosse onde di rosso e giallo che sfiorano appena i tronchi e che trasportano il corpo umano di Kitthash. Ha il volto di chi è stato deriso dinnanzi il mondo.

"Tredici. Tredici Draghi delle Ombre. Non sappiamo nulla su possibili Sognatori. Almeno due, a mio parere. I ragazzi sono deceduti per qualche minuto prima che i loro rinforzi da Arcangeli Caduti li riportassero in vita. Nessuno ha scoperto delle vere identità, tranne Colleen. Shoheryn potrebbe riempirle la testa con tutto. E tu sai che lei sa tutto."

Al nome di Colleen sbarro gli occhi, piegando la testa di lato.

"Le condizioni di Colleen sono drastiche. Diversi sentieri percorrono i suoi pensieri: un possibile possedimento o un possibile tradimento. Ma vista la lunga amicizia tra i due sono sicuro che penserà a un possedimento. Resta il fatto che non sappiamo se Shoheryn le dica che i ragazzi sono veramente morti o meno. Per ora, Colleen è un'incognita senza risposta."

Annuisco, e con un semplice gesto della mano lo faccio avvicinare. I suoi occhi blu sono circondati da nero.

"A causa della forza che è riuscita a spostarmi devo tenermi queste ombre agli occhi per giorni. Magie di casa Shoheryn. Non ho potuto fare niente. Perfino Lucifero sarebbe stato scagliato nell'aria."

Annuisco una seconda volta, camminando tra le foglie e l'erba e la purezza. I piedi scalzi sono così abituati a calpestare questa terra che ormai sono loro a guidarmi. Un altro "Mio Signore" vola tra gli alberi mentre scorgo le grandi abitazioni di legno ripiene di luci e anime indaffarate. Alzo la testa per vedere Nephilim e Figli spostarsi tra i rami con piedi e ali, scaricando tutta la tensione su di me. I loro volti preoccupati mi riempiono il cuore di forza. Questo posto è la mia forza, ed è stata appena penetrata da delle puttane.

Se mai dovessi incontrare Shoheryn, non la ucciderei mai. Troppo facile, troppo triste. La festa comincerebbe al primo bacio che le darei, e poi ai morsi, la carne squarciata, il sangue che mi pulirebbe la pelle, i suoi organi sradicati a terra, i suoi occhi pieni di terrore mentre me la monto e me la monto e me la monto, così tanto da riempire il suo intero corpo con il mio seme. Una volta finito, lo rifarei, e lo rifarei, per l'eternità, mentre con la sua lingua mi asciugherei il sudore.

Una striscia d'oscurità nel cielo cattura la mia attenzione. Tra rami e foglie scorgo della carne umana innalzarsi nel cielo con sorprendente velocità ed eleganza, la classica postura di chi si sente libero e pronto a tutto, sensazioni di poter uccidere tutti e tutto e osare sfidare le tenebre ad occhi chiusi. Non mi ci vogliono ore a capire che la sagoma che si sta dirigendo verso le nuvole è Mariangel, la mia piccola, dolce Mary, posseduta da qualcuno che non ha niente a che fare con Shoheryn.

Come lo so? Istinto.

Piegando leggermente le ginocchia mi spingo nell'aria per raggiungere la ragazza, che con occhi grigi e non blu mi fissa e sorride, il suo petto squarciato che gocciola sangue e crea una pioggia scarlatta.

"Tu. Non credevo arrivassi ora."

La sua voce riempie la mia testa, come una musica profonda, e che mi da una chiara idea di chi sia l'essere dentro il corpo di Mariangel.

Asmodeus, vorrei dirle, lasciami almeno il corpo. Ma Axiokersos non chiede, non ordina. Axiokersos prende. Axiokersos uccide e monta.

Con un semplice movimento mi ritrovo faccia a faccia con il demone, per poi prenderle i capelli e tirarli così forte da farla gemere.

"Avanti, Axiokersos, vuoi davvero fare del male a questo corpo? Quando riacquisirà i sensi, chi le spiegherà dei segni sul collo e delle ciocche mancanti?"

Non esito un momento e sorriderle e a lasciarle un piccolo bacio sulle labbra.

"Non cercarmi quando vedrai con i tuoi stessi occhi la gola squarciata di un'ormai instabile Marjoire."

So che ho fatto trapelare qualcosa dal mio viso, dai miei occhi, dalle mie labbra, perché il demone mi sorride malignamente, leccandomi le labbra un'ultima volta e liberandosi dalla mia presa, sparendo tra le nuvole che stanno accogliendo le sfumature dell'alba.

E mi ritrovo a piombare giù, verso Linfsha.

Cerco il rosso tra le abitazioni di legno, le ali unte di sangue e pus che tagliano l'aria e la nebbia e la tensione.

Ma non è il rosso che mi chiama, bensì Erwoodier. Il suo sguardo è fisso su di me, gli occhi senape che brillano di rabbia e qualcosa di oscuro, qualcosa di nuovo che non gli ho mai visto.

Lo raggiungo al capannone di legno, fissandolo a sua volta, calpestando le pozze di sangue e di vino e pezzi di vetro, mentre Harley e Nolan si alzano di fretta e si inchinano.

"Mio Signore... Mariangel è..."

Zittisco la ragazza con un cenno della mano, continuando a fissare Erwood. Ha le guance solcate dalle lacrime e le mani più tremanti del mio organo.

Penetrando i suoi occhi penso "Sfuggo ciò che m'insegue. Ciò che mi sfugge inseguo".

Un colpo di tosse mi riporta nell'Universo. Mi volto, riponendo di nuovo le ali nelle scapole e guardando atrocemente i resuscitati: sono in piedi, gli addomi e i petti aperti e sanguinanti, gli occhi spalancati e rossi e scintillanti. Mi stanno guardando come se fossi il sole sceso in terra.

E io so a cosa stanno pensando.

Quando si muore, si ricorda sempre di un qualcosa del passato, e non c'è niente che possa fermarlo. Perché, oltre alla cecità di alcuni luoghi, questo è negato a Dio: disfare il passato.

"Tu." Sussurra Dusnatt, gli occhi spalancati e pieni di terrore. "Tu..."

Ma, come proprio mi aspettavo, è Danielius a parlare, una mano debole che mi indica. Più che terrore, lui sprizza sorpresa. "Tu sei colui che ci ha tolto i ricordi."

Fisso gli Arcangeli per un'ultima volta prima di sfoderare le ali di vene e volare verso il viola dell'alba.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 22, 2016 ⏰

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