29. Andrà tutto bene

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Lucas. Lucas. Lucas. Lucas. Mio figlio. Il mio bambino. Lucas.

"Niall". La voce di Spencer era bassa e tremante da ore.

"Ssh, Spence. Non piangere". Era così difficile dire una frase del genere. L'attirai di più a me con l'unico braccio libero che mi restava. L'altra mano l'avevo stretta a quella di Derek, che dormiva accanto a noi. Eravamo su un jet privato già da un paio d'ore. Inizialmente Derek si era seduto sui sedili davanti ai nostri, ma quando era scoppiato a piangere in modo malsano, lo avevo esortato a venire accanto a me e avevo afferrato la sua mano cercando di consolarlo un minimo. Cercavo di sostenere entrambe le due persone che avevo accanto. Era sempre stato il compito di Spencer, ma in quel momento mia moglie non ne era proprio in grado.

Era il giorno più brutto della mia vita. Quella notizia, ricevuta dalla chiamata di un Angus con la voce spezzata, era stata la peggiore che avessi mai avuto. E le urla di Spencer, quando dall'altra camera si era resa conto di ciò che era successo attraverso i media, mi avrebbero tormentato per anni. Non avevo mai visto mia moglie in quello stato. Era a pezzi, completamente in frantumi sul pavimento della nostra camera.

Hanno sparato a Lucas. Hanno cercato di uccidere Thomas e Lucas si è messo in mezzo per proteggere suo fratello. Dio.

Quel giorno sarebbe dovuto essere un giorno felice. Era il compleanno di Lucas, per l'amor di dio. Si sarebbe dovuto divertire e sorridere, non essere sparato, trasformando tutto quello in una tragedia.

Perché la mia famiglia non poteva mai stare tranquilla? Perché doveva sempre affrontare dolori più devastanti del dovuto? Perché sempre il mio Lucas? Quello dimenticato, quello... dio, non riuscivo a pensare a quell'evento senza rischiare di mettermi a piangere.

Il volo stava durando in eterno. E la cosa più straziante era non avere notizie sulle condizioni di mio figlio. Il mio bambino sarebbe potuto morire e...

"E se...?" iniziò a chiedermi mia moglie, mentre altre lacrime uscivano dai suoi occhi. Anche lei aveva gli stessi miei pensieri.

"Niente e se, Spencer".

"Stai tremando".

Lo sapevo che stavo tremando. Non c'era bisogno che me lo facesse notare anche lei.

Sospirai, allontanando il braccio da Spencer e passandomi la mano sul viso, per poi premermi le dita sugli occhi. Il mio bambino...

Spencer mi afferrò il viso con le mani e poggiò la fronte con la mia. "Andrà tutto bene" mi sussurrò, prima di asciugarmi la lacrima che mi era sfuggita dall'occhio destro.

"Andrà tutto bene" ripetei.

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Sapevo che Lucas sarebbe dovuto restare a casa per il suo compleanno. Avevo avuto quella strana sensazione da quando mi aveva detto che sarebbe stato con Thomas. E forse era solo una sensazione dovuta all'egoismo e al fatto che avrei voluto passare con il mio ragazzo l'intero giorno del suo compleanno.

Se Lucas non fosse stato lì, Thomas sarebbe morto. Ma non sapevo neanche se il mio Lucas fosse vivo. No... lui non poteva lasciarmi. Non poteva andarsene. Il solo pensiero mi faceva chiudere lo stomaco di botto, mi faceva venire da vomitare, mi faceva piangere disperatamente. E non avevo fatto altro da quando avevo saputo la notizia.

Avevo pianto così forte che mia madre era piombata in camera mia, chiedendomi se mi sentissi male o dove fosse il problema.

"Lucas" ero riuscito a dire. Per un attimo, solo per un attimo, avevo pensato che stesse per dire qualcosa di cattivo. Qualcosa tipo: 'che diavolo ha fatto sta volta?'.

Avrò Cura di Te 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora