44. Sempre

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"Lucas!". Sobbalzai spaventato quando papà mi chiamò urlando in quel modo dal piano di sotto.

Derek, che era seduto a cavalcioni su di me e continuava a baciarmi il collo e a lasciare succhiotti tenendo i miei polsi e premendoli contro il cuscino sopra la mia testa, si fermò di colpo e mi guardò con gli occhi spalancati.

"Che cosa hai fatto adesso? Dimmi che non hai fatto qualche casino".

Io scossi la testa più volte. "Non ho fatto niente, giuro" dissi, cercando di regolarizzare il respiro.

"Lucas!" urlò di nuovo mio padre.

Io grugnii esasperato e Derek si sporse in avanti per baciarmi le labbra. "Ti ho sempre amato, sappilo" disse prima di lasciarmi andare e allontanare una gamba per scendere da me.

Io sbuffai divertito e mi misi a sedere, allungando un braccio indietro per colpirlo scherzosamente. "E mi amerai ancora".

"Sempre. Per tutta la vita".

Sorrisi mentre uscivo da camera mia, seguito dal mio fidanzato.

"Lucas!".

"Arrivo, arrivo!" dissi, alzando gli occhi al cielo e scendendo le scale quasi di corsa.

In salotto c'erano entrambi i miei genitori. Mia madre era seduta sul divano con mucchi di fogli intorno a lei. Evidentemente stava lavorando. Papà era in piedi con le braccia conserte.

"Credo di aver un figlio sordo" si lamentò e io non feci in tempo a dire nulla che ci pensò mia madre: "E io credo di avere un marito rompicoglioni" disse senza alzare lo sguardo dalle sue carte.

Io scoppiai a ridere, mentre papà fulminava sua moglie con lo sguardo.

"So che mi stai uccidendo con i tuoi bellissimi occhi blu, ma ti amo" aggiunse e papà sorrise soddisfatto, prima di tornare a guardarmi.

"Oggi sono andato in libreria" mi disse.

"Tu in una libreria? A fare che?" chiesi ironicamente.

"Ho comprato un libro".

"Oh mio dio, papà. Hai imparato a leggere?".

Mamma scoppiò a ridere, mentre mio padre sospirava. "Guarda come l'hai cresciuto. È come te, Spencer!" si lagnò.

"Ho fatto bene il mio lavoro" confermò la mamma, guardandomi e facendomi l'occhiolino.

"Allora, hai comprato un libro" dissi, prestando di nuovo attenzione al più grande degli Horan.

Si allungò verso la mamma, prendendo un libro poggiato sul divano accanto a lei, che io non avevo notato prima. Papà mi porse il libro. "Tieni".

"È per me?" chiesi e lui annuì.

Afferrai il libro. Story of my life lessi sulla copertina. Lucas Horan.

Rimasi senza fiato. Le mie mani tremavano. Alzai lo sguardo su mio padre. Lo guardavo incredulo. "Che hai fatto?" chiesi con un filo di voce.

"Non vuoi firmarmelo?" mi chiese lui con un sorrisino e io scoppiai a piangere, non riuscendo proprio a trattenermi.

Papà ridacchiò. "Hei, Lu" disse avvicinandosi a me.

Avevo dentro un subbuglio di emozioni contrastanti. Avevo in mano un mio libro. Per la prima volta nella vita avevo qualcosa di concreto tra le mie mani.

"Che hai fatto?" quasi urlai tra le lacrime, lasciando andare il libro che cadde per terra con un tonfo. Quella cosa non doveva essere pubblicata. Cercai di allontanare mio padre da me, ma lui mi afferrò per i polsi e mi attirò a sé.

Avrò Cura di Te 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora