17.

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*Ver's pov*

Mi svegliai nei sedili posteriori di un'auto che non era la mia. L'auto era in moto e c'era qualcuno seduto davanti. Vedevo solo una folta testa castana, ma sfocata. La testa mi faceva malissimo dopo la botta che ho preso. Ero caduta riuscendo a prendere in pieno lo spigolo di un mobile. Cercai di guardare meglio la persona che stava guidando, ma senza successo.

Non volevo muovermi. Troppo dolore e troppa paura.

*flashback*

Ero sola a casa fino a quando suonò il campanello. Sbuffai indirizzandomi verso la porta. Aprii pensando fossero i miei ma trovai un ragazzo mai visto prima.

-Emh... ciao- sorrisi imbarazzata ma lui non si decideva a parlare. Sorrideva incantato e basta. Aveva le mani dietro la schiena, una tuta semplice ed un cappellino. Aveva una faccia già vista, ma non riuscii a ricordare dove e quando. Forse a scuola? Mah.

Mi grattai il retro della nuca imbarazzata. Restò a fissarmi, così spazientita scrocchiai le dita per attirare la sua attenzione per poi aspettare una sua risposta. - Ciao.- ridacchiò.

-Allora, sei un amico di Matthew?- tentai visto che non avevo la più pallida idea di chi fosse.

-In realtà no.- scosse la testa.

-Beh, allora non so più cosa dire.- alzai le spalle e cercai di chiudere la porta ma la bloccò.

-Aspetta, io ti conosco.- lo guardai interrogativa. -E chi saresti? Non mi ricordo di te.- dissi ancora con la porta mezza chiusa.

-Lascia che ti spieghi.- ghignò facendo un passo avanti mentre io mi allontanai. - Sono il ragazzo in macchina di ieri- a quella frase ricordai.

-Quindi non stavo immaginando tutto... perché Louis avrebbe dovuto mentirmi su di te?- il ragazzo alzò le spalle. - Non ne ho idea, infatti non voleva farmi uscire...- si soffermò a guardare per terra. -comunque visto che non ti ricordi di me, mi presento di nuovo, sono Alec- sorrise porgendomi la mano destra.

-Ver- ricambiai la stretta di mano. -Mi suona familiare ad essere sincera... per caso ti ho conosciuto in una pizzeria una sera?- lui annuì. 

-Forse ho capito, sei venuto qui perché Louis si è scordato qualcosa.- mi girai dirigendomi verso il salone. - No tesoro- cominciò a ridacchiare posando le sue mani sui miei fianchi. Sgranai gli occhi al contatto. Mi sembrava di aver già visto tutto ciò. Rise ancora ed io mi scansai di scatto. -Ora hai capito perché sono qui.- cominciò ad avvicinarsi, di nuovo.

-T... tu sei- cominciai ad indietreggiare impaurita a passi lenti. -Si, ero proprio il papà di quell'adorabile bimbo- rise amaramente. Rabbrividii al suono di quella risata malvagia. 

-Come hai potuto? Perché??- avevo la voce tremolante, ma lui continuava a ridere.

-Chiamo la polizia.- dissi spaventata cercando il cellulare nei miei jeans corti.

-Cerchi per caso questo telefono?- mostrò nelle sue mani il mio iPhone.

-Cazzo- sussurrai e mi guardai intorno per cercare una via d'uscita. Vidi il telefono fisso di casa e corsi per prenderlo ma riuscì a fermarmi dandomi una spinta e facendomi cadere sopra lo spigolo del tavolino con la testa. Svenni.

*fine flashback*

-Eccoti finalmente! Ti sei svegliata dolcezza.- si girò qualche secondo a guardarmi.

Stavo per palare ma poi mi accorsi di avere una benda attorno la bocca. Così, riuscii ad emettere solo versi incomprensibili.

-C'è qualcosa che non va? Non ti capisco.- rise divertito ma io alzai gli occhi alquanto turbata.

Mission Recovery || s.m. Sequel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora