47 - Il crollo

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Anche qui, rivelazione illegale. Buona lettura ❤️

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"Prova a scappare e ti ucciderò. Prova a disubbidirmi e ti darò in pasto ai Constrittori. Prova a entrare in contatto con qualche tuo amico e unirò i tuoi organi al Trono di Carne. Prova ad uccidere te stessa e farò si che il tuo cadavere venga montato per l'eternità. Una parola sbagliata, ragazzina, e berrò tutto il tuo sangue, magari diluito con un bel Chianti. Un passo sbagliato e striscerai per sempre in un lago di ossa angeliche. Non guardarmi. Non farmi domande. Rimani lì. Muta, o riempirò quella tua lobota di bocca con dieci organi morti. Ti è chiaro?"

La Guardia Reale è stata uccisa subito dopo avermi detto queste esatte parole. Da chi? Da una certa fanciulla di quindici anni di nome Shoheryn.

"Mi scuso tanto, Colleen, per questo piccolo inconveniente. Lospkok non è stata mai una tipa molto intelligente. Non avrebbe mai dovuto dirti quelle brutte parole. Stai bene?"

Il fuoco verdastro nei suoi occhi mi irradia sensazioni di pace e violenza allo stesso tempo. Come fa, lo sa solo lei. La sua pelle chiara come una spiaggia bianca potrebbe essere una delle più lisce e perfette che abbia mai visto, e Cristo, come la vorrei toccare. E le sue labbra. Le sue gambe. Il suo fiato.

Potrei raggruppare tutte le stelle dell'universo e i tramonti di tutti i pianeti, le acque più cristalline degli oceani e la luce più pura del fuoco, eppure non basterebbe per eguagliare la divina bellezza di questo piccolo, dolce dipinto di Caravaggio.

"Colleen. Ripeto: stai bene? Mi scuso per l'entrata in scena un po' grottesca, ma sai, andava fatto. E scusami ancora per la Guardia Lospkok, davvero. Gradisci qualcosa da mangiare? Del vino? Carne? Dolci?"

La luce sopra di noi spruzza raggi sui suoi capelli chiari e sulle sue ciglia, facendola somigliare ad una perfetta fontana di acque colorate. È di fronte a me, le mani poggiate sul tavolo di legno che sfregano l'un l'altra, mentre con la testa dritta e immobile mi guarda con commiserazione. Alle sue spalle, un'immensa vetrata da su quella che dovrebbe essere una strada di spuntoni di legno affilati come picche che scorrono in un percorso a zigzag verso un tunnel di una montagna, troppo maestosa per vederne la cima che comunque sembra sfumata di rosso.

La sua voce danza allegra tra le pareti di marmo di questo salotto. "Dovrai pur parlare. Ti devo delle spiegazioni. E tu vuoi delle spiegazioni. Non è così?"

Coltelli arrugginiti mi stanno trafiggendo la pelle, squarciandomi i muscoli e sfregandomi le ossa, facendomi sentire qualcosa di minuscolo e sgretolato, qualcosa di perso in un vento tiepido.

"Sai, Colleen, quando deciderai di parlare, quello sarà l'indimenticabile l'inizio della nostra amicizia. E non voglio che tu pensi che io sia malvagia, no no. Non voglio assolutamente che tu pensa questo. Io ti ho salvata. Ti ho salvata, Colleen Hardy. E non lasciarti trasportare dalla marea del passato, perché ormai quella marea si è abbassata. Certo, tornerà ogni tanto chiamata dalla sua luna, ma tu dovrai essere capace di impersonare il sole ed essere sua nemica."

Una lancia gelata mi trafigge il cuore quando noto che i lineamenti di questa fanciulla mi ricordano quelli di Erwood. Oh, Erwood... il mio Erwood.

"Non c'è verso di farti parlare, eh? Be', vediamo se con un po' di cibo riesci ad aprire una conversazione. Saphira, porta a Colleen i piatti migliori di tutte le Terre Affondate. Entro un minuto."

"Come dice lei, mia Regina."

Non mi ero accorta della ragazza-drago all'angolo del salotto, distesa su una poltrona rossa cremisi. I suoi occhi piangono scintille e le sue labbra bruciate marciscono come della frutta. Ha la pelle bianca come la sua regina, eppure qua e là ci sono squame sporgenti, affilate, unte di un liquido denso e biancastro. Ed è proprio lei che mi ha rapito, che, insieme ad altre decine di demoni, ha irrotto nel Purgatorio per portarmi qui.

La creatura sparisce dietro una porta con un sorriso e i miei occhi si spostano sul lampadario: migliaia di cristalli che si incastrano uno con l'altro, formando figure demoniache e angeliche con spade e lance e scudi.

In un altro angolo, invece, ci sono due statue di uomini nudi e con le teste crepate e macchiate di rosso: hanno una posa piuttosto attraente e in mano reggono dei.. cuori. Cuori fatti di pietra, ma ricoperti con gocce di puro sangue. E solo ora mi baluginano in mente le due statue del salotto del Golden Globe: identiche a queste.

"I Reggenti del Nulla. Così si chiamano, quelle statue, se te lo stessi chiedendo." Sussurra la Regina, un sussurro che mi lancia brividi, come se qualcuno mi avesse buttato un secchio d'acqua gelata. "Perché Reggenti del Nulla? Il cuore è il nulla, Colleen Hardy. Qual è il compito di un cuore, per dei Figli? Nessuno. Un Figlio del Dolore non ha bisogno di un cuore, e nemmeno un Figlio del Cielo. Nemmeno noi delle Terre Affondate abbiamo bisogno di cuore. Gli unici esseri che ne hanno bisogno siete voi Nephilim e Dio..."

"Sua Maestà, ecco a lei."

Il tavolo si riempie di colpo di mani e calici e vassoi carichi di cibo: risotti, carni, panini, dolci dalle forme più strane, cocktail in calici di ossa e torte ripiene di panna con scaglie azzurre come il ghiaccio.

Ed è in questo momento che un conato minaccia di soffocarmi.

Quando i servi spariscono dalla mia vista e il silenzio cade sul tavolo, la regina mi parla. "Ti consiglio di mangiare. So che il viaggio è stato lungo e tortuoso. Non avevi mai viaggiato in quel modo, non è vero?"

"Dove sono?" Bisbiglio, e bisbiglio così piano che temo che la ragazza non mi abbia sentito. Ho la voce tremante, scossa, roca.

Però dopo un po' Shoheryn chiude gli occhi, gemendo, come se avesse goduto al solo udito della mia voce.

"Ti trovi nelle Terre Affondate, mia cara. Il nulla affondato. Il luogo invisibile agli occhi dei Due. Popolato solamente da donne. Questo è il luogo delle pelli, del sesso e dei giochi. È il posto più nullo dell'Universo, dove solo favori e servizi vengono scambiati."

Questo mi dà la conferma di quello che stavo pensando.

"Voi siete quelle donne che mi vogliono morta." Sussurro io, la gola che brucia come se avessi ingerito un bicchiere di piccante. "Voi siete coloro che mi hanno mandato dei demoni per farmi uccidere. Voi avete fatto esplodere la casa di..."

Le parole non vogliono saperne di uscire. Rimangono intrappolate in me, come se fossero dei piccoli animaletti in gabbia.

"Voi avete ucciso tutti gli invitati a quella festa. Il fumo nero. Gli Assanti. Corbin Harper. Mostri alati e Presagi. Il grattacielo... voi. Gordon me l'aveva detto. Che siete invisibili, che nemmeno il demonio può raggiungervi."

"Questa è più o meno la versione che appunto ti ha detto quel Vostro Bassezza di un Gordon. La versione sbagliata. Colleen. Dimentica tutto quello che ti ha detto Marjoire. Dimenticalo. Perché non è vero. Dimentica le tue amicizie. Dimentica Erwoodier Cascino. Loro sono sempre stati i cattivi, in questo gioco. Ti hanno manipolato, hanno recitato l'inseguimento, hanno finto tutte le morti di questa notte. Piangi, sfogati, prendi a cazzotti quello che ti pare, ma accettalo. Loro sono sempre stati quelli vestiti di tenebre. E se tu avessi aspettato l'arrivo di Axiokersos, sarebbe stata la fine. Il Purgatorio non è un bel posto, Colleen Hardy. Sono loro che hanno sempre voluto te, e ti hanno avuto, per un certo senso. Ma io ti ho salvata."

"Ma di cosa stai parlando..."

"Marjoire è una delle mogli di Satana, Colleen. Il suo vero nome è Asmodeus. E tu sei stata il loro piccolo, meraviglioso giocattolo. Dimentica i tuoi amici, perché in realtà non lo sono mai stati."

A Clash of Wings (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora