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HARRY'S POV:
Non si rese conto che la stava trascinando nell'oscurità con se, fino a quando non si accorse di come l'aveva fatta diventare.

Accelerai, volevo andarmene da quel posto, dovevo sfogarmi, e io sapevo in che modo.

Era tarda notte, ma non mi interessava. Volevo prima fare quello che facevo sempre quando ero incazzato.
Abbassai i finestrini al minimo, e presi il mio telefono.
Schiacciai il tasto che portava alla mia play-list, e mi misi ad ascoltare le note delle mie canzoni preferite. Erano quasi tutte Metal.
Adoravo quel genere, mi facevano ricordare quanto fosse stato stronzo il destino nei miei confronti.
Molte volte cercavo di mascherare la mia infelicita, fingendomi felice, ma si sa, la finta felicità dura poco quando si incomincia a pensare agli avvenimenti accaduti in passato.
Da piccolo, verso i dieci anni, mi ero ripromesso che qualunque cosa fosse successa in futuro, non avrei mai ripetuto gli stessi errori di mia madre. Alcolizzarmi ed essere aggressivo.
E invece eccomi qua, diretto al pub più grande di Leicester per ubriacarmi.
Ci sono momenti che mi faccio schifo da solo, ridurmi a bere bicchieri interi di scotch, per cercare di cicatrizzare le ferite che ho nella mente, che riguarda la mia infanzia buttata al cesso.
Da piccolo, nessuno dei miei genitori, si interessava della mia vita.
Pensavano che la mia felicità, era creata dai beni materiali che mi davano per colmare la mancanza d'affetto verso i miei confronti.

Bene materiale = a gioia.
Tristezza = a mancanza di beni materiali.

Era così che pensavano, ma non capivano, che la mia tristezza, era data dalla mancanza d'affetto.
Non ho mai ricevuto una carezza, un abbraccio, un bacio, niente.
Hanno cercato di rimediare ai loro errori, dandomi quello che volevo quando sono cresciuto.
Ma ormai è troppo tardi. Ormai, grazie ai loro sbagli e non solo, sono il mostro di cui tutti hanno paura.

Parcheggiai la macchina, scesi, attraversai tutto il lungo viale, e aprii la porta del pub.
Mi avvicinai al bancone dove serviva una bella biondina scopabile.

"Dammi il più buon scotch della casa che hai." Le feci la voce sensuale e per finire l'occhiolino.

"Ma certo ragazzone, la tua bevanda arriverà in meno di un minuto." Si girò per prendere la bottiglia e il bicchiere, e io ne approfittai per guardarle il culo.
Ho visto di meglio.
Si girò un'altra volta, porgendomi il bicchiere pieno fino all'orlo.

"Grazie." Se ne andò per servire agli altri clienti.

Buttai giù quel rum impiegandoci pochissimo tempo, ne volevo ancora.

"Fammene un altro, sta volta mettici il ghiaccio."
Mi portò ciò he avevo chiesto, e pure questo, come l'altro, me lo scolai.

Cinque bicchieri dopo, ero più che andato, il problema adesso però era un altro.
Come potevo guidare la macchina in quelle condizioni?
Provai a chiamare a Gemma.
Composi il numero, e aspettai che dall'altra parte qualcuno mi rispondesse.

*Pronto Harry.* Dannazione avevo sbagliato numero. Avevo chiamato Jane.

*Jane, tu non sei mia sorella! Io volevo parlare con lei.*

*Harry ma te sei ubriaco. Dimmi subito quanto hai bevuto.*

*Uffa che scocciatura, anche per telefono devi rompere?*

Try || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora