2. Saluti

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Sospirai. Ultimamente sospirare era la cosa che mi riusciva meglio. Stavo con Derek nella mia camera. Era completamente poggiato sul mio petto e le mie braccia lo circondavano, accarezzandolo di tanto in tanto.

"Non voglio che vai via" mi disse con voce tremante. Si era quasi messo a piangere quando gli avevo dato la notizia due settimane prima. Ma ormai tutto era deciso. E io avrei dovuto accettare il mio destino.

"Lo so, babe. Neanche io voglio" gli risposi, baciandogli i capelli biondi.

Derek si voltò tra le mie braccia e affondò la testa nel mio collo. "Manca così poco". Una settimana precisamente. Quelle che erano appena passate erano state orribili. Io e papà ci parlavamo a malapena. Thomas sembrava sentirsi in colpa, ma alla fine mi aveva solo salvato da un viaggio senza ritorno verso la terra dei leprecani.

"Non ti ha aiutato neanche lei?" mi chiese Derek a quel punto. Non riusciva a credere che mia madre non si fosse fatta sentire in quella decisione. Aveva lasciato campo libero agli altri due. E mi aveva ferito. Io amavo quella donna, ma sapeva che Dante aveva un girone dell'Inferno anche per gli ignavi? Insomma, lei avrebbe dovuto studiare letteratura italiana meglio di me, ma non sembrava interessarle.

"No, lei è succube di mio padre" risposi, sollevando gli occhi al cielo.

"Oh... Mmh, Lu?". Derek aveva appena sollevato la testa e mi guardava mordendosi il labbro.

"Sì, amore?".

"Che significa succube?".

E io scoppiai a ridere. Il mio piccolo ignorante. "Dio, Der. Ti amo. Non so proprio come farò senza di te" dissi, accarezzandogli la guancia.

"Mh, ti amo anche io" disse, aspettando ancora una risposta.

"Succube significa sottomesso" spiegai.

"Grazie, enciclopedia umana".

"Niente" dissi prima di baciarlo e infilare la lingua nella sua bocca. Non dovetti neanche fare fatica per avere il controllo. Dopotutto ero quasi sempre io che dominavo nella nostra coppia.

"Neanche io so come farò senza di te, Lu. Non puoi lasciarmi qui da solo" disse quando ci fummo allontanati per respirare.

Io sospirai e collegai di nuovo le nostre labbra. Non ci volle molto prima che finissi sopra di lui, sorreggendomi sui gomiti.

Dopotutto casa era vuota in quel momento e noi potevamo fare ciò che volevamo senza trasgredire alle regole.

"Lucas". Il mio nome pronunciato in quel modo così bisognoso mi aveva fatto indurire completamente.

"Sono qui, Der". Gli tolsi la maglia e iniziai a baciare il suo petto. La sua mano si infilò nei miei capelli, stringendoli con forza.

Mi sbarazzai in fretta dei miei vestiti, restando solo in boxer, poi mi occupai dei pantaloni di Derek, che aveva messo un braccio sugli occhi.

"Amore?" chiesi, sentendolo tremare.

"Va bene, Lu" la sua voce era spezzata e tirò su con il naso. Stava piangendo. "Vai avanti. È okay".

Tornai più vicino a lui e gli tolsi il braccio dagli occhi. "Oh, tesoro" dissi, guardando i suoi occhi già rossi dal pianto. Asciugai le lacrime sul suo viso con le mani.

"Lu, non è niente".

"Ehi, sei sempre mio. Anche se vado via. Mio mio mio".

Mi passò il braccio intorno al collo. "E tu sei mio?".

"Certo. Solo tuo".

Derek mi baciò, prima che potesse tornare a piangere. Assaporai le sue labbra, cercando di non pensare che mi sarebbero potute mancare presto.

Avrò Cura di Te 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora