Capitolo 2

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Lauren's pov

Non mi accorsi nemmeno che mi ero addormentata finché la suoneria del mio cellulare mi destò dal mondo dei sogni.
Lo presi e lo avvicinai al mio orecchio. <Pronto?>borbottai <Lauren> cazzo. Il mio capo. Guardai l'orologio. Cazzo cazzo cazzo ero in ritardissimo.<Lauren sei ancora lì? ><Ehm sì è che non mi sono sentita molto bene e ho perso la cognizione del tempo>mentii.<Lo sai bene che non è una giustificazione valida Jauregui. Muovi il culo e vieni a lavorare><Certo capo arrivo subito><E Lauren. .che non capiti mai più> concluse prima di riagganciare.
Mi passai una mano tra i capelli e sbuffai. Ci mancava solo questa. Andai in bagno e mi lavai in fretta i denti, tirando via il trucco tutto sbavato,poi presi le chiavi ed uscii rapidamente. Montai in bici e pedalai velocemente verso il Jumbo, il ristorante dove lavoravo. Parcheggiai la bici in malo modo ed entrai. Jack era lì appoggiato al bancone che mi osservava. <Bene bene Jauregui cosa devo fare con te?>chiese avvicinandosi <Io mi scuso,non succederà più glielo garantisco> < Io ti credo Lauren ma per stasera resterai qui a recuperare l'ora di ritardo> poi si girò avviandosi verso il suo ufficio <spero che non avessi programmi per stasera>disse chiudendo la porta.<Vaffanculo stronzo>.
Non persi altro tempo ed andai negli spogliatoi a mettermi la divisa da cameriera, ovvero una gonna lunga color granata,una camicia nera e una cravatta,granata anch'essa. Mi legai i capelli in una coda di cavallo alta ed uscii.
Il Jumbo era un bel posto, accogliente a differenza del proprietario. Io e Jack non andavamo molto d'accordo ma mi servivano i soldi quindi evitavo di provocarlo.

Si fecero presto le 23:30 e il ristorante si svuotò. Tutte le mie colleghe andarono a casa, rimasi solo io a fare le pulizie. <Tieni le chiavi,chiudi tu stasera> disse Jack e mi lasciò le chiavi sul bancone, dopodiché mi fece l'occhiolino ed uscì. <Sai dove te le infilo quelle chiavi? > borbottai mentre passavo la scopa sui pavimenti. Ero lì da mezz'ora e volevo andarmene ma non volevo rischiare che mi vedessero in giro. Così chiusi la porta e collegai il mio telefono allo stereo della sala. Appena partì la musica iniziai a scatenarmi,usando la scopa come microfono. Finì così la mia ora di lavoro extra e potei finalmente andarmene.

Chiusi a chiave la porta e mi avviai verso casa. La luna splendeva in un cielo senza nuvole ed era bellissima,così decisi di fare una piccola deviazione. Pedalai per un po ' fino ad arrivare alla mia vecchia casa. Molti direbbero che entrare in un'abitazione abbandonata non è sicuro, ma io trovavo la mia sicurezza e la mia forza in quelle quattro mura diroccate. Salii al secondo piano, l'ultimo e mi arrampicai sulla grondaia arrivando al tetto. Mi stesi con le braccia incrociate dietro alla testa e osservai il panorama. Io amavo la luna,il modo in cui risplende illuminando la notte, quando l'uomo ha più paura. Lei ti rassicura con la sua presenza.
Ero persa nei miei pensieri quando delle voci che urlavano sotto di me mi fecero riscuotere. Sbuffai e mi affacciai leggermente al bordo. Sotto ad un lampione c'erano un ragazzo e una ragazza che discutevano. Aguzzai un attimo la vista e riuscii a distinguere la figura di Camila. Non sapevo che fare, poi però il ragazzo le tirò uno schiaffo. Con uno scatto tornai dentro e uscii di casa,correndo immediatamente da Camila e spostandola dietro di me.
<E tu chi diavolo saresti?> ringhiò lui.<senti testa di cazzo è meglio se te ne vai alla svelta> sentivo Camila tremare attaccata al mio corpo. Lui scoppiò a ridere <Altrimenti?> <Altrimenti ti colpisco talmente forte nei gioielli che non potrai più procreare > ringhio a mia volta. Lui sorride,poi si sporge per guardare Camila<Adesso me ne vado. Ci vediamo a casa puttana. > prima di dileguarsi sputa per terra davanti a me.
Io lo guardo mentre si allontana poi mi giro verso Camila.

Sweet Escape (In Pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora