È solo la luce che entra, ora!

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Il senso di pace che sento dopo aver parcheggiato sotto casa, dopo un'ora di traffico assurdo e cellulare scarico è inspiegabile. Salgo al mio piano ed entrò in casa. Mi volto per posare tutto e noto la sua giacca appesa. Lascio tutto lì attenta a non far rumore e inizio a camminare piano verso la cucina. Lui è lì, sul balcone della cucina a fumare la sua sigaretta.

Eccola finalmente la mia quotidianità.

Faccio piano attenta a non farmi sentire e lo raggiungo, abbracciandolo da dietro e poggiando la fronte sulla sua schiena. Inspiro forte, era tutto come ricordavo, e ne avevo sentito la mancanza più di qualsiasi altra cosa.
"Matti ciao" do un bacio alla sua schiena coperta dalla felpa. Lui mi stringe le mani sul suo stomaco "Ei" e butta fuori l'ultimo tiro. Si volta verso di me e mi bacia forte. Quanto mi era mancato ancora non so dirvelo. Poggia la sua fronte sulla mia e mi tiene le guance. "Mi sei mancata tantissimo" e dopo avermi baciato di nuovo mi stringe nelle sue braccia. Eccola la mia casa.

"Lo so che siamo a giugno ma qui fa freddissimo comunque, perché non ti copri quando esci" eccolo qui il mio geloso e paranoico  uomo. "Entriamo" e mi spinge in casa baciandomi.
Non voglio staccarmi.
"Vieni qua pranziamo, ho portato il MC" dice portandomi verso il salotto, dove sul tavolino c'erano pronte le nostre birre accanto ad un sacco di cibo del MC.
"Di sto passo la prova costume l'anno prossimo" e lo spingo sul divano mettendomi stesa con le gambe su di lui.
"Nce problema amó, quest'anno montagna, tutta coperta così nessuno ti vede...tranne me" e si avvicina e mi da una piccola testata sulla fronte e poi un bacio a stampo, prima di addentare il suo  panino.
"Si tranquillo, tanto ad Ibiza non mi conosce nessuno, potrò anche avere 3 kg in più, che fa" lo provoco io sapendo che di lì a poco questo gioco sarebbe finito con un lui che mette in mostra l'estrema morbosità che ha nei miei confronti e mi convincerà a non spostarmi da lui. Come se fosse difficile, visto che non avevo intenzione di andar da nessuna parte. "Emma.. Mangia e zitta un pó su, non sia mai ad Ibiza ci arrivi con un calcio in culo" e mi fa un occhiolino. Io intanto avevo finito, decido di spostarmi su di lui. Se la sua morbosità veniva dimostrata in molti ambiti, la mia un po' meno, ma se era accanto a me io non riuscivo a star distante da lui, avevo bisogno di stare accanto a lui, addosso a lui, la mia pelle doveva essere sulla sua, in qualunque modo fosse possibile. Mi sedetti su di lui che ancora era occupato a bere e mangiare, bacio il collo, salgo sulle guance e mi avvicino all'orecchio, lui preme il palmo della mano sulla mia schiena, segno che se non avesse finito di mangiare si sarebbe affogato. Mi viene da ridere, "che dici lo lasciamo questo cibo che ci fa solo ingrassare?" Lo sento sorridere e mi risponde con un bacio sulla spalla e poi uno al collo, sposta su e giù la sua mano sulla mia schiena e posa la sua birra sul tavolino.

Ed ora è solo mio.

Sposta la sua attenzione su di me, mi scosta i capelli di lato e inizia a baciarmi il collo scoperto, sale fino alle mie labbra che non aspettavano altro che le sue.
Quanto mi erano mancate queste labbra.
Mi sposta e mi sistema a cavalcioni su di lui, continua a baciarmi mentre le sue mani non smettono di toccarmi neanche per un minuto, mi stringe sempre più, mi tira leggermente i capelli ogni volta che io mi faccio spazio con le unghie sulla sua pelle. Mi spoglia, e io faccio uguale. E siamo solo noi.
Nessun altro, noi e i nostri corpi.
Noi in questa casa che sa di me, di lui. Noi e il nostro porto sicuro. Noi e la pace che non si sa mai quanto dura, ma quando c'è porta la luce.

Io di te una Milano che parla di noi.

Al destino che ci ha fatti incontrare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora